
Questo quello che è accaduto anche a Gianluca Dotti, un divulgatore scientifico che si occupa di ricerca, salute, tecnologia e business.
Oltre alle diverse collaborazioni, come quelle con con Wired Italia, Mediaset, Il Sole 24 Ore, si occupa di realizzare libri di testo per varie case editrici scolastiche.Gianluca nella nuova puntata del podcast di Skuola.net, #FuoriClasse, ci ha parlato di come si fa a parlare di scienza senza annoiare e di come, quest'ultima, è una presenza costante nelle nostre vite.
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La passione per la scienza e un professore speciale
Come ci tiene subito a sottolineare Gianluca, era uno studente "appassionato di materie scientifiche, fin dalla scuola elementare ma, allo stesso tempo, anche affascinato dal mondo della comunicazione". Ad accrescere la sua passione per le materie scientifiche è stato però "il docente che ho avuto per tutti i cinque anni di liceo scientifico che non solo insegnava fisica ma la faceva amare"."Per spiegare la gittata di un corpo che viene sparato, per esempio, lanciava in classe oggetti presi a caso dagli astucci degli studenti. Oppure se una persona non si ricordava una formula, per riuscire a mettergliela in testa la scriveva con il gesso sulla schiena della persona che stava seduta davanti..."
"Tutto ovviamente in modo giocoso e divertente, a volte quasi teatrale, ma diciamo che è stato davvero uno degli elementi che mi ha fatto pensare 'Wow, la scienza è bella ma la scienza può essere anche divertente da fare, divertente da esplorare e divertente da costruire, approfondire insieme'".
I libri di testo e l'obiettivo di non far annoiare
Tra le altre cose, Gianluca oggi si occupa di realizzare libri di testo per gli studenti. "Un libro di testo inteso in modo tradizionale, quindi un fascicolo di fogli di carta scritti, ha un numero di potenzialità inferiore rispetto ad altri strumenti digitali. Motivo per cui oggi sappiamo bene che il concetto di libro sta superando anche la sua dimensione strettamente fisica visto che sono sempre di più le app, le applicazioni, le pagine, i modi di approfondire che si possono usare...""Sostanzialmente" - continua Gianluca - "il libro è uno dei modi che ci sono per imparare una materia ma l'approfondimento dovrebbe avvenire su altri canali. Molto importante è anche il ruolo di chi il libro lo usa in classe ovvero l'insegnante, nel senso che è forse fin troppo facile immaginare di trasmettere agli studenti le conoscenze di una certa materia affidandosi unicamente al libro che si è deciso di adottare".
"Basti pensare che i miei ricordi migliori, quelli più utili anche per il mio futuro, sono stati quelli in cui l'insegnante ha saputo, sì, appoggiarsi al libro di testo, ma anche dare un proprio approccio alla
materia cercando di aiutare gli studenti a capire come utilizzare lo strumento. Quest'ultimo forse è un aspetto che non sempre viene messo ai primi posti della graduatoria ma, insegnare a studiare ed utilizzare un libro è fondamentale".
L'importanza della scienza sui banchi di scuola
Molte volte l'approccio alle materie scientifiche non è immediato, spesso ostacolato da formule e nomi illeggibili anche se "la scienza copre una varietà infinita di campi e quindi, non si può non essere curiosi. E aggiungerei anche che è importante il lasciarsi investire, colpire dalla scienza e metterci davvero mente e cuore all'interno"."In questo modo si può provare a vedere che cosa davvero la scienza ci sta raccontando. Magari a volte lo fa in modo un po' astruso, se pensiamo alle formule matematiche o ai principi che hanno dei nomi complicati... In realtà quello che le formule, la matematica e quei nomi ci raccontano è di fatto come funziona il mondo in cui viviamo".
"Per mondo, e da fisico mi viene da guardarla un po' in questo modo, non intendo semplicemente quello che succede sul pianeta Terra, che già è tantissimo e c'è tantissima scienza da un'infinità di diversi punti di vista, ma è addirittura vedere che cosa succede al di fuori del nostro pianeta, quindi nell'universo".
"Fino a capire quali sono le leggi fondamentali della natura che regolano l'interazione tra atomi o anche tra particelle subatomiche e che di fatto permettono a noi piccoli esseri umani, su un piccolo pianeta, di un piccolo sistema stellare, di una di sostanzialmente infinite galassie che compongono l'universo, di capirci qualcosa di come è fatto l'universo stesso. Beh, vi dirò, non mi sembra una cosa da poco".
Paolo Di Falco