Ithaca
Genius
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Concetti Chiave

  • Calipso offre a Ulisse la possibilità di partire, fornendogli una zattera e provviste per il viaggio, rispettando la sua scelta di tornare a casa.
  • Ulisse esprime diffidenza verso Calipso, chiedendole di giurare che non intende fargli del male, prima di accettare di partire sulla zattera.
  • Calipso rassicura Ulisse, giurando sullo Stige, il giuramento più sacro per gli dèi, che non ha intenzioni malvagie nei suoi confronti.
  • Calipso tenta di persuadere Ulisse a rimanere con lei, offrendogli l'immortalità, ma Ulisse rimane determinato a tornare a casa, nonostante i pericoli.
  • Ulisse riconosce la superiorità divina di Calipso rispetto a Penelope, ma il suo desiderio di tornare a casa e affrontare le sfide è più forte.

Indice

  1. La proposta di Calipso
  2. Il dubbio di Ulisse
  3. Il giuramento di Calipso
  4. La partenza di Ulisse
  5. Il confronto tra Calipso e Penelope

La proposta di Calipso

Calipso, illustre Dea, standogli appresso,

Sciagurato, gli disse, in questi pianti

Più non mi dar, nè consumare i dolci

Tuoi begli anni così: la dipartita,

Non che vietarti, agevolarti io penso.

Su via, le travi nella selva tronche,

Larga, e con alti palchi a te congegna

Zattera, che sul mar fosco ti porti.

Io di candido pan, che l'importuna

Fame rintuzzi, io di purissim'onda,

E di rosso licor, gioja dell'alma,

La carcherò: ti vestirò non vili

Panni, e ti manderò da tergo un vento,

Che alle contrade tue ti spinga illeso,

Sol che d'Olimpo agli abitanti piaccia,

Con cui di senno in prova io già non vegno.

Il dubbio di Ulisse

Raccapricciossi a questo il non mai vinto

Dalle sventure Ulisse, e, O Dea, rispose

Con alate parole, altro di fermo,

Non il congedo mio, tu volgi in mente,

Che vuoi, ch’io varchi su tal barca i grossi

Del difficile mar flutti tremendi,

Cui le navi più ratte, e d’uguai fianchi

Munite, e liete di quel vento amico,

Che da Giove partì, varcano appena.

No, su barca sì fatta, e a tuo dispetto,

Non salirò, dove tu pria non degni

Giurare a me con giuramento grande,

Che nessuno il tuo cor danno m’ordisce.

Il giuramento di Calipso

Sorrise l’Atlantíde, e, della mano

Divina careggiandolo, la lingua

Sciolse in tai voci: Un cattivello sei,

Nè ciò, che per te fa, scordi giammai.

Quali parole mi parlasti? Or sappia

Dunque la Terra, e il Ciel superno, e l’atra,

Che sotterra si volve, acqua di Stige,

Di cui nè più solenne han, nè più sacro

Gl’Iddj beati giuramento, sappia,

Che nessuno il mio cor danno t’ordisce.

Quello anzi io penso, e ti propongo, ch’io

Torrei per me, se in cotant'uopo io fossi.

Giustizia regge la mia mente, e un'alma

Pietosa, non di ferro, in me s'annida.

La partenza di Ulisse

Ciò detto, abbandonava il lido in fretta,

E Ulisse la seguia.

Giunti alla grotta,

Colà, dond'era l'Argicida sorto,

S'adagiò il Laerziade; e la Dea molti

Davante gli mettea cibi, e licori,

Quali ricever può petto mortale.

Poi gli s'assise a fronte; e a lei le ancelle

L'ambrosia, e il roseo nettare imbandiro.

Il confronto tra Calipso e Penelope

Come ambo paghi per la mensa furo,

Con tali accenti cominciava l'alta

Di Calipso beltade: O di Laerte

Figlio divin, molto ingegnoso Ulisse,

Così tu parti adunque, e alla nativa

Terra, e alle case de' tuoi padri vai?

Va, poichè sì t'aggrada, e va felice.

Ma se tu scorger del pensier potessi

Per quanti affanni ti comanda il fato

Prima passar, che al patrio suolo arrivi,

Questa casa con me sempre vorresti

Custodir, ne son certa, e immortal vita

Da Calipso accettar: benchè sì viva

Brama t'accenda della tua consorte,

A cui giorno non è che non sospiri.

Pur non cedere a lei nè di statura

Mi vanto, nè di volto; umana donna

Mal può con una Dea, nè le s'addice,

Di persona giostrare, o di sembianza.

Venerabile Iddia, riprese il ricco

D'ingegni Ulisse, non voler di questo

Meco sdegnarti: appien conosco io stesso,

Che la saggia Penelope tu vinci

Di persona non men, che di sembianza,

Giudice il guardo, che ti stia di contra.

Ella nacque mortale, e in te nè morte

Può, nè vecchiezza. parafrasi Odisseo e Calipso, versi 159-224Ma il pensiero è questo,

Questo il desio, che mi tormenta sempre,

Veder quel giorno al fin, che alle dilette

Piagge del mio natal mi riconduca.

