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Le scuole "presidi democratici"
Il punto di partenza, in questo caso, non può che essere la scuola. Qui, secondo Conte, al di là delle polemiche sulle iniziative dei presidi e delle aggressioni ai docenti, l’Esecutivo dovrebbe spiegare un taglio alle risorse di 4 miliardi: “La prospettiva - spiega - è quella di chiudere 700 istituti scolastici, soprattutto in quel Sud che ha bisogno di grande partecipazione, visto che la media di abbandono scolastico è superiore a quelle di altre aree. Le scuole sono presidi democratici, se non c’è una scuola vicina, in un contesto sociale difficile, rischiamo di perdere i ragazzi”.
Conte contro la guerra e le spese militari
Invece, denuncia il leader M5S, il Governo si concentra sul riarmo del Paese: “Il Governo, nel DEF - sottolinea Conte - ha scritto che gli investimenti militari avranno un trattamento privilegiato. Noi il trattamento privilegiato lo vogliamo per la scuola, la ricerca, l’università, per l’istruzione. Addirittura si auspica una moderazione in un quadro che ci vede con l’inflazione alle stelle, come l’unico paese europeo che negli ultimi trent’anni ha registrato un segno negativo per quel che riguarda il potere d’acquisto. Piuttosto, dovremmo introdurre il salario minimo legale, dovremmo contrastare il precariato selvaggio, far sì che i salari crescenti per distribuire meglio la ricchezza”.Un tema, quello delle spese militari che inevitabilmente si lega al ruolo dell’Italia nella gestione della guerra in Ucraina. Da tempo il suo partito invoca lo stop all’invio delle armi e l’avvio di serie trattative di pace. “Allo scoppio della guerra - ricorda Conte - abbiamo chiaramente detto che c’è un aggressore e un aggredito. Detto questo, come venire incontro alla popolazione ucraina? Va bene intervenire sul piano militare, ma iniziando parallelamente a impostare un piano negoziale. La progressiva escalation militare in corso attualmente ci sta trascinando verso il conflitto. Che cosa vogliamo? Una guerra mondiale, un’escalation nucleare? Il Governo Meloni sta perseverando in questa strategia militare. Da subito abbiamo invocato un percorso negoziale, di pace. E visto che questo non c’è, diciamo stop alle armi. Non vogliamo abbandonare la popolazione ucraina”.
Più risorse alla sanità
Inoltre, come visto, per il presidente M5S ci sono settori che richiedono interventi con maggior urgenza. Come la sanità: “Contesto a questo Governo - ribadisce Conte - di aver fatto una Manovra nel segno della austerità e di continuare su questo terreno. Sul piano della spesa sanitaria siamo passati dal 6,4% del PIl al 6,1%. Anziché trarre una lezione positiva dalla pandemia, rinforzando il sistema sanitario, siamo andati a drenare le risorse. Oggi abbiamo 60mila posti da infermiere scoperti, i medici che vanno nella sanità privata o addirittura cercano un prepensionamento perché i turni sono massacranti, i pronto soccorso scoppiano. Basta girare in qualche ospedale per rendersi conto di come oggi la garanzia di prestazioni sanitarie minime rischia di non essere assicurata a tutti i cittadini. C’è un sistema che alimenta i divari”.
Un sistema universitario accessibile a tutti
Un tema che sta molto a cuore agli studenti, specie nell’ultimo periodo, è quello delle aspettative deluse dagli studi, soprattutto quelli universitari, che gettano tantissimi ragazzi nello sconforto, spingendo addirittura qualcuno al gesto estremo. Ma l’ex premier vuole vedere il problema da un’altra prospettiva: “Io mi batterò sempre per un sistema universitario accessibile a tutti. Il nostro valore è grandissimo. Anche le università sono presidi democratici. Più si studia di più si diventa cittadini consapevoli. Ovviamente poi è frustrante se, dopo anni di sacrifici, non c’è un riscontro nel mercato del lavoro. Da questo punto di vista però dico anche che dovremmo fare uno sforzo ulteriore. Si stanno creando tanti nuovi sbocchi professionali che il nostro sistema della formazione ma anche le famiglie non riescono ancora a comprendere e intercettare, ad esempio nel quadro della transizione ecologica. Bisogna creare nuovi corsi di laurea e, conseguentemente, nuove figure professionali”.