
Tensioni davanti al Campus Einaudi di Torino, dove le attiviste del movimento ‘Mai più zitte’ hanno dato inizio a un corteo di protesta contro le molestie ai danni di alcune studentesse, andate in scena nell'ateneo piemontese. Il pretesto l'ha dato un incontro dei vertici dell’ateneo, riuniti proprio per affrontare il tema della violenza di genere.
Dopo i casi di molestie che hanno messo l’ateneo torinese al centro delle polemiche, gli studenti si aspettavano sostegno e concretezza da parte del Rettore e delle istituzioni. Ma, a loro dire, non c'è stata una presa di posizione chiara: “Ancora una volta - si sono lamentati i rappresentanti degli universitari - avete deciso di chiudervi in una sala e allontanarvi da chi questa oppressione la vive sulla pelle ogni giorno”.
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Vernice rosa sulla statua del toro
Così, in occasione del tavolo organizzato dall’ateneo presso lo storico edificio torinese della Cavallerizza, le attiviste e gli attivisti di ‘Mai più zitte’ hanno messo in atto una protesta contro le inefficaci misure prese dal rettorato dell'università in merito al tema della violenza di genere. Sotto la nube dei fumogeni, al grido “oggi Torino è transfemminista”, diverse manifestanti sono salite sulla statua del toro posta davantio al campus Einaudi per imbrattarla con vernice rosa.
“Protestiamo contro il pinkwashing di UniTo, perché se con una mano organizzano tavoli, con l’altra zittiscono le voci di chi denuncia molestie. Per questo ricompriamo questa statua di vernice rosa”, ha spiegato un’attivista, secondo quanto riportato da ‘La Stampa’. Altri hanno proseguito affermando: “Qualsiasi tentativo di occuparsi di molestie da parte delle istituzioni non può portare a un cambiamento reale se i presupposti da cui parte non sono quelli di analisi di un sistema patriarcale”.
Dopo il caso dei due professori accusati di molestie e dopo le testimonianze di molte studentesse vittime di atteggiamenti sessisti, le attiviste chiedono dunque con voce sempre più alta una trasformazione profonda che coinvolga la didattica, la ricerca, il mondo del lavoro e la gestione delle violenze.
Il tema della guerra
Dopo la decisione del Senato accademico dell’Università di Torino di non partecipare al bando per la cooperazione scientifica tra istituzioni italiane e israeliane, gli studenti e le studentesse continuano infati a sottolineare anche l’importanza di una ricerca che non finanzi le aziende belliche. “Per noi è il minimo - afferma un’attivista di ‘Mai più zitte’ - iniziare a rescindere accordi con aziende belliche è il primo modo per non dire solo che siamo contro la guerra ma per dimostrarlo con i fatti. Si può fare ricerca su tantissime cose, farlo proprio insieme a aziende che producono armi, che vengono usate nei genocidi, e vuol dire essere complici di quei genocidi”.
Il corteo e la protesta
Nel corso della protesta, le attiviste hanno anche letto le testimonianze anonime di studentesse, che hanno vissuto episodi di molestie e sono state infastidite da professori e colleghi. “Queste testimonianze ci mostrano la realtà e la verità dei fatti - ha detto una di loro - sono pesanti e dolorose. Dobbiamo trasformare questa rabbia per distruggere questo sistema che ci opprime e ci schiaccia. Siamo qui per dare una risposta a questa istituzione che è malata”. Le studentesse hanno poi fatto irruzione durante la riunione organizzata dall’ateneo, presentando le loro istanze davanti al Rettore Geuna.
Chiara Galgano