Feitan
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Concetti Chiave

  • Odisseo e i suoi compagni giungono alla terra dei ciclopi e scoprono una grotta abitata da un gigante solitario e selvaggio, Polifemo.
  • Odisseo decide di esplorare la grotta portando con sé del vino speciale, sperando di ottenere ospitalità dal ciclope.
  • Polifemo cattura e divora alcuni dei compagni di Odisseo, ma viene ingannato dal nome falso "Nessuno" di Odisseo.
  • Odisseo acceca Polifemo con un tronco ardente e fugge dalla grotta legato al ventre delle pecore del ciclope.
  • Una volta al sicuro, Odisseo rivela la sua vera identità a Polifemo, provocando l'ira del ciclope e una maledizione di Poseidone sul suo viaggio.

Indice

  1. Arrivo nella terra dei Ciclopi
  2. Incontro con il Ciclope
  3. Il piano di Odisseo
  4. Fuga dalla grotta
  5. La maledizione di Polifemo

Arrivo nella terra dei Ciclopi

Quando arrivammo alla terra dei ciclopi, vicina a dove ormeggiammo le navi, vedemmo una grande grotta ricoperta di alloro: di notte molte pecore e capre visitavano quel luogo; si poteva vedere anche un altro recinto formato da massi e tronchi di pino. Al suo interno dormiva un uomo immenso, che faceva pascolare da solo il gregge; non viveva con altri ma in disparte, indifferente alle leggi divine e alla convivenza sociale.

Era un mostro immenso e spietato che stava sulla cima fitta del bosco, isolato dal resto del mondo vivendo in modo barbaro.

Incontro con il Ciclope

Ordinai ai miei fedeli compagni di stare accanto alle navi per fare da guardia mentre io scelsi i dodici uomini migliori tra i miei e mi avviai verso la grotta.

Avevo un contenitore di capra pieno di vino nero dolce che mi diede Marone come segno di gratitudine per aver impedito che venisse ucciso. Esso abitava nel folto bosco di apollo ed era protettore di Ismaro insieme a sua moglie e suo figlio. Mi regalò splendidi doni: oro lavorato, un vaso d'argento e del vino che versò successivamente nelle dodici anfore. Questo vino non era conosciuto da nessuno se non a lui, sua moglie ed una dispensiera. Quando bevevano questo vino dal sapore così forte lo diluivano in venti misure d'acqua ed una volta assaggiato non potevi più allontanarti.

Portai il vino e del cibo dentro un canestro perché sapevo che una volta entrati nella grotta ci saremmo ritrovati davanti un uomo dotato di grande forza, selvaggio ed ignaro delle leggi divine. Quando entrammo però il ciclope non era all'interno perché stava pascolando le pecore grasse.

Vedemmo cose meravigliose: le scorte di cibo erano piene di diversi tipi di formaggi, i vasi traboccavano di siero ed il gregge riempiva un recinto enorme diviso in più parti. Da un lato c'era il gregge più anziano e dall'altro quello più giovane.

I miei compagni mi suggerirono di prendere il formaggio ed il gregge e scappare, ma io non li diedi ascolto: volevo provare a parlare con il ciclope per vedere se mi avrebbe ospitato, ma sapevo che con i miei compagni non sarebbe stato lo stesso.

Dopo aver acceso il fuoco ed aver bruciato delle offerte per gli dei prendemmo anche noi del cacio e lo mangiammo seduti in attesa del ciclope: trasportava un carico pesante di legna secca per il fuoco seguito dal gregge.

Quando gettò il suo carico a terra produsse un rimbombo mentre noi corremmo verso il fondo dell'antro. Spinse il gregge nella grotta: lasciò all'esterno i maschi e gli arieti. Come porta mise un grande macigno che non si sarebbe spostato neanche con ventidue carri a quattro ruote.

Dopo essersi seduto munse le capre nel modo corretto e spinse qualche lattante sotto quest'ultime. Dopodiché cagliò metà del latte e lo depose in canestri intrecciati e l'altra metà nei vasi così che potesse berlo.

