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di paolodifalco01
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ius scholae

L'Aula della Camera inizia oggi l'esame della proposta di legge sullo Ius Scholae, una modalità per l'acquisto della cittadinanza diversa dallo Ius Sanguinis attualmente in vigore e dallo Ius Soli ma, andiamo a vedere più nel dettaglio di cosa si tratta e quali sono le differenze rispetto agli altri due modi.

Cosa prevedere lo Ius Scholae?

Il testo dello Ius Scholae prevede l'acquisto della cittadinanza italiana al minore straniero che sia nato in Italia o vi abbia fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età e che abbia risieduto legalmente e senza interruzioni nel nostro Paese, qualora abbia frequentato regolarmente per almeno cinque anni nel territorio nazionale uno o più cicli presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale triennale o quadriennale idonei al conseguimento di una qualifica professionale.

Un ulteriore requisito per l'acquisto della cittadinanza italiana riguarda i genitori dell'interessato che dovranno essere entrambi residenti in Italia e dovranno rendere una "dichiarazione di volontà" entro il compimento della maggiore età del ragazzo.

L'interessato può inoltre rinunciare alla cittadinanza acquisita entro i due anni dal raggiungimento della maggiore età oppure fare richiesta di acquisto della cittadinanza all'ufficiale di stato civile entro due anni dal raggiungimento della maggiore età nel caso in cui i genitori non abbiano fatto la dichiarazione di volontà. In Italia ci sono attualmente più di 900mila studenti stranieri che frequentano le nostre scuole e la proposta di legge sullo ius scholae consentirebbe di riconoscere anche a loro la cittadinanza italiana.

Qual è la differenza rispetto allo Ius Sanguinis e allo Ius Soli?

Lo Ius Scholae, come dicevamo prima, si differenzia dallo Ius Sanguinis che è attualmente il principio che regola in Italia l'attribuzione della cittadinanza. Secondo quest'ultimo si può considerare italiano solamente chi nasce da almeno un genitore in possesso della cittadinanza "ereditandone il sangue". Gli stranieri che invece arrivano nel nostro Paese possono richiedere la cittadinanza solamente dopo dieci anni di permanenza continuativa sul suolo italiano per naturalizzazione mentre i loro figli devono aspettare il compimento della maggiore età e, così come i genitori, devono dimostrare di aver vissuto ininterrottamente nel nostro Paese dalla nascita.

In base al principio dello Ius Soli, invece, l'acquisizione della cittadinanza si ha in automatico con la nascita sul territorio di un determinato Stato senza dipendere dalla cittadinanza dei genitori. Ad applicare questo principio sono il Brasile, il Canada e gli USA mentre in diversi Paesi Europei, come il Regno Unito, la Francia e la Germania, abbiamo delle forme di Ius Soli temperato dove oltre alla nascita sul territorio dello stato sono richiesti diversi altri requisiti che variano da stato a stato.

Paolo Di Falco