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5 buoni propositi mai rispettati dello studente universitario

Ci siamo, è arrivato il Capodanno. E come accade ogni primo di gennaio, allora, si stila la classifica dei buoni propositi da mantenere: seguirò tutte le lezioni, non farò ritardi, darò tutti gli esami in programma, etc.

Perché, la maggior parte delle volte, non ce n’è uno che venga portato a termine? Ecco i 5 buoni propositi universitari mai rispettati e qualche piccolo consiglio per sopravvivere fino a giugno.

Buon proposito numero 1: seguirò tutte le lezioni

Eccovi, seduti davanti al pc, in eterea contemplazione degli orari delle lezioni, pronti a rocamboleschi tentativi per far magicamente incastrare tra loro il maggior numero di corsi possibile : “Se seguo filosofia dalle 8 alle 9 allora forse posso concentrarmi anche su arte dalle 9e30 alle 11 e 30, poi scappo dieci minuti prima e sarò in perfetto orario per la lezione di diritto che si tiene esattamente dall’altra parte della città universitaria”. Quante volte vi siete ritrovati invischiati in questi piani strategici stile mission impossible? Puntualmente, poi, mai rispettati.

IL NOSTRO CONSIGLIO: Cercate di capire fin da subito quali sono i corsi che, per forza di cose, dovete seguire. Chiedete consiglio a chi ci è passato prima di voi e i primi giorni frequentate comunque tutto: vi servirà per capire cosa poter abbandonare e cosa, invece, richiede la vostra presenza. Se un determinato prof, ad esempio, è solito leggere le slide che poi caricherà anche sul sito potete tranquillamente evitare di seguire il suo corso. Se un altro, invece, propone progetti, stimola l’attenzione e vi richiede di mettervi in gioco, non perdete l’occasione.

Buon proposito numero 2: studierò tutti i giorni

Avete passato le ultime settimane a cercare affannosamente tutti i libri di testo in programma per tutti i corsi che, siete sicuri, seguirete in questi mesi. Ora, al primo giorno di lezioni, siete già pronti per rispettare il buon proposito numero due: studierò tutti i giorni. Certo, perché vi siete messi in testa che, dopo aver passato l’intera giornata in facoltà, tornerete a casa con tutta l’energia necessaria per buttarvi a capofitto sul libro. Poi finisce che vi buttate a capofitto sul divano. O no?

IL NOSTRO CONSIGLIO – Prima di tutto, inutile compare prima i libri. Spesso, infatti, i prof tendono a cambiare in corso d’opera quanto avevano precedentemente scritto sulla propria pagina web. Secondo poi, sapete meglio di noi che costringersi a studiare in orari improponibili e dopo una lunga giornata di lezioni è cosa pressoché impossibile. Cercate, piuttosto, di bilanciare al meglio il vostro tempo e, nelle giornate più scariche di corsi da seguire, concentratevi sullo studio, restando al passo con quanto appreso in aula. Per gli esami da sostenere come non frequentante, invece, aspettate e rimandate la preparazione a quando i corsi si saranno conclusi.

Buon proposito numero 3: mi alzerò presto ogni mattina

E mentre ve lo ripetete ad alta voce per cercare di convincervene, impostate la sveglia alle 6e30 con ripetizione giornaliera. Poi, già al secondo giorno, quando sapete che la prima lezione, tanto, inizierà alle 11, lancerete il telefonino fuori dalla finestra aperta. Siete sicuri di voler dire addio così presto al vostro smartphone?

IL NOSTRO CONSIGLIO – Piuttosto, le alzatacce riservatele a quei giorni in cui sapete che dovrete essere in facoltà alle prime luci dell’alba, per quella lezione imperdibile che alle 8 di mattina è già iniziata. Gli altri giorni, non vi sforzate di essere a tutti i costi quelle persone mattiniere che sapete di non essere: rischiate soltanto di rimetterci un telefono e alzarvi dal letto a mezzogiorno, buttando un’intera mattinata. Il nostro consiglio, dunque, è di settare la sveglia ad un orario umano, le 8e30, ad esempio: colazione, doccia e alle 9e30 sarete già pronti per lo studio.

Buon proposito numero 4: non avrò una vita sociale

“Quest’anno faccio il bravo: niente feste, niente serate, niente cene fuori. Solo sveglie presto, studio e università”. E intanto il naso ha bucato lo schermo del pc. Inutile anche solo sperare di non lasciarsi trascinare dalla movida universitaria, soprattutto se siete dei fuori sede.

IL NOSTRO CONSIGLIO – Riposatevi durante la settimana, soprattutto quando il giorno dopo avete lezione molto presto. Ma non vi chiudete a riccio nel vostro disagio tipico dello studente universitario: prendere aria e conoscere gente nuova fa sempre bene, se fatto con moderazione. Le serate in discoteca, ad esempio, vanno bene per il weekend, ma se ricevete un invito per un aperitivo di martedì sera, perché rinunciare? L’importante è sapersi dare delle regole sensate e, ovviamente, saperle rispettare.

Buon proposito numero 5: vado in Erasmus per studiare

E magari la prima settimana, nella quale non conoscete nessuno e passate la maggior parte del tempo a rassicurare vostra madre che sì, state bene, mangiate e nessuno ha tentato di rubarvi il portafogli, ci riuscite pure. Poi, inevitabili, iniziano i party scatenati, le gite alla scoperta della nuova città e via dicendo. Bravi, ci sta. Ma gli esami?

IL NOSTRO CONSIGLIO – Partite già dall’Italia con la consapevolezza che studierete, sì, ma molto poco. Inserite, quindi, nel piano di studi che vi accompagnerà in questa esperienza all’estero, un numero di esami molto ridotto e, per quanto potete, cercate di scegliere quelli più semplici. Non saranno solo le distrazioni ludiche, infatti, a frenarvi: anche gli iniziali problemi con una lingua diversa dalla propria ostacoleranno non poco il vostro tragitto. La regola da seguire, in questi casi, è sempre la stessa: meglio pochi, ma buoni.

Francesca Fortini