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carlo bertelliNel 2005 un gruppo di ricercatori della Boston University condusse una ricerca sull’imprevedibilità dello sport. Stando a quanto riportato dalla rivista scientifica New Scientist, il team prese in analisi i match di più discipline sportive per capire quanto fosse facile prevederne i risultati.


In termini di incertezza, dallo studio emerse che nessun altro sport rispondeva a logiche imprevedibili come il calcio. Su oltre 43mila partite analizzate infatti, la probabilità che alla fine vincesse la squadra sfavorita era del 45,2%. In poche parole, in quasi la metà dei casi, il risultato di un incontro di calcio tiene conto di “leggi” che sfuggono alla comprensione umana.

Questa incertezza ha favorito una crescita esponenziale - soprattutto negli ultimi anni - dell’utilizzo di dati e statistiche, applicati al contesto calcistico. E sono sempre di più i club che si affidano alla tecnologia con lo scopo di analizzare gli avversari e capire i loro punti deboli. Kama.Sport, startup informatica nata sulla sponda bresciana del Lago di Iseo, ha proprio questa missione: portare l’industria 4.0 e i big data nel mondo del calcio. Padre di questo ambizioso progetto è Carlo Bertelli, 27enne bresciano che si è posto lo scopo di produrre dei veri e propri modelli predittivi nello sport. Forbes lo ha inserito nella lista dei giovani under 30 più influenti in Italia, così abbiamo pensato di fare due chiacchiere con Carlo per cercare di capire meglio quando e come nasce Kama.Sport e quali sono i suoi obiettivi futuri.

Kama.Sport: la piattaforma che si adatta agli allenatori

Dopo un percorso formativo che lo ha portato a conseguire un Master in Finance alla LUISS e un Exectuive in Public Policy alla “Harvard Kennedy School”, Carlo si è avvicinato al mondo delle start-up: ”Il progetto è nato dalla volontà di fare start-up legata ad innovazione e tecnologia. Quando ero al primo anno di università Mark Zuckeberg stava avviando il progetto Meta. Se lui a meno di 30 è riuscito a realizzare un’idea interessante, mi sono detto perché io no? Cerco sviluppatori per lavorare ad un progetto inizialmente legato al noleggio”. Nel 2017 la svolta a Trento: ”Partecipo ad una maratona di innovazione nell’ambito dati e calcio. Lì capiamo che il mercato tecnologico nel mondo sportivo non solo è interessante ma anche in crescita. Per cui switchiamo il progetto fino al 2019 quando fondiamo Kama.Sport. Ad oggi si pone di integrare tutti i dati in unica piattaforma. Non dati generati, ma già esistenti. Pensa che ci sono milioni di dati in una sola partita, ma anche quelli legati all’ambito medico, atletico, e agli allenamenti in generale. Noi li rendiamo fruibili in un’unica piattaforma che intreccia questi dati. Cerchiamo di essere un software service verticale sul mondo sport”.
bertelli serie A
Nello specifico, Carlo ha costruito una piattaforma che oggi aiuta squadre di Serie A come il Napoli di Spalletti, il Cagliari di Mazzarri e il Sassuolo di Dionisi, nonché tecnici come Filippo Inzaghi, Vincenzo Italiano e Roberto De Zerbi nell’analisi tecnico-tattica, nella definizione della strategia di gioco e nella campagna acquisti per individuare i campioni del futuro. Ridurre quindi al minimo quel margine di imprevedibilità che caratterizza lo sport del calcio: ”Ci sono varie variabili nel calcio, come il fatto che la palla venga gestita con i piedi e non con le mani; il fatto che ci siano 22 giocatori; le dimensioni del campo e, cosa fondamentale, la partita viene decisa da eventi rari come i gol. Rari perché in altri spot ci sono più punti; il campo è ridotto e si usano le mani: è tutto più gestibile. Il gol ti dà l’emozione che un tiro a canestro non genera. Il concetto è che questa imprevedibilità del gol rende il lavoro che facciamo più difficile, perché devi fare un lavoro più organizzato e saper intrecciare questa enorme mole di dati. Ogni allenatore ha una sua metodologia di lavoro e tiene conto di alcuni parametri, e Kama.Sport si adatta alle esigenze dei clienti come un camaleonte: da qui il nome”.

L’accordo con la Lega Serie A e il modello italiano

Un progetto - quello di Carlo - che non è passato inosservato e che in appena due anni ha già raggiunto risultati sorprendenti. Tra questi, l’accordo con la Lega Serie A. Ad oggi tutte le squadre della massima serie calcistica dispongono della piattaforma di Carlo, e più della metà la utilizzano quotidianamente: ”Al momento sono nostri clienti Napoli, Milan, Atalanta, Udinese, Lazio, Fiorentina, Sassuolo, Verona, Cremonese e Monza. Con la Lega Serie A abbiamo avviato un progetto diviso su tre step, il primo è la distribuzione della nostra piattaforma a tutti i club. Poi il secondo step è quello di integrare sempre più funzionalità, fino ad arrivare al terzo step dove svilupperemo tecnologie innovative legate agli NFT e al Metaverso”.
kamasport e maurizio sarri
Non solo Italia però, l’obiettivo è internazionalizzare Kama.Sport, portando all’estero un know how del tutto italiano.” Il calcio italiano è molto tattico ed è fonte di ispirazione in tutto il mondo. In America il calcio sta crescendo di anno in anno. Basti pensare a quanti fondi americani stanno investendo in Italia: Milan, Fiorentina, Roma ma anche tanti altri. Esportare quindi il calcio come fosse pasta e pizza, e puntare al mercato di altri sport come rugby e hockey. Ma questo non vale solo per l’America, stiamo puntando anche ad altri mercati, come il Brasile.

Come nasce la carriera da startupper: “Ai giovani dico di lavorare sulle idee”

Lo sport è un settore in continua evoluzione, e in rapida crescita in molte zone del mondo. Inoltre è un contesto che interessa davvero un’infinità di ambiti, come ci rivela Carlo: ”Tanti pensano al mondo dello sport come un settore da tempo libero ma in realtà è un settore che abbraccia la formazione, l’informazione, l’intrattenimento, i media ma anche le grandi aziende che si pongono come sponsor. Lo sport fa da cuscinetto tra queste realtà. Kama.Sport vuole innovare attraverso la tecnologia rendendo lo sport una vera industria. Vogliamo diventare una Giant Company, partendo da una nicchia ed espandendoci: adesso ci concentreremo sul calcio”.

A distanza di tre anni, Carlo si descrive come un ragazzo totalmente diverso da ciò che era. Frutto delle esperienze vissute, ma anche delle skills acquisite portando avanti il progetto. I giovani che oggi intendono intraprendere un percorso simile devono però avere le idee chiare e fissare un obiettivo ragionato, e quindi raggiungibile: ”Chi vuole fare start-up deve ragionare sull’aspettativa di un brand, e definire un mercato di nicchia. L’errore che fanno molti è puntare ad un mercato ampio. Nel mercato piccolo puoi trovare una soluzione e prendere la leadership di quel settore. Paypal nasceva come servizio di pagamento per eBay; Bezos vendeva libri. Prenditi una nicchia, lavora sul team, lavora sulle tue idee e poi sviluppale. Devi essere disposto a sacrifici e avere la volontà di realizzarti, di lavorare su te stesso. A distanza di tre anni sono una persona diversa. Insomma, l’obiettivo è: ‘finché siamo vivi si spinge’”.