8' di lettura 8' di lettura
gloria chiocci ux design studentiLa rivista Forbes l’ha inserita nella lista degli under 30 più influenti in Italia, eppure Gloria Chiocci, 30 anni da poco compiuti, non se la tira per niente. La sua è una storia di sacrificio, impegno e passione.


La stessa passione che l’ha portata a fondare UXforKids, un progetto che mira a stimolare l’apprendimento dei piccoli studenti attraverso le metodologie dell’UX Design. Per chi se lo stesse chiedendo l’UX Design consiste nella progettazione della migliore esperienza possibile quando si utilizza un prodotto o un servizio digitale: gli addetti ai lavori la chiamano user experience. Il centro del lavoro dell’User Experience Designer è l’interazione uomo-macchina, ossia tutte quelle operazioni che ciascuno di noi può compiere usando un prodotto digitale come ad esempio caricare una foto su un social network o prenotare servizi su un portale, per citarne alcuni.

Gloria, che lavora come UX Designer, intende applicare le sue conoscenze ad un contesto - quello scolastico - che non risulta più in linea con i tempi. Secondo l’ultimo rapporto “The Future of Jobs” del “World Economic Forum”: ”Il 65% dei bambini che siedono sui banchi di scuola (5-10 anni) farà un lavoro che ancora non esiste”. Una previsione che apre ad una riflessione obbligata sul metodo didattico-educativo delle scuole. Per questo abbiamo fatto due chiacchiere con la giovane fondatrice di UXforKids: il modello didattico va ripensato? E quali sono le caratteristiche di una didattica innovativa? Ne abbiamo parlato con Gloria Chiocci.

Trasformare un DSA in un punto di forza

Il progetto di UXforKids nasce anche con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della dislessia e sulla necessità di nuovi modelli di apprendimento più inclusivi. Gloria ha provato sulla sua pelle quanto l’assenza di una didattica personalizzata possa rendere l’esperienza scolastica complicata. Ma nonostante il disturbo specifico dell’apprendimento che l’accompagna fin da bambina, Gloria è riuscita a laurearsi in Comunicazione e storytelling con il massimo dei voti, solo uno dei tanti traguardi raggiunti: ”Durante la triennale in Comunicazione Internazionale, nel 2013, ho vinto il premio Creativity Camp ed ho ottenuto una borsa di studio che mi ha permesso di approfondire gli studi in Canada”.

Entrando in contatto con nuove metodologie di didattica tecnologica e inclusiva, Gloria si rende conto che le mappe e gli schemi che utilizzava per studiare erano una pratica piuttosto diffusa in Canada: ”All’università mi sono resa conto che per studiare e memorizzare utilizzavo mappe, etichette e post-it colorati, proprio come i professionisti dell’UX Design”. Nel momento in cui Gloria si avvicina all’User Experience Design capisce che quella è la sua strada. Così nel 2015 nasce UXforKids, un progetto che scaturisce dalla volontà di Gloria di mettersi a disposizione degli altri, e di incoraggiare chi come lei soffre di un disturbo specifico dell'apprendimento (DSA): ”Non ho mai visto la mia dislessia come un limite, per me è sempre stata una caratteristica, un modo differente di apprendere”.

UXforKids: l’apprendimento incontra la creatività

“I limiti sono fatti per essere superati” recita un vecchio proverbio. UxforKids unisce apprendimento e creatività e stimola i piccoli studenti con una didattica più inclusiva, attraverso metodologie di design thinking e strumenti tecnologici. ”I bambini apprendono in modo creativo metodologie quotidianamente usate dagli UX Designer, per applicarle allo studio e, in un futuro, al mondo del lavoro”. In poche parole, il progetto si sviluppa con una serie di workshop e attività di gruppo, che stimolano la collaborazione tra i bambini e che ”generano empatia: queste caratteristiche non hanno sempre avuto la giusta attenzione” spiega Gloria.

In questo contesto come si inserisce la scuola italiana? Perché se è vero che c’è maggiore attenzione riguardo i DSA, è vero anche che per troppo tempo queste problematiche sono state prese spesso sotto gamba: “Ad oggi sicuramente c’è una maggiore sensibilità riguardo il tema. Ai miei tempi si pretendeva che uno studente con DSA scrivesse su carta e penna, rendendo l’esperienza scolastica davvero faticosa” spiega la founder. Oggi UXforKids è presente in molte scuole, e come ci rivela Gloria, “a breve partirà un nuovo progetto EduTech negli istituti”.

Le caratteristiche di una didattica innovativa. Banchi a rotelle? Bocciati

Dare ai bambini gli strumenti per vivere un’esperienza scolastica positiva, che passa per metodologie innovative, per poi un domani essere in grado di orientarsi nel mondo del lavoro. Quali sono le 5 caratteristiche che rendono la didattica davvero innovativa? Lo abbiamo chiesto a Gloria. ”Ci sarebbero tanti aspetti su cui lavorare. Tra questi, la scuola dovrebbe stimolare la creatività degli studenti, metterli in condizione di approcciarsi alla tecnologia, magari mediante l’uso dei tablet ad esempio. Garantire lezioni inclusive, quindi non lasciare che qualcuno rimanga indietro”. In che modo? ”Insegnando ai ragazzi la cooperazione, uno di quegli aspetti che si ripresenterà anche in età adulta nell’ambiente di lavoro”.

Ultima, non per importanza, la scuola deve essere ”attuale": ”Superare i vecchi schemi. Per troppo tempo si è dato importanza al voto in sé, in alcuni casi privilegiando altri aspetti formativi. Insomma, il voto è importante intendiamoci, ma non deve distogliere dalle esigenze di apprendimento degli studenti”. Iniziare da piccoli e semplici passi, come può essere la scelta di una lezione più interattiva:”Liberiamoci di alcuni concetti. Oggi gli studenti siedono in classe, in silenzio, statici e rivolti verso l’insegnante: non sarebbe più stimolante offrire una ‘mobilità’ delle postazioni? In questo modo si crea interattività nel gruppo classe e collaborazione tra bambini”. In questo senso i banchi rotelle, al centro del dibattito nell’ultimo anno, potrebbero rivelarsi la soluzione ideale ma Gloria li boccia: ”Ho avuto modo di studiare su questo tipo di postazione, ma l’ho trovata davvero scomoda e soprattutto poco funzionale perché instabile quando si scrive” conclude Gloria.