Finì il suo lavoro e ci vide nel buio. Disse: "Stranieri, chi siete? Da dove venite? Venite per affari o per avventura, come i predoni che recano danno agli stranieri?". Nonostante il nostro cuore fosse spezzato dalle parole del mostro rispondemmo: "Siamo achei di ritorno da Troia! Siamo arrivati qui a causa del vento che ci deviò la via. Abbiamo percorso diverse vie perché è così che Zeus desiderava. Essere parte del popolo di Agamennone per noi è oggetto di vanto, ma qui davanti a te ci inginocchiamo: ti chiediamo di ospitarci e di darci anche un minimo regalo, così come è usanza per gli ospiti in nome di Zeus.". Il mostro con cuore spietato ci rispose: "Straniero, sei molto sciocco se pensi che io tema gli Dei. Noi non ci curiamo di essi perché siamo creature molto più forti. Dimmi però dove hai ormeggiato la tua nave, se qui vicino o lontano perché ho bisogno di saperlo.". Sapevo che disse quelle parole per testare il mio animo così decisi di mentire: "La mia nave l'ha rotta Poseidone gettandola contro gli scogli. Ho però evitato la morte insieme ai miei compagni.". Decise però di non ascoltare le mie parole ed allungo il suo braccio verso i miei compagni: ne prese due e decise di sbatterli a terra come se fossero giocattoli. Il sangue del loro cervello bagnava il suolo mentre gli staccò tutti i membri del corpo per cena. Li divorò come un leone e non lasciò neanche un minimo residuo: mangiò ossa, interiora e carni.

Io e i compagni rimanenti iniziammo a piangere alzando al cielo le mani verso Zeus sentendoci impotenti verso la creatura.

Dopo aver terminato la sua cena ed aver bevuto il suo latte si sdraiò in mezzo alle greggi per prendere sonno. Penai a quel punto che avrei potuto infilzare con la mia spada il suo petto ma un altro pensiero mi fermò: se avessimo ucciso il ciclope saremmo morti comunque all'interno della grotta senza riuscire mai a spostare il macigno che bloccava l'entrata. Decidemmo allora che sarebbe stato meglio aspettare l'alba.

Il piano di Odisseo

L'indomani mattina Polifemo, dopo aver divorato altri due compagni, porta il gregge al pascolo chiudendo l'ingresso con il macigno in modo che nessuno dei prigionieri evadesse. Odisseo, allora, elabora un piano per salvare se ed i suoi compagni: Gli Achei prendono un tronco d'ulivo e lo rendono liscio e appuntito, riscaldando poi la punta sul fuoco ed infine lo nascosero. Quando Polifemo ritorna alla grotta Odisseo gli offre il suo vino che il ciclope gradisce molto.

Dissi così e subito il ciclope prese il vino gustandolo. Disse: "Dammene ancora, da bravo, e dimmi il tuo nome, ora si che ti dò un bel dono per rallegrarti. Sono sicuro che Zeus crei dei bei grappoli, ma questo vino è fatto di ambrosia e nettare!". Decisi di porgli altro vino. E ancora. E ancora. Gli porsi tre dosi e le divorò tutte e tre in men che non si dica.

Gli parlai con dolci parole: "Ciclope, dato che mi hai chiesto il nome, te lo dirò: ma tu dammi il dono dell'ospitalità di cui parlavi. Nessuno è il mio nome, è così che mi chiamano mia madre, mio padre ed i miei compagni". Dissi così ma comunque mi rispose con parole crudeli: "Mangerò per ultimo nessuno, per te sarà questo il dono ospitale".

Disse così e si sdraiò con il petto ricolto verso l'alto piegando il collo. Si addormentò ma nonostante questo dalla sua gola mentre ruttava ubriaco fuoriuscivano pezzi di carne umana e resti di vino.

Gli Achei entrano così in azione: afferrano il tronco d'ulivo e lo arroventano sul fuoco. Incitati dalle parole di Odisseo infine trovano il coraggio di conficcarlo nell'occhio di Polifemo.

[size=12]Il suo unico occhio bruciò come quando un fabbro immerge un'ascia nell'acqua fredda e questa produce uno sfrigolio proprio come quello prodotto dall'ulivo nell'occhio del ciclope. Lanciò un urlo pauroso che rimbombò per tutta la caverna mentre cercava di estrarre il tronco ormai immerso nel suo sangue. Quando ci riuscì lo scagliò lontano da se in preda ad atroci dolori e chiamò gli altri ciclopi che abitavano nella altre grotte intorno all'isola. Quando quest'ultimi udirono il suo grido seguirono il grido e chiesero: "Perché sei così tanto afflitto Polifemo? Perché hai gridato così tanto impedendoci di dormire? Per caso un mortale ti ha rubato il gregge o vuole ucciderti con l'inganno?" ed esso rispose "Amici, nessuno mi ha ucciso con l'astuzia. Non con la forza.". Risposero così i suoi amici: "Se dunque nessuno ti ha ferito e sei da solo non puoi di certo evitare il grande Zeus. Prega Poseidone." Il mio cuore rise, perché il mio nome e la mia astuzia erano riusciti ad ingannare il ciclope in modo perfetto.

