
Il 6 agosto 1945 l'aeronautica militare statunitense sganciò l'ordigno Little Boy sulla città di Hiroshima, passando agli annali come il primo attacco nucleare nella storia dell'umanità. Al bombardamento fece seguito, tre giorni più tardi, un'altra catastrofe. Questa volta lo scenario è la città di Nagasaki che fece da scenario alla seconda offensiva americana a distanza di pochi giorni.
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Sgancio della bomba 'Fat Man' su Nagasaki: cosa è successo il 9 agosto 1945
La mattina del 9 agosto 1945 l'equipaggio del Boeing B-29 Superfortress BOCKSCAR, il bombardiere scelto per la missione, si alzò in volo con a bordo la bomba atomica soprannominata "Fat Man", alla volta di Kokura, l'obiettivo iniziale della missione. Tuttavia le condizioni atmosferiche non permisero di raggiungere l'obiettivo, per questo la missione venne dirottata su Nagasaki. Intorno alle 07:50 – ora locale – le sirene dell'allarme antiaereo svegliarono la popolazione di Tokyo che rimase in apprensione fino alle 10:53, quando i sistemi radar giapponesi fecero rientrare l'allarme. Dopo aver rilevato la presenza di due bombardieri il commando giapponese ritenne che si trattasse solo di aerei da ricognizione e non lanciò quindi l'allarme.Poco dopo le ore 11:00, il bombardiere sganciò tre scatole attaccate ad un paracadute, all'interno vi erano dei messaggi per il professore Ryokichi Sagane, un fisico nucleare dell'Università Imperiale di Tokyo che aveva studiato all'Università di Berkeley. Fu lì che conobbe tre degli scienziati responsabili della bomba atomica: i messaggi per il fisico giapponese arrivavano proprio da loro, perché informasse i cittadini dell'imminente pericolo. Le lettere vennero ritrovate dalle autorità militari, ma non furono consegnate al destinatario.
Alle 11:02 il Boeing americano sganciò la bomba Fat Man, che conteneva circa 6,4 chilogrammi di plutonio-239, sulla zona industriale della città. La bomba esplose a circa 470 metri d'altezza, a quasi 4 chilometri a nord-ovest rispetto a dove previsto: una 'disattenzione' del capitano che salvò gran parte della città. Tuttavia la conta delle vittime rimase drasticamente elevata. Secondo le stime, almeno 40mila dei 240mila residenti a Nagasaki vennero uccisi all'istante e oltre 55mila rimasero feriti. Ad oggi si parla di circa 80mila persone scomparse nella sola città di Nagasaki, incluse poi quelle esposte alle radiazioni nei mesi seguenti. Un particolare rilevante e allo stesso tempo drammatico: tra le persone presenti a Nagasaki il 9 agosto vi era anche un ristretto numero di sopravvissuti di Hiroshima.