Che se alcun me percoterà de' Numi

Per le fosche onde, io soffrirò, chiudendo

Forte contra i disastri anima in petto.

Molti sovr'esso il mar, molti fra l'armi

Già ne sostenni; e sosterronne ancora.

Di fianco ella diritta gli parlò, chiara fra le dee:

la vita: ti permetterò di andar via senza trattenerti.

Suvvia, con l’ascia di bronzo taglia robusti tronchi

e costruisci una grande zattera: sopra infilza dei pali,

affinché ti conduca per l’oscuro mare.

Ti darò cibo in abbondanza, acqua

e vino rosso, così da non morire di fame;

ti coprirò di vesti; ti farò sospingere dal vento,

perché tu riesca a raggiungere illeso la tua terra,

se questo desiderano gli dèi guardiani del cielo,

che sono i più autorevoli nel pensare e nell’agire>>.

Così parlò l’onesto e paziente Odisseo tremò,

poi pronunciò tali parole:

tu che mi inviti a salpare per i grandi abissi del mare,

funesto e terribile, con una zattera: neanche navi bilanciate

e veloci, aiutate dal vento di Zeus, lo traghettano.

Né io salirò su una zattera se ciò non è il tuo volere,

oh dea, se non accetti di mantenere il gran giuramento

che non escogiti un’altra cattiveria contro di me>>.

Sorrise così Calipso, splendente fra le dee,

gli fece una carezza e si rivolse a lui con queste parole:

cosa mai hai voluto dirmi?

Siano ora testimoni la terra, l’immenso e alto

cielo e lo Stige che scorre (che è per gli dei immortali

il giuramento più importante e temibile)

che non escogito un’altra cattiveria contro di te.

Ma penso e confabulo ciò che io desidererei

per me stessa, se ne avessi bisogno:

poiché anche io ho buoni auspici, e non possiedo

un cuore di ferro nel petto, ma solo misericordia>>.

Così, splendente fra le dee, lo guidò

con passo veloce; lui dietro la seguiva.

Giunsero entrambi presso la buia grotta.

Lì egli s’adagiò sul trono su cui prima sedeva

Ermes, e la ninfa gli offrì ogni vivanda

da mangiare e bere, di cui si nutrono gli uomini.

Di fronte al grande Odisseo sedette la dea

servita di ambrosia e nettare dalle sue ancelle.

Imbandite le vivande, protesero le mani.

Una volta sazi delle vivande, parlò fra tutti

Calipso, veneranda fra le dee:

così intendi subito tornare nella cara

terra dei tuoi antenati? Sii comunque felice.

Ma se tu fossi a conoscenza delle fatiche

che dovrai sopportare prima dell’arrivo nella tua terra,

resteresti qui al mio fianco a vegliare questa casa,

divenendo un dio, seppur desideroso di ritrovare

la tua sposa che tu quotidianamente desideri.

e saresti immortale, benché voglioso di vedere

tua moglie, che tu ogni giorno desideri.

Tuttavia il mio vanto è di non essere, per bellezza o figura,

inferiore a lei, perché non è giusto

che le mortali competano con le immortali per aspetto e bellezza>>.

Le rispose così l’ingegnoso Odisseo:

bene che la sapiente Penelope

è inferiore a te per aspetto e bellezza:

lei infatti è mortale, tu immortale e mai invecchierai.

Nonostante ciò spero e desidero ogni giorno

che arrivi il giorno della partenza e di tornare in patria.

E se un dio mi farà naufragare sul mare scuro come vino,

sopporterò, perché conservo un animo mite:

ho sopportato e patito tante sventure

tra i mari ed in guerra: sopporterò anch’essa>>.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la proposta di Calipso a Ulisse?
  2. Calipso propone a Ulisse di costruire una zattera per attraversare il mare e tornare a casa, promettendogli cibo, acqua, vino e un vento favorevole, a condizione che gli dèi lo permettano.

  3. Qual è il dubbio di Ulisse riguardo alla proposta di Calipso?
  4. Ulisse è dubbioso e teme che Calipso possa avere cattive intenzioni, quindi chiede un giuramento solenne che non gli farà del male.

  5. Come reagisce Calipso al dubbio di Ulisse?
  6. Calipso sorride e giura solennemente, invocando la Terra, il Cielo e lo Stige, che non ha intenzioni malvagie contro di lui e che agisce con giustizia e pietà.

  7. Cosa offre Calipso a Ulisse prima della sua partenza?
  8. Calipso offre a Ulisse cibo e bevande, tra cui ambrosia e nettare, e lo invita a sedersi con lei per un pasto prima della sua partenza.

  9. Come si confronta Calipso con Penelope agli occhi di Ulisse?
  10. Calipso si vanta di essere superiore a Penelope in bellezza e figura, ma Ulisse riconosce la sua superiorità e desidera comunque tornare a casa da Penelope, nonostante le difficoltà che lo attendono.

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