
In sintesi, le abilità degli italiani in matematica sono in linea con la media OCSE (471 punti su una media mondiale di 472) e sono più avanzate per quanto riguarda la lettura di un testo (482 punti ottenuti contro 476). E’ vero che sono al di sotto, invece, per quanto riguarda le scienze (477 versus 485), ma non ci è andata così male anche se, in realtà, i nostri punteggi non sono sensibilmente migliorati, anzi. Pur avendo guadagnato qualcosa in scienze e in lettura, infatti, rispetto all’ultima rilevazione del 2018 abbiamo perso qualche punto in matematica. Il nostro merito è stato piuttosto galleggiare in un contesto generale in cui, invece, le perdite sono state ben più gravi.
Tutta colpa del Covid? Gli studiosi sono cauti ma tutto fa pensare di sì. Quel che è certo è che in due decenni di test PISA il risultato per queste materie non ha mai subito variazioni così evidenti.
Il calo mondiale delle competenze dopo la pandemia
Infatti, il rendimento medio nei Paesi OCSE è sceso di 15 punti in matematica e di 10 punti in lettura dal 2018. Solo per scienze non ci sono stati cambiamenti significativi, guarda caso l’unico caso in cui siamo ancora piuttosto bassi. Un esempio su tutti: per quanto riguarda la disciplina focus del rapporto, per l’appunto la matematica, ben 43 paesi hanno ottenuto punteggi medi significativamente inferiori al ciclo 2018. Per questi paesi, il decremento medio è stato di circa 20 punti. L’Italia è tra loro (-15 punti) ma registra un calo minore che altrove.“Che la pandemia avesse aperto una voragine nei livelli di competenza raggiunti dagli studenti italiani nelle discipline di base era un fatto ormai assodato, grazie alle annuali rilevazioni svolte dall’INVALSI. Quello che non sapevamo è, che probabilmente, nel resto del mondo hanno fatto anche peggio. Questo è un fatto nuovo che emerge dalla presentazione dei dati della rilevazione PISA svolta nei paesi OCSE: ovunque nel mondo si è tornati indietro, Italia compresa, ma da noi abbiamo fatto meno peggio di altri. È quindi una sorta di riscatto della scuola italiana e della sua efficacia nel rispondere alla pandemia, ma chiaramente è solo un mezzo gaudio”. Così commenta Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.
Differenze territoriali e scolastiche, la macchia nel sistema italiano
Questo non vuol dire che possiamo sederci sugli allori. Consideriamo i livelli di competenza: un quindicenne che dimostra di possedere le abilità di base nelle tre discipline dovrebbe raggiungere un punteggio almeno di Livello 2, quello che comprende le capacità limite previste per la sua età e grado di istruzione. Ecco, complessivamente circa un terzo dei nostri adolescenti non arriva al Livello 2 in matematica. Si tratta di un quinto circa per la lettura e di circa un quarto per scienze. Malino anche per quanto riguarda le eccellenze: nel nostro Paese la percentuale di chi raggiunge i livelli più alti è minore di qualche punto.Insomma, un quadro con luce e ombre quello italiano. Anche perché la situazione, nel nostro territorio e nelle nostre scuole, presenta differenze sostanziali: un quindicenne che abita nel nord Italia, ad esempio, mediamente performa meglio di uno studente che abita al sud. In più, mentre più dell’80% degli studenti delle aree del nord si sono collocati almeno al livello base, sia in matematica che in lettura e scienze, nelle aree del meridione, invece, sono poco più del 60% in scienze, circa il 70% in lettura e circa il 55% in matematica.
Divari profondi si notano anche considerando i diversi indirizzi scolastici. Un liceale ha di norma esiti migliori di un allievo degli istituti professionali. Nei licei e negli istituti tecnici, in matematica, lettura e scienze, più di due terzi degli studenti hanno raggiunto il livello base o superiore di competenza. Complessivamente, invece, negli istituti professionali e nella formazione professionale la percentuale di studenti al di sotto del Livello 2 in matematica, lettura e scienze è più che doppia rispetto a quella registrata negli istituti tecnici e nei licei. Supera il 60% in matematica e in lettura e oltrepassa il 50% in scienze.