Odissea - Parafrasi: Il Ciclope Polifemo articolo

Fuga dalla grotta

Subito dopo Odisseo legò i suoi compagni sotto la pancia dei montoni mentre lui si aggrappò a mani nude sul dorso della bestia più grande. Nascosti in questo modo aspettarono la mattina, quando Polifemo, anche se avvolto da dolori atroci, deve far pascolare il gregge.

Quando arrivò il mattino Polifemo spinse fuori il gregge per farlo pascolare. Il padrone, tormentato da atroci dolori, toccava il dorso delle creature per comprendere chi fossero e suddividerle in gruppi. Non capì però che i compagni di Odisseo erano legati al di sotto del bestiame e non sopra.

Quando usci l'ultimo montone del gregge insieme a me ed ai miei pensieri Polifemo disse: "Caro montone, perché giri per la grotta in questo modo? Prima uscivi sempre prima delle pecore per correre e brucare i terreni pieni d'erba e per primo volevi tornare alla stalla, e ora invece sei per ultimo. Per caso piangi l'occhio del tuo padrone? Lo ha accecato un vigliacco insieme ai suoi vili compagni dopo avermi fatto ubriacare con il loro vino. Nessuno che penso è ancora sfuggito alla morte. Se solo anche tu potessi parlare e pensare per dirmi dove è fuggito dalla mia rabbia. Il mio cuore avrebbe sollievo dai mali che sta provando solo dopo che il suo cervello fosse spaccato ovunque nella mia grotta". Detto così spinse fuori il montone e dunque io mi staccai da esso sciogliendo i miei compagni. Spingemmo in fretta il gregge finché non arrivammo finalmente alla nostra nave. Quando i nostri compagni ci videro gioirono perché eravamo sfuggiti alla morte, ma piansero gli altri che capirono che sei dei compagni erano mancanti perché divorati dal ciclope.

La maledizione di Polifemo

Odisseo e i compagni fanno ritorno alla nave ma quando sono ormai al sicuro Odisseo non resiste alla tentazione di rivolgersi per un ultima volta al ciclope.

Quando finalmente eravamo distanti dall'isola gridai al ciclope. I miei compagni però cercarono di fermarmi con parole dolci: "Sciagurato, perchè vuoi irritare un selvaggio? Anche ora ci ha appena lanciato un masso enorme e ci ha mancato per poco. Se ci sentisse parlare, ci sfracasserebbe le teste e la nave colpendoci con una roccia grazie alla sua forza sovraumana che gli permette di tirare così lontano." ma io di nuovo risposi verso il mare: "Ciclope, se qualche umano ti chiede del tuo brutale accecamento all'occhio digli che ad accecarti fu colpa di Odisseo, il figlio di Laerte che abita ad Itaca."

Fu a questo punto che Polifemo maledisse l'eroe greco e chiese al padre Poseidone di ostacolargli il viaggio in tutti i modi possibili. Scaglia poi un altro masso verso di loro che però non va a segno.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la descrizione della terra dei Ciclopi e del loro abitante principale?
  2. La terra dei Ciclopi è descritta come un luogo selvaggio e isolato, con una grande grotta ricoperta di alloro. Il suo abitante principale è un ciclope immenso e spietato, che vive in modo barbaro, indifferente alle leggi divine e alla convivenza sociale.

  3. Come Odisseo e i suoi compagni si preparano per l'incontro con il Ciclope?
  4. Odisseo sceglie dodici dei suoi migliori uomini e porta con sé un contenitore di vino nero dolce, donatogli da Marone, come segno di gratitudine. Entrano nella grotta del Ciclope con del cibo, sperando di essere ospitati.

  5. Qual è il piano di Odisseo per sfuggire al Ciclope?
  6. Odisseo elabora un piano per accecare il Ciclope. Insieme ai suoi compagni, prepara un tronco d'ulivo appuntito, lo riscalda sul fuoco e lo conficca nell'occhio del Ciclope mentre è ubriaco e addormentato.

  7. Come riescono Odisseo e i suoi compagni a fuggire dalla grotta del Ciclope?
  8. Odisseo lega i suoi compagni sotto la pancia dei montoni e si aggrappa al dorso della bestia più grande. Quando il Ciclope fa uscire il gregge al pascolo, non si accorge dei prigionieri nascosti e così riescono a fuggire.

  9. Qual è la reazione del Ciclope dopo la fuga di Odisseo e la sua maledizione?
  10. Dopo la fