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ragazza che studia

Un Paese sostanzialmente fermo, anche dal punto di vista formativo. Con in più un ascensore sociale che, in prospettiva, è destinato a rimanere bloccato, nonostante alcuni ragazzi provenienti dalle fasce meno avvantaggiate abbiano le potenzialità per affrancarsi dal proprio background.

Eccola l’immagine dell’Italia che ci restituisce il Rapporto OCSE-Pisa 2018, l’indagine triennale che valuta il livello delle conoscenze e delle competenze raggiunto dagli studenti di 15 anni – nell’ultima rilevazione il campione è stato di 11.785 giovani – in tre materie chiave: Italiano, Matematica e Scienze. Un parametro utile per capire come i sistemi educativi delle singole nazioni stiano lavorando sul capitale umano a loro disposizione e dove questo possa andare nell’immediato futuro.

L’istruzione di base non decolla

A mancare sono le basi. Perché, attualmente, gli studenti italiani ottengono punteggi inferiori alla media OCSE sia nella lettura di testi in lingua italiana sia nelle discipline scientifiche (queste ultime sempre più fondamentali nell’era della tecnologia diffusa, soprattutto in ottica lavorativa): si fermano, rispettivamente a 476 punti (contro i 487 di media) e a 468 punti (contro 489 di media). Si difendono, invece, in Matematica (restano indietro di un’incollatura): 487 il punteggio dei nostri ragazzi, 489 la media OCSE. Questo perché non cresciamo: in lettura e in scienze, dal 2012 in poi, la prestazione dell’Italia è andata sempre calando; mentre in Matematica il dato è rimasto sostanzialmente stabile.

La distanza dagli altri Paesi europei si fa pesante

Alla fine, in tutti e tre gli ambiti, il rendimento dei 15enni italiani è stato inferiore a quello di molti coetanei di Stati competitor diretti come, ad esempio, Belgio, Francia, Germania, Paesi Bassi, Polonia, Slovenia, Svezia e Regno Unito. E se, anche per gli indicatori dell’indagine PISA 2018, siamo più simili a Portogallo e Spagna in matematica, siamo inferiori anche a loro in scienze (nel caso del Portogallo stiamo dietro pure sulla lettura). Molto però, come lasciato già intendere, lo fa l’area di geografica di provenienza e il tipo di formazione.

L’importanza della scuola: liceali avanti in tutti gli indicatori

Partendo dal secondo aspetto, gli studenti che frequentano i Licei ottengono punteggi molto elevati e simili a quelli dei ragazzi dei Paesi con le prestazioni migliori: 521 in lettura, 522 punti in matematica, 503 in scienze. Gli alunni degli Istituti Professionali, al contrario, sprofondano in classifica: la media è di 395 punti in lettura, di 405 punti in matematica, di 394 in scienze. Oltre 100 punti di distacco in ogni indicatore. Con gli studenti degli Istituti Tecnici che si posizionano nel mezzo.

Nord e Sud: due mondi lontanissimi

Stesso discorso per la zona del Paese in cui si frequenta la scuola. Si conferma il netto divario Nord-Sud. In lettura, ad esempio, gli studenti del Settentrione ottengono i risultati migliori (Nord-Ovest 498 punti e Nord-Est 501), mentre i loro coetanei del Mezzogiorno sono quelli che presentano le maggiori difficoltà (Sud 453 punti, Isole 439). Quelli del Centro? Hanno punteggi intermedi ma più simili a quelli registrati al Nord, lasciandosi parecchio indietro i ragazzi del Sud. Dinamiche simili anche per quel che riguarda la matematica (tutto il Nord oscilla tra 514 e 515 punti, il Sud e le Isole arrancano tra 458 e 445 punti) e per scienze (al Nord si sfiorano i 500 punti, al Sud si resta sotto i 450).

