Sara.96
Erectus
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Concetti Chiave

  • Argo, il cane di Ulisse, è una figura simbolica nell'Odissea, rappresentando la fedeltà e il legame indissolubile tra cane e padrone.
  • Nonostante la trasformazione di Ulisse in mendicante, Argo è l'unico a riconoscerlo dopo vent'anni di assenza, dimostrando il suo affetto eterno.
  • Il racconto dell'incontro tra Argo e Ulisse è uno degli episodi più toccanti del poema, evidenziando l'abbandono e la lealtà.
  • La descrizione di Argo nel 17° libro dell'Odissea sottolinea la sua decadenza fisica e il disinteresse dei servi senza il comando di Ulisse.
  • L'incontro culmina con la morte di Argo dopo aver rivisto il suo padrone, simboleggiando la fine di un'attesa lunga e dolorosa.
Questo appunto di Epica descrive Argo, il cane da caccia di Ulisse, presentato nell’Odissea, fornendo una descrizione del cane, del rapporto fra Argo e Ulisse, e proponendo una parafrasi del testo del poema in cui l’autore descrive l'animale.
Il cane Argo nell’Odissea: descrizione e parafrasi del brano articolo

Indice

  1. Il cane Argo nel racconto dell’Odissea
  2. Il Passo dell’Odissea che narra dell’incontro fra Argo e Ulisse
  3. Parafrasi dell’incontro fra Ulisse ed Argo

Il cane Argo nel racconto dell’Odissea

All’interno dell’Odissea, poema greco composto da Omero, che narra le vicende dell’eroe greco Ulisse a partire dalla fine della Guerra di Troia, figura anche il racconto e la descrizione di Argo, il cane di Ulisse.

L’Odissea è un poema epico che si compone di ben ventiquattro libri, e la descrizione del cane Argo viene inserita all’interno del 17° libro. Nella trama della storia si evince come Argo sia stato il cane da caccia di Ulisse, che lo allevò prima di partire per la guerra di Troia, durata dieci anni. Nel 17° libro dell’Odissea si narra che Ulisse viene autorizzato da Alcino, re dei Feaci, per far ritorno ad Itaca, la sua terra natia; tuttavia, durante il viaggio Ulisse viene trasformato dalla Dea Atena in un mendicante. Sotto le spoglie del mendicante nessuno riesce a riconoscere Ulisse, e questi quindi si reca assieme ad Eumeo presso il palazzo in cui dimorava prima della guerra; qui ne Eumeo, il suo servo, né Penelope riconoscono la figura che si cela dietro agli abiti da mendicante, solo il suo fedele cane ne riconosce lo sguardo, anche se sono trascorsi vent’anni. Il racconto dell’incontro fra Argo e Ulisse rappresenta uno degli episodi più toccanti e commoventi racchiusi nell’intero poema, in quanto fornisce uno dei primi esempi nella storia del legame fra cane e padrone.

Il Passo dell’Odissea che narra dell’incontro fra Argo e Ulisse

Nel 17° Libro dell’Odissea è descritto accuratamente il momento in cui, dopo circa vent’anni trascorsi distanti, Ulisse ed Argo si incontrano di nuovo, anche se Ulisse è stato trasformato da Atena in un mendicante anziano. Di seguito si riporta la traduzione del passo dell’Odissea in cui è descritto l’incontro:
Cosi’ dicean tra lor, quando Argo, il cane,
Ch’ivi giacea, del paziente Ulisse
La testa ed ambo sollevo’ gli orecchi.
Nutrillo un giorno di sua man l’eroe,
Ma come, spinto dal suo fato a Troia,
Poco frutto pote’. Bensi’ condurlo
Contro i lepri ed i cervi e le silvestri
Capre solea la gioventu’ robusta.
Negletto allor giacea nel molto fimo
Di muli e buoi sparso alle porte innanzi,
Finche’ i poderi a fecondar d’Ulisse,
Nel togliessero i servi. Ivi il buon cane,
Di turpi zecche pien, corcato stava.
Com’egli vide il suo signor piu’ presso,
E benche’ tra que’ cenci, il riconobbe,
Squasso’ la coda festeggiando, ed ambe
Le orecchie, che drizzate avea da prima,
Cader lascio’: ma incontro al suo signore
Muover, siccome un di’, gli fu disdetto.
Ulisse, riguardatolo, s’asterse
Con man furtiva dalla guancia il pianto,
Celandosi da Eumeo, cui disse tosto:
“Eumeo, quale stupor! Nel fimo giace
Cotesto, che a me par cane si’ bello.
Ma non so se del pari ei fu veloce,
O nulla valse, come quei da mensa,
Cui nutron per bellezza i lor padroni”.
E tu cosi’ gli rispondesti, Eumeo:
“Del mio re lungi morto e’ questo il cane.
Se tal fosse di corpo e d’atti, quale
Lasciollo, a Troia veleggiando, Ulisse,
Si’ veloce a vederlo e si’ gagliardo
Gran maraviglia ne trarresti: fiera
Non adocchiava, che del folto bosco
Gli fuggisse nel fondo, e la cui traccia
Perdesse mai. Or l’infortunio ei sente.
Peri’ d’Itaca lunge il suo padrone,
Ne’ piu’ curan di lui le pigre ancelle;
Che’ pochi di’ stanno in cervello i servi,
Quando il padrone lor piu’ non impera.
L’onniveggente di Saturno figlio
Mezza toglie ad un uom la sua virtude,
Come sopra gli giunga il di’ servile”.
Cio’ detto, il pie’ nel sontuoso albergo
Mise, e avviossi drittamente ai proci;
Ed Argo, il fido can, poscia che visto
Ebbe dopo dieci anni e dieci Ulisse,
Gli occhi nel sonno della morte chiuse.

Il cane Argo nell’Odissea: descrizione e parafrasi del brano articolo

Parafrasi dell’incontro fra Ulisse ed Argo

Mentre questo dicevano tra loro (Eumeo e Ulisse), un cane che stava disteso, rizzò le orecchie e il capo. Quel cane era Argo, il cane di Ulisse, che un tempo lo allevò ma non poterono mai andare a caccia, perché Ulisse partì troppo presto per Troia; quando il padrone si allontanò perché il fato lo condusse a Troia per la guerra, abbandonarono Argo al suo destino, lasciandolo sul letame di muli e buoi che si trovava vicino alle porte della reggia, portato li dai servi di Ulisse per fecondare i campi.
Argo giaceva pieno di zecche, e quando Ulisse gli si avvicinò, si agitò scodinzolando e afflosciando le orecchie, ma non potè avvicinarsi al suo padrone in quanto era ammalato. Ulisse si voltò e si asciugò una lacrima senza farsi vedere da Eumèo, e poi disse: “è strano che un cane così, venga abbandonato sul letame, perché è bello e forte, ma non so se era anche veloce nella corsa o se era da banchetto o era solamente un cane allevato per la sua bellezza".
Eumèo dopo aver ascoltato quanto diceva il mendicante rispose dicendo: "questo è il cane di un uomo morto lontano, lo lasciò qui Ulisse, e se non fosse partito per Troia lo vedreste veloce e forte, bravissimo nella caccia; ma ora questo cane è infelice, perché il suo padrone è morto lontano e le ancelle non se si prendono cura di lui. I servi di Ulisse non lavorano più con tanta voglia senza il comando del loro padrone, perchè quando Zeus toglie a un uomo le sue virtù quando diventa schiavo non lavora più di propria iniziativa".
Così disse Eumèo e poi entrò nella reggia dei Proci.
Per ulteriori approfondimenti sull'odissea vedi anche qua

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo di Argo nell'Odissea?
  2. Argo è il cane da caccia di Ulisse, descritto nel 17° libro dell'Odissea. Rappresenta il legame fedele tra cane e padrone, riconoscendo Ulisse nonostante il suo travestimento da mendicante dopo vent'anni di separazione.

  3. Come viene descritto l'incontro tra Ulisse e Argo?
  4. L'incontro è toccante e commovente. Argo, trascurato e malato, riconosce Ulisse sotto le spoglie di un mendicante, scodinzolando e abbassando le orecchie, ma non può avvicinarsi a causa della sua debolezza.

  5. Qual è la reazione di Ulisse vedendo Argo?
  6. Ulisse si commuove vedendo il suo fedele cane e si asciuga una lacrima di nascosto, dimostrando il profondo legame affettivo che li unisce.

  7. Cosa dice Eumeo riguardo ad Argo?
  8. Eumeo spiega che Argo era un cane veloce e forte, abbandonato dopo la partenza di Ulisse per Troia. Ora è trascurato perché il suo padrone è lontano e le ancelle non si prendono cura di lui.

  9. Qual è il significato simbolico dell'incontro tra Ulisse e Argo?
  10. L'incontro simboleggia la fedeltà e l'amore incondizionato tra cane e padrone, e rappresenta uno dei primi esempi letterari di questo legame speciale, sottolineando la lealtà di Argo nonostante le avversità.

Domande e risposte

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