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scuola no stopCome sarebbe trascorrere i nove mesi di scuola senza nessun voto? Lo scopriranno presto alcuni studenti delle province di Piacenza e Bologna. Qui alcuni istituti delle medie e delle superiori hanno deciso di adottare, in via sperimentale, un modo tutto nuovo di fare didattica.

Per valutare il percorso di ogni allievo in modo completo, da settembre a giugno non saranno assegnate valutazioni numeriche, non ci saranno pagelle di fine quadrimestre né pagellini di fine trimestre.

A riportare la notizia di questa sperimentazione, che sembra realizzare il sogno di ogni studente, è il ’Corriere Della Sera’, che ha intervistato professori e dirigenti scolastici.

Perchè abolire le pagelle

L’esperimento della scuola “no stop”, sulla scia di quella senza voti, nasce dall’esigenza di alleggerire il carico di stress che gli studenti devono affrontare. Il ricorso eccessivo a verifiche e interrogazioni opprime i ragazzi che presi dall’ansia del singolo voto perdono di vista l’obiettivo finale della scuola: educare e istruire le nuove generazioni, offrendo loro gli strumenti e le conoscenze necessarie per affrontare il mondo degli adulti con spirito critico. L’obiettivo della scuola “no stop” è quindi quello di spingere sia gli studenti che gli insegnanti a concentrarsi non solo sul compito in classe di turno, ma sull’intero percorso compiuto durante tutto l’anno scolastico.

Come funziona la scuola “no stop”

Questo esperimento didattico si propone di giudicare il cambiamento che ogni singolo studente ha compiuto durante l’anno scolastico, l'evoluzione del suo apprendimento e del suo comportamento in classe, in modo da capire se il ragazzo è preparato ad affrontare la classe successiva. “Attenzione - sottolinea Simona Favari, dirigente del polo scolatico Volta di Piacenza intervistata dal ’Corriere della Sera’ - questo significa anche non valutare più solo sul contenuto, ma osservare quotidianamente come lo studente si approccia agli oggetti del sapere, come sa reperire le informazioni, contribuire ad una discussione collettiva, collaborare, come ha consapevolezza di sé, dei suoi limiti, delle sue potenzialità, come si pone di fronte ai problemi generali della vita”. Attraverso questo metodo sperimentale, quindi, verranno valutate competenze importanti per lo sviluppo e per la crescita dei giovani, ma che spesso vengono trascurate. L’analisi di questi aspetti richiede impegno e attenzione costante da parte del docente, che ha il compito di osservare gli studenti in aula giorno dopo giorno.

Come vengono espressi i giudizi non numerici?

Gli insegnanti della scuola “no stop” stanno ancora mettendo a punto un sistema alternativo a quello adottato dal classico registro elettronico, che possa attestare in maniera ufficiale i progressi fatti dagli studenti durante il loro percorso. In questo momento i docenti che si occupano della sperimentazione e della ricerca stanno valutando l’efficacia dei cosiddetti descrittori. “Quello che fa la differenza - spiega Favari - è sempre come l’insegnante interpreta qualunque strumento gli si metta a disposizione: la nostra è una professione con alto margine di discrezionalità.
In un istituto comprensivo di Modena, invece, i giudizi vengono espressi attraverso una lettera scritta in seconda persona e indirizzata direttamente agli stessi studenti. All’interno della lettera di valutazione vengono evidenziate sia le carenze, che le qualità degne di lode proprie di ogni ragazzo. Anche in questo caso i giudizi non vengono espressi solo sulla base delle performance scolastiche degli studenti, ma anche in base alla partecipazione, al rispetto degli spazi comuni e al rapporto con gli altri compagni.