
La guerra in Ucraina va avanti da oltre 60 giorni e ultimamente l'attenzione sembra essersi concentrata sua una regione filorussa che formalmente fa parte della Moldavia e che confina con l'Ucraina ovvero la Transnistria dove lo scorso martedì ci sono stati alcuni attacchi contro edifici pubblici e antenne radio che, secondo molti analisti, potrebbero essere un pretesto per giustificare un'invasione russa della Moldavia o un'invasione dell'Ucraina da ovest.
Ma, andiamo a vedere cos'è la Transnistria e quali potrebbero essere gli scenari futuri.
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La Transnistria: tra indipendentismo e vicinanza a Mosca
Il suo nome significa letteralmente "oltre il fiume Dnestr” ed è una repubblica filorussa che si considera indipendente dalla Moldavia ma che nessun Paese al mondo ha mai riconosciuto. Le istanze separatiste, in particolar modo, iniziano ad affacciarsi dopo il crollo dell'Unione Sovietica e l'indipendenza della Moldavia quando vi furono anche combattimenti intensi tra truppe separatiste sostenute della Russia e truppe moldave aiutate anche da volontari romeni.Nel corso degli anni, inoltre, furono avviate diverse trattative per costituire una Moldavia federale di cui facesse parte anche la Transnistria ma con l'invasione della Crimea da parte della Russia nel 2014 l'iniziativa sfumò e, così ancora oggi, il legame con la Russia si avverte: non solo la Russia manda alla Transnistria aiuti economici e militari vitali per l’economia locale ma ha anche una sua base militare permanente nel Paese che conta 1.500 unità, paga una pensione supplementare agli anziani transnistriani e la rifornisce di gas a prezzi calmierati.
La vicinanza si avverte anche dal lato della Transnistria che ha un suo governo e una sua valuta, il rublo transinistriano, dove una buona parte della popolazione, per esempio, parla russo, segue le trasmissioni televisive dominate dai media russi filogovernativi e dove il più grande gruppo di aziende del Paese fa capo ad una sorta di oligarca filorusso che controlla una catena di negozi, stazioni di benzina e la squadra di calcio più forte del paese, lo Sheriff Tiraspol.
Il possibile progetto russo
Nonostante la Russia nel 2014 abbiamo rifiutato di annettere la regione moldava respingedo la richiesta dei suoi funzionari così come non aveva accettato quella della autoproclamente repubbliche di Donetsk e Lugansk, dopo la mancata conquista della capitale ucraina Kiev la strategia militare russa è cambiata. Adesso, così come ha dichiarato il generale russo Minnakayev, Mosca intende occupare la parte orientale e meridionale dell'Ucraina: dalla regione del Dombass fino al porto di Odessa e, forse, arrivando a includere anche la Transnistria.Sempre secondo le dichiarazioni di Minnakayev riportate dal Moscow Times, anche in Transnistria ci sarebbero stati "casi di oppressione della popolazione di lingua russa”. Accuse non vere che si collocano sulla stessa linea di quelle rivolte all'Ucraina.
Le esplosioni in Transnistria
In questo contesto si vanno a posizionare le esplosioni che il 25 aprile, giorno festivo della Pasqua ortodossa, hanno colpito un edificio governativo a Tiraspol e quelle presunte del 26 aprile contro due antenne radio e contro una struttura militare. Proprio per questo, cresce la preoccupazione della Moldavia che a livello politico ha una situazione simile a quella dell'Ucraina.Durante le elezioni del 2020 a trionfare contro il presidente filo russo uscente Igor Dodon, è stata l'europeista Maia Sandu che ha convocato il consiglio di sicurezza della Moldavia per discutere della complicata situazione visto che, come riporta una nota del ministero degli Esteri moldavo:"L'obiettivo dell'incidente è quello di creare un pretesto per minare la sicurezza nella regione della Transnistria che non è controllata dalle autorità costituzionali".
Paolo Di Falco