Maria_Zanghi
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binge eating cos'è storia di Francesco animentaI Disturbi del comportamento alimentare sono, solitamente, considerate delle patologie di genere: colpiscono in percentuale maggiore le ragazze, le quali si ammalano principalmente di anoressia. Ma sono diversi anche i malesseri, espressi mediante relazioni di conflittualità con il cibo, che coinvolgono i ragazzi, soprattutto nella fase dell'adolescenza.

La "vigoressia", per esempio, è l’ossessione per il corpo muscoloso, ed è patita più frequentemente proprio dai maschi, i quali si sottopongono a delle estenuanti sessioni di allenamento per più giorni a settimana, con un’alimentazione abbastanza selettiva che può creare dei danni.

In qualche modo, questo è uno dei problemi che ha colpito Francesco, un giovane ragazzo che all'età di 23 anni ha iniziato a soffrire di binge eating (o Sindrome da Alimentazione compulsiva), cioè un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato dal consumo di ampie quantità di cibo in un breve periodo, associato a una sensazione di perdita di controllo sull'assunzione degli alimenti e a sentimenti di autodenigrazione. A questo, Francesco abbinava lunghe giornate trascorse in palestra per eliminare quel senso di colpa dovuto alle abbuffate.

Alla base della sua relazione malsana con l'alimentazione c'è una grande insoddisfazione: il rapporto conflittuale con la famiglia e il pensiero di non essere mai abbastanza, soprattutto in relazione allo studio e all'università.
Il suo percorso di guarigione non è ancora terminato, ma ha deciso di chiedere aiuto e di raccontare la sua storia attraverso il portale di Animenta.

La storia di Francesco: i primi segni del malessere

Per mezzo del corpo ci mostriamo al mondo e quando viviamo un malessere emotivo lo manifestiamo anche attraverso di esso. Il cibo può diventare un amico, ma anche un pensiero fisso, da cui possiamo diventare dipendenti, cadendo nella trappola del disturbo alimentare. Questo è ciò che accade a chi si ammala di DCA, ed è quanto successo a Francesco quando, a 23 anni, si è ritrovato a dover fare i conti con inquietudini familiari e costante insoddisfazione dovuta al non raggiungimento degli obiettivi universitari.

La casa, per Francesco, era il luogo dove venivano fuori le sue più importanti frustrazioni: dopo un periodo trascorso all'interno delle residenze universitarie, il ragazzo con l'arrivo delle vacanze estive era tornano dalla sua famiglia con cui, però, aveva quasi del tutto interrotto i legami. "Il rapporto con i miei, specialmente con mio padre, non andava affatto bene. Uno dei motivi era il mio sentirmi come una fabbrica di esami da parte loro - ha raccontato Francesco - e non solo durante l’università, ma anche al liceo sentivo di venir apprezzato praticamente solo se produttivo, e di conseguenza tendevo a chiudermi sempre più con loro".

Il malessere in casa era palpabile e Francesco non riusciva più a gestire la sua vita: passava dal divano al PC senza una vera motivazione. Il cibo, per il giovane, sembrava essere l'unica luce. "Avevo frequentissimi e fortissimi pulsioni verso il cibo, che mi portavo dietro da anni ma che prima, tutto sommato, si limitavano a 2 o 3 giorni al mese" ma, da quel momento in poi, sono iniziate a ripetersi in maniera costante.

Rapporto conflittuale in famiglia: Francesco si nasconde nelle abbuffate da cibo

Con l'arrivo del nuovo anno accademico, Francesco era tornato alla sua vita precedente, riprendendo a studiare all'università e ad allenarsi in palestra. In un primo momento era riuscito, quindi, a tenere a freno il malessere che lo aveva attanagliato fino a poche settimane prima. Col tempo, però, quei brutti stati d’animo erano tornati al punto di partenza: "Apatia, anedonia, ansia, tristezza. Non riuscivo più ad allenarmi, non ne vedevo il senso, non avevo amor proprio".

Il colpo di grazia è stato il ritorno delle abbuffate: "Una volta a casa, mi assaliva un forte senso di fame ma mi accorgevo che non era una fame come le altre, quanto piuttosto una pulsione, desiderio verso il cibo e per lo più verso il cibo spazzatura. Quello che facevo era letteralmente divorare ciò che mi capitava di ipercalorico, un alimento dal gusto molto soddisfacente, preferibilmente carico di carboidrati semplici e grassi. Continuavo da sazio, anche se vedevo che la confezione non era finita, nonostante avessi avvertito sazietà da un bel pezzo".

Il cibo usato per compensare la tristezza

"Mangiavo per attenuare un forte stress emotivo che avvertivo, un’intensa tensione, una sensazione che ad abbuffata conclusa lasciava spazio a vergogna e senso di aver fallito, di non esser stato in grado di vincere contro questa pulsione" - racconta Francesco. Stava vivendo un periodo difficoltoso in cui non era riuscito nemmeno a concludere gli esami universitari che si era prefissato: "Questo mi generava un senso di forte insoddisfazione. Ed ecco il circolo vizioso. Uno stress continuo che si autoalimentava e che mi rovinava l’esistenza".

Il suo rapporto con il cibo era ormai compromesso: "Un giorno, da solo in quella casa, decisi di prendere la macchina e dirigermi al supermercato H24, mosso da fortissima pulsione e stress, per comprare un barattolo grande di cioccolato bianco e al latte, insieme a un pacco di piccoli cornetti. Ormai avevo perso così tanto il controllo che non mi sembravo io ad aver guidato per ben 10 minuti all’andata e altri 10 al ritorno, avevo perso ogni freno inibitore. Tornai a casa incredulo e divorai in poco più di mezz’ora circa duemila calorie".

Il fisico che cambia e il mancato riconoscimento di sé

"Ho assistito a un netto cambio, una trasformazione del fisico in regressione, non mi riconoscevo più". Per Francesco anche andare in palestra, il luogo in cui riusciva ad allontanare paure e insicurezze, era diventato una vergogna. "Come spiegare agli altri frequentatori della mia palestra che avevo messo una ventina di kili a distanza di 4 mesi? Inoltre la mia autostima è sempre stata influenzata dal mio aspetto, caratteristica tipica di chi è affetto da un disturbo del comportamento alimentare". Diventava difficile farsi vedere dagli altri, sostenere le occhiate e i giudizi che avrebbero di certo portato a un netto peggioramento del malessere.

L'appello di Francesco: "Fatevi aiutare e affidatevi agli esperti"

Nonostante il grande imbarazzo, Francesco è riuscito a tornare ad allenarsi con costanza, a perdere il peso in eccesso. Ma non a guarire del tutto dal suo disturbo alimentare. Saltuariamente ritornano le abbuffate, ma "Non sono nemmeno così forti e per questo ringrazio chi sa starmi vicino" ha raccontato ad Animenta. Il giovane, oggi quasi 30enne, sta ancora vivendo un rapporto conflittuale con il cibo, ma ha deciso di chiedere aiuto e di affidarsi alle cure di specialisti del settore.

"Invito chiunque sia affetto da qualsiasi disturbo del comportamento alimentare, bulimia, binge eating, anoressia, e affini, a rivolgersi ad esperti del settore" afferma convinto. "La vita può davvero trasformarsi in un inferno quando, non intervenendo, si lascia che questi mostri prendano il sopravvento e le cui conseguenze facciano il loro corso, radicandosi nel tempo e rovinandovi la vita".

Maria Zanghì

Data pubblicazione 31 Marzo 2022, Ore 16:51 Data aggiornamento 31 Marzo 2022, Ore 16:53
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