Lettura: 1 su 4 non sa comprendere un testo

Volendo fare un’analisi più ‘leggibile’, bisogna però chiamare in causa i livelli delle performance. L’indagine OCSE-PISA ha infatti suddiviso i risultati degli studenti in 9 fasce: da 1c (il peggiore) a 6 (il massimo), considerando il livello 2 come quello di competenze minime e il 5-6 quello dei top performer, a seconda della capacità di soluzione dei quesiti, dai più facili ai più complessi. Così, in Lettura, solo il 77% dei nostri 15enni raggiunge almeno il livello 2, appena il 5% è un top performer (laddove su scala internazionale la media è del 9%, quasi il doppio). Con il solito distinguo che va fatto tra studenti del liceo, dove la media dei top performer arriva al 9%, in linea con la media generale), e studenti dei professionali (dove la metà dei ragazzi non arriva alla sufficienza).

Matematica e Scienze: notte fonda nei Professionali

Studenti che se la cavano leggermente meglio al cospetto della Matematica: rimane sotto il livello 2 circa il 24% dei ragazzi (la media OCSE è del 22%), mentre arriva al livello 5-6 il 10% di loro (la media OCSE è dell’11%); solo i Paesi asiatici ci distanziano, ma non è una novità, riguarda quasi tutto l’Occidente. Qui il divario scolastico interno è però più accentuato: i liceali, nel 15% dei casi, sono top performer; negli istituti professionali lo è meno di 1 su 100 (oltre la metà non raggiunge il livello base). Nelle Scienze, invece, è il 74% ad arrivare almeno al livello 2 (media OCSE al 78%); appena il 3% i top performer (la media OCSE sfiora il 7%), concentrati anche qui soprattutto nei licei. Volendo sintetizzare il tutto, in ogni area didattica oggetto dell’indagine circa 1 studente italiano su 4 dimostra di non possedere competenze accettabili; con picchi di oltre il 30% nel Meridione.

In lettura le ragazze nettamente più brave dei maschi

Pure il genere, però, conta. Perché le ragazze si mostrano nettamente più brave dei ragazzi. In lettura, le femmine superano i maschi di ben 25 punti e tra i low performer (sotto il livello 2), ci sono più ragazzi che ragazze: lo è circa il 28% dei ragazzi italiani, mentre le ragazze che dimostrano di non possedere le competenze minime di lettura sono circa il 19%. Mentre tra i top performer (livelli 5 e 6) accade l’esatto contrario. Femmine che superano i maschi in tutte le macro-aree geografiche del nostro Paese, con differenze di punteggio che vanno dai 19 punti del Nord Ovest ai 35 del Sud Isole. Le differenze si annullano solo nei Licei, dove il rendimento è pressoché uguale tra ragazze e ragazzi.

Il background socio-economico frena le ambizioni dei più bravi

Ma per comprendere bene le dinamiche in atto tra i giovani italiani in questo momento non basta limitarsi ai numeri. Sono le ambizioni degli stessi studenti a preoccupare, suscitando una riflessione. Sembra quasi che respirino un’aria di sfiducia e fatalismo. Molti studenti che hanno ottenuto risultati elevati nei questionari proposti hanno sogni molto più modesti rispetto a quanto ci si aspetterebbe sulla base del loro rendimento scolastico. Specie se provengono da contesti socio-economici svantaggiati: solo 3 su 5 si aspettano di completare l'università. Tra gli studenti ad alto rendimento e socialmente avvantaggiati la proporzione è di 7 su 8.

Gli stereotipi di genere non consentono di sognare in grande

Non basta, le aspettative di carriera degli studenti quindicenni con i risultati più elevati sono anche legate a forti stereotipi di genere. Tra gli studenti con alto rendimento in matematica o scienze, circa 1 ragazzo su 4 di sesso maschile prevede di lavorare come ingegnere o professionista scientifico, mentre tra le ragazze ci si ferma a 1 su 8 che si aspetta di farlo. Le femmine, infatti, volano basso: circa 1 ragazza su 4, tra le migliori, pensa di abbracciare una delle professioni sanitarie (cosa a cui aspira solo 1 ragazzo su 9 tra i top performer). Appena il 7% dei ragazzi e quasi nessuna ragazza, infine, prevede di lavorare nelle professioni legate alle TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione).