
In quei giorni del 2022 la Russia sperava di rovesciare il governo democraticamente eletto dell’Ucraina in poche settimane con una “guerra lampo”, ma, come sappiamo, questi progetti sono falliti con il passare dei mesi. Ma cos’è successo in quest’anno e cos’è cambiato nel conflitto?
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Guerra in Ucraina: cos’è successo in un anno
Già dopo un paio di mesi dall’inizio delle ostilità era ben chiaro che il conflitto si era trasformato dalla possibile “guerra lampo”, ormai naufragata, in un ampio conflitto con conseguenze enormi in tutto il mondo. Infatti fin da subito l’offensiva militare russa ha incontrato grosse difficoltà, soprattutto nel nord dell’Ucraina, registrando le prime eclatanti sconfitte, alle quali non era affatto preparata.L’esercito russo, già formato in principio da riservisti e inesperti, ha dovuto affrontare una resistenza apparsa da subito come strenua e tenace da parte delle forze ucraine. Tuttavia i russi hanno ottenuto anche parecchie vittorie, conquistando luoghi strategici quali la centrale nucleare dismessa di Chernobyl e la regione di Kherson e quella di Zaporizhzhia, inclusa l’omonima centrale nucleare, ancora oggi sotto il controllo russo, come riporta ‘IlPost’.
Altra combattutissima battaglia è stata quella che ha avuto come teatro la città portuale di Mariupol, a sud-est, conquistata dai russi a maggio, dopo settimane intense di assedio con ogni mezzo. Nelle prime fasi del conflitto era poi stata presa di mira persino Kiev, capitale Ucraina, ma in poche settimane è stato reso chiaro che i russi non avrebbero avuto possibilità di espugnarla e lì si è registrata la prima eclatante ritirata dell’esercito del Cremlino.
La seconda fase del conflitto in Ucraina
Poco dopo che i soldati russi si sono ritirati da Kiev, per molti esperti è iniziata quella che viene chiamata la “seconda fase” della guerra, che si è concentrata soprattutto sulle parti orientali e meridionali dell’Ucraina, e ha visto un significativo ridimensionamento degli obiettivi russi.Questa fase è caratterizzata dalla battaglia per il controllo del Donbass, ovvero la regione dell’Ucraina orientale in cui si trovano le repubbliche autoproclamate di Donetsk e Luhansk, nelle quali in realtà il conflitto andava avanti già dal 2014 tra ucraini e separatisti filorussi. La battaglia nel Donbass, iniziata a metà aprile, è andata avanti molto più lentamente di quanto la Russia si sarebbe aspettata, soprattutto in quanto nella regione sono presenti molti sostenitori filorussi, e oggi è di fatto ancora in corso. Anche se la Russia controlla quasi tutta la regione di Luhansk e parte delle regioni del Donetsk, di Zaporizhzhia e di Kherson, non è mai riuscita a sfondare come avrebbe voluto, coinvolgendo la maggior parte della popolazione, che in realtà non ha accolto granché bene i soldi russi in quelle zone, e anzi ha subìto grosse controffensive da parte dell’Ucraina.
Guerra in Ucraina: la controffensiva
In estate non si sono registrate molte azioni degne di note, e anzi, lo stallo è stato rotto soltanto a settembre con la controffensiva Ucraina volta a riprendere il controllo della regione di Kharkiv, allora interamente conquistata dai russi.Questa è tutt’oggi una delle più grandi vittorie dell’esercito ucraino, nonché il il più importante sviluppo recente nella guerra. Alla controffensiva si è arrivati con mesi di pianificazione e condivisione di informazioni tra l’esercito ucraino e le intelligence occidentali, proprio durante i mesi estivi definiti di stallo.
A quella di Kharkiv è seguita la seconda importante controffensiva ucraina che si è concretizzata lo scorso autunno nella regione di Kherson e che si è conclusa con la liberazione di Kherson, una delle città di cui l’esercito russo aveva preso il controllo all’inizio dell’invasione.
Guerra in Ucraina: cosa sta succedendo ora
Attualmente, complice il rigido inverno ucraino, le azioni sul campo sono ridotte e i due schieramenti probabilmente si stanno preparando per il disgelo. Nel frattempo, dove non arriva con i soldati, la Russia continua con i bombardamenti serrati sulle più importanti città, compresa Kiev, che non ha mai visto una tregua in tal senso.I bersagli dei bombardamenti molto spesso sono edifici civili e complessi residenziali, ma in questi ultimi mesi gli attacchi si sono concentrati soprattutto sulle infrastrutture energetiche ucraine, causando regolari e ripetute interruzioni di corrente e problemi alle reti idriche di varie città: per questo motivo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato la Russia di “terrorismo energetico”.