
Due universitari arrestati, un ragazzo e una ragazza, e diversi feriti. E' il bilancio di un movimentato pomeriggio all'interno della città universitaria de 'La Sapienza' di Roma.
Da giorni era attesa la riunione del Consiglio di Amministrazione e del Senato accademico sulla gestione degli accordi di ricerca con Israele.
L'incontro, tenutosi nel pomeriggio del 16 aprile, ha infiammato lo scontro tra polizia e studenti, che si erano riuniti sotto la sede del Senato per manifestare contro i bandi di ricerca con le università israeliane.Leggi anche:
- Medici e specializzandi ballano il 'Gioca Jouer' durante corso di autopsia, si scatena la bufera
- L'università di Torino deve risarcire gli studenti per le tasse più alte del dovuto
- Molestie sessuali alle specializzande di Pavia, Udu: “Caso non isolato ma sintomo di un problema sistemico"
Gli scontri a La Sapienza
Ben presto la manifestazione si è trasformata in duri scontri che hanno visto protagonisti le forze dell'ordine e gli universitari. Secondo la Questura, tutto è nato quando un gruppo di circa 300 manifestanti ha tentato di fare irruzione nel Rettorato dell’università La Sapienza dove era in corso la riunione. I manifestanti si sono quindi mossi in corteo all’interno dell’Università, assediando poi il vicino commissariato: uno degli arrestati è saltato su un’auto della polizia danneggiandola. Mentre l'altra ragazza arrestata avrebbe aggredito e ferito un membro delle forze dell'ordine, secondo quanto riporta 'TgCom24'.
La condanna del mondo politico
Nelle ore seguenti è arrivata la ferma condanna della maggioranza circa il comportamento degli studenti. Gli stessi però hanno precisato: “Durante il corteo hanno fermato due compagni. Inoltre il Senato accademico delibera condannando il massacro e chiedendo il cessate il fuoco, ma è solo una dichiarazione per pulirsi la coscienza. Neanche una parola sugli accordi. Nessuna intenzione concreta di interrompere la complicità con il genocidio. La risposta del Senato alle nostre richieste è vergognosa. E sono vergognose le cariche della polizia": queste le parole sui social dei giovani del coordinamento Collettivi Sapienza.
La premier Meloni, però, non ha dubbi: “Piena condanna per le violenze avvenute da parte dei collettivi a Roma. Devastazioni, aggressioni, scontri, assalti a un Rettorato e a un Commissariato, con un dirigente preso a pugni. Questo non è manifestare, ma delinquere. La mia solidarietà al dirigente della polizia aggredito, a tutte le forze dell'ordine e ai docenti". Una condanna cui si unisce anche la Ministra dell'Università e della Ricerca Bernini: “La mia vicinanza alla Rettrice, Antonella Polimeni. Quello sta accadendo all’Università La Sapienza è vergognoso. La protesta legittima non può mai sfociare in violenza e prevaricazione. La decisione del Senato evidenzia che la comunità accademica non accetta imposizioni da una minoranza che vorrebbe isolare le università italiane dal contesto internazionale. La ricerca non si boicotta".