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Alfabeto dei diritti: che cos’è il catcalling e come combatterlo articolo

Un atteggiamento spesso normalizzato e visto con leggerezza, che però può avere ripercussioni anche di una certa rilevanza sulle vittime. Il catcalling è una vera e propria molestia sessuale che passa attraverso i fischi, gli apprezzamenti urlati a bordo di una macchina, e così via. 


A parlarci della tematica è Sara Manfuso, attivista per i diritti civili e le pari opportunità e opinionista televisiva, che ha creato in collaborazione con Skuola.net la rubrica Alfabeto dei diritti.

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Che cos’è il catcalling: la definizione

Il catcalling è una forma di molestia sessuale perlopiù verbale, che si verifica in luoghi pubblici e che viene perpetrata da sconosciuti principalmente ai danni delle donne. Una pratica che si manifesta tramite apprezzamenti indesiderati sull'aspetto fisico, suoni di clacson, fischi e commenti sul modo di vestire, e così via.

Più che le parole usate, che non sono necessariamente volgari né tantomeno negative, è la situazione di disagio innescata da queste che va a costituire la vera molestia. Come spiega Sara Manfuso, il tema del consenso è centrale per distinguere il confine tra catcalling e semplice apprezzamento: “Il catcalling viene subito dalla persona come qualcosa di fastidioso, che altera le proprie abitudini di vita”. Avviene quindi quando “gli apprezzamenti non sono richiesti e ci fanno vivere quasi con sentimento di imbarazzo, di vergogna, il nostro corpo e la nostra presenza in quel dato spazio”.

Le vittime possono infatti provare sentimenti diversi, dalla paura all’insicurezza, dall’ansia alla vergogna, tutti sentimenti che a loro volta possono compromettere in maniera significativa la libertà. In alcuni Paesi, come la Francia, la gravità di tali azioni ha portato all'introduzione di specifiche leggi contro il catcalling.

Come difendersi dal catcalling

Nonostante l'Italia non riconosca il catcalling come reato specifico, il Codice Penale prevede, all'articolo 660, la contravvenzione di molestia o disturbo delle persone, che sanziona con arresto fino a 6 mesi, più ammenda fino a 516 euro per chiunque arrechi disturbo o molestia - in un luogo pubblico o aperto al pubblico - attraverso “petulanza o altro biasimevole motivo”.

Data la natura subdola del catcalling, che può non essere immediatamente riconosciuta come molestia, il supporto di specialisti può rivelarsi fondamentale. Gli esperti, spiega Sara Manfuso, possono aiutare le vittime a superare i sentimenti di vergogna e a disinnescare le dinamiche disfunzionali legate all'esperienza vissuta, contribuendo a prevenire il fenomeno del victim blaming, dove la vittima viene colpevolizzata per le molestie subite.

Data pubblicazione 29 Febbraio 2024, Ore 5:20
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