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accadde oggi entrata in vigore protocollo kyotoIn questo stesso giorno del 2005 nel nostro Paese entrava in vigore il Protocollo di Kyoto. Si trattava a tutti gli effetti del primo accordo globale che impegnava tutti i Paesi industrializzati a ridurre le emissioni di anidride carbonica.


Il primo passo dell'umanità verso una cultura ambientale sostenibile comune. Il documento venne firmato nella città giapponese di Kyoto, in occasione della Conferenza ONU sui cambiamenti climatici, nel 1997: vediamo cosa prevede e quali Paesi hanno aderito.

Protocollo di Kyoto: USA e Canada non aderiscono

L'idea che le attività umane siano alla base dei continui cambiamenti climatici è ormai stata accertata dalla comunità scientifica. Con lo stesso spirito si tenne la Conferenza ONU sui cambiamenti climatici, nell'ambito della COP 3 del 1997. Inizialmente, perché il trattato potesse entrare in vigore, si richiedeva che fosse ratificato da non meno di 55 Stati firmatari e che gli Stati che lo avessero ratificato producessero almeno il 55% delle emissioni inquinanti: quest'ultima condizione è stata raggiunta solo nel novembre del 2004, quando anche la Russia ha perfezionato la sua adesione. Nel 2001 i Paesi aderenti erano 40, appena due anni dopo 120.

Oggi tutti i grandi Paesi industrializzati sono ancora parte attiva del Protocollo di Kyoto. Fatta eccezione per gli Stati Uniti, la cui adesione venne ritirata da George W. Bush al suo insediamento, e per il Canada, che si chiamò fuori nel 2011. Al contrario,  Cina, India e altri Paesi in via di sviluppo non hanno aderito agli obblighi del Protocollo di Kyoto perché non sono stati tra i primi responsabili delle emissioni di gas serra, anche se il loro più recente periodo di industrializzazione sta aggravando oggi il cambiamento climatico.

Gli obblighi vincolanti del trattato

Originariamente l'accordo imponeva ai Paesi industrializzati - riconosciuti come principali responsabili dei livelli di gas ad effetto serra presenti in atmosfera – un impegno a ridurre le emissioni di gas ad effetto serra di almeno il 5% nel periodo compreso tra il 2008 e il 2012. La Conferenza di Doha del 2012 ha poi posticipato i termini al 2020. Nel mirino dell'accordo, sei diversi tipi di gas serra:

  • biossido di carbonio (CO2);
  • metano (CH4);
  • protossido di azoto (N2O);
  • idrofluorocarburi (HFC);
  • perfluorocarburi (PFC);
  • esafluoro di zolfo (SF6).
  • I Paesi aderenti disponevano – e dispongono – della possibilità di ricorrere a meccanismi di mercato, i cosiddetti “Meccanismi Flessibili” tra cui il principale è il Meccanismo di Sviluppo Pulito. Un esempio è l'”Emission Trading” che consente lo scambio di crediti di emissione tra Paesi industrializzati e a economia in transizione. L'obiettivo di questi Meccanismi Flessibili era chiaro: ridurre al minimo i costi di riduzione delle emissioni. Nel caso dell' “Emission Trading per esempio, qualsiasi Paese che abbia raggiunto una diminuzione di gas serra superiore al suo obiettivo può cedere i “crediti di emissione” ad un altro Paese che, al contrario, non è stato in grado di rispettare i propri impegni sulle riduzioni.

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