Concetti Chiave
- Euriclea è una figura eccezionale nei poemi omerici per il suo profondo legame affettivo con Odisseo, rappresentando la custode della memoria familiare e ricevendo rispetto da Penelope e Telemaco.
- Il riconoscimento di Odisseo da parte di Euriclea è spontaneo e differisce dagli altri, grazie alla cicatrice sulla sua gamba che non sfugge all'attenzione della nutrice.
- La scena del riconoscimento è descritta con intensità emotiva e gestualità, con Euriclea che reagisce alla scoperta con lacrime e una timida carezza.
- L'intervento tempestivo di Odisseo e Atena impedisce che la sua identità venga rivelata, permettendo all'eroe di proseguire il suo piano di vendetta.
- Il tema del riconoscimento dell'eroe trae origine dalle fiabe popolari e si diffonde nella letteratura successiva, spesso risolvendo la trama attraverso segni distintivi come cicatrici o oggetti personali.
Indice
Euriclea: figura femminile eccezionale
Nei poemi omerici raramente l'attenzione si sofferma sui personaggi femminili di umile condizione; Euriclea rappresenta un'eccezione per il suo legame affettivo con Odisseo. Nelle famiglie benestanti la nutrice era una figura importante perché si occupava dei figli piccoli e aveva incarichi di fiducia, come controllare l'uso delle provviste della dispensa e il lavoro delle ancelle. Anche Euriclea, che è ormai giunta a età avanzata e ha trascorso quasi tutta la vita nella reggia, è trattata con affettuoso rispetto da Penelope e da Telemaco. Essa rappresenta la custode della memoria familiare, soprattutto dopo la morte di Anticlea e il ritiro in campagna di Laerte, il vecchio padre di Odisseo; è infatti significativo che essa riconosca l'eroe grazie a una ferita da lui ricevuta da giovane e che sia in grado di ricordare gli eventi del suo passato.
Grazie al rilievo datole nell'Odissea, Euriclea diverrà il modello del personaggio della nutrice, che avrà grande fortuna nella letteratura dei secoli successivi, soprattutto nella commedia e nella tragedia.
Il riconoscimento di Odisseo a Itaca
In questo episodio si realizza il terzo riconoscimento di Odisseo a Itaca (dopo quelli da parte del figlio Telemaco e del cane Argo) e presenta, rispetto ai precedenti alcune differenze. Il primo riconoscimento, da parte di Telemaco, è avvenuto in un luogo sicuro, è stato voluto dall'eroe e aiutato dalla dea Atena; il secondo riconoscimento, da parte del cane Argo, è avvenuto in silenzio e non ha messo in pericolo la falsa identità assunta dall'eroe.
La scena del riconoscimento
Adesso, Euriclea, la vecchia balia di Odisseo, lo riconosce in modo spontaneo e senza che lui lo voglia. Nonostante la trasformazione del suo aspetto, Odisseo conserva la cicatrice di una vecchia ferita, che non può sfuggire all'attenzione di colei che lo ha visto nascere e crescere. La scena raggiunge la Spannung nel momento in cui Euriclea, passando le mani lungo la gamba dell'eroe, sfiora la nota cicatrice e capisce di trovarsi di fronte l'amato e atteso Odisseo; questo momento, intenso e coinvolgente, è descritto attraverso le forti reazioni emotive e la gestualità di Euriclea: il piede di Odisseo lasciato cadere di colpo, gli occhi che si riempiono di lacrime, la voce che si strozza, la timida carezza sul volto dell'eroe.
Ma, mentre la gioia e la meraviglia della nutrice stanno per trovare uno sfogo più vistoso di cui tutti i presenti potrebbero accorgersi, la rapidità della reazione di Odisseo, accompagnata dall'intervento di Atena che distrae l'attenzione di Penelope, impedisce che venga rivelata la sua identità, cosicché egli possa portare a termine il piano di vendetta accuratamente elaborato.
Il tema del riconoscimento nell'Odissea
Il riconoscimento dell'eroe è un nucleo tematico che confluisce nell'Odissea traendo origine dalla tradizione delle fiabe popolari, in cui viene spesso compiuto da un anziano servitore fedele. In seguito esso troverà larga diffusione nei generi teatrali e del romanzo, divenendo uno dei punti chiave della trama o addirittura risolutivi, avviando gli eventi allo scioglimento. In genere il riconoscimento avviene per mezzo di segni di varia natura, come un oggetto personale, un capo di abbigliamento o un gioiello, oppure una caratteristica impressa nel corpo (come nel caso di Odisseo), che permettono di stabilire l'identità di una persona scomparsa, rapita o abbandonata.
Origine della cicatrice di Odisseo
Nell'episodio di Euriclea, il riconoscimento avvenuto grazie alla cicatrice sulla gamba ha indotto il poeta a descriverne l'origine, mediante l'inserimento di un lungo flashback che narra la caccia al cinghiale durante la quale l'eroe era stato ferito.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo di Euriclea nei poemi omerici?
- Come avviene il riconoscimento di Odisseo da parte di Euriclea?
- Quali sono le differenze tra i vari riconoscimenti di Odisseo a Itaca?
- Qual è l'importanza del tema del riconoscimento nell'Odissea?
- Come viene descritta l'origine della cicatrice di Odisseo?
Euriclea è una figura femminile eccezionale nei poemi omerici, rappresentando la nutrice di Odisseo e la custode della memoria familiare, riconoscendo l'eroe grazie a una cicatrice.
Euriclea riconosce Odisseo spontaneamente, toccando la cicatrice sulla sua gamba, nonostante la trasformazione del suo aspetto, grazie alla sua lunga conoscenza dell'eroe.
Il riconoscimento da parte di Euriclea è spontaneo e non voluto da Odisseo, a differenza di quello con Telemaco, che è stato pianificato e assistito da Atena, e quello silenzioso con il cane Argo.
Il tema del riconoscimento è centrale nell'Odissea, derivato dalle fiabe popolari, e si diffonde nei generi teatrali e romanzi, spesso risolvendo la trama attraverso segni distintivi.
L'origine della cicatrice di Odisseo è narrata attraverso un flashback che descrive la caccia al cinghiale durante la quale l'eroe fu ferito, fornendo un dettaglio chiave per il riconoscimento.