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Alfabeto dei diritti: cos'è e come si combatte l’Omotransfobia articolo

L'Omotransfobia rappresenta un tipo di discriminazione o violenza che si manifesta attraverso azioni messe in atto da uno o più individui con l'intento di offendere o denigrare un'altra persona in base alla sua identità di genere, orientamento sessuale o modo di esprimere il genere, sia essa reale o percepita.

 

 

A trattare la tematica è Sara Manfuso, attivista per i diritti civili e le pari opportunità e opinionista televisiva, che ha creato in collaborazione con Skuola.net la rubrica Alfabeto dei diritti. 

 

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Che cos’è l’Omotransfobia, la definizione

L'Omotransfobia si configura come una forma precisa di discriminazione e violenza, caratterizzata da azioni intenzionali perpetrate da uno o più individui con l'obiettivo di denigrare un'altra persona sulla base della sua identità di genere, orientamento sessuale o espressione di genere, indipendentemente che queste siano reali o percepite. “Un fenomeno sociale”, dice Sara Manfuso, “che purtroppo colpisce una fetta importante della popolazione”.

La manifestazione di tale fenomeno, così come le sue varianti, può essere influenzata da vari fattori sociali, come l'ambiente socioculturale in cui l'individuo si trova, il contesto scolastico che frequenta e il clima familiare in cui è cresciuto, oltre alle caratteristiche personali di ciascuno. Le persone che non seguono le norme sociali tradizionali sull'orientamento sessuale vengono spesso etichettate come "strane" o "innaturali", e questo può portare a discriminazioni e violenze.

 

Omotransfobia: come difendersi

“Denigrazioni verbali, violenze fisiche, tutto questo non deve più esistere e abbiamo gli strumenti per contrastarlo”. Come fa presente Sara Manfuso, In Italia non sono ancora previste specifiche disposizioni riguardanti l'identità di genere e l'orientamento sessuale, come avrebbe invece garantito il discusso DDL Zan. Ma questo non vuol dire che non ci si possa difendere. Esiste infatti la cosiddetta "legge Mancino", che punisce le condotte che incitano all'odio, alla discriminazione e alla violenza su base religiosa, etnica, razziale e nazionale. Il nostro ordinamento giuridico, in altre parole, protegge la persona nella sua interezza e qualunque forma di discriminazione può essere denunciata, seguendo le procedure appropriate, come nel caso dell'Hate Speech.

E poi si rivela fondamentale la sensibilizzazione culturale: “Parliamo ai nostri amici, parliamo a noi stessi”, conclude Sara Manfuso. “Non sentiamoci giudicati per quello che siamo”.

Data pubblicazione 29 Marzo 2024, Ore 15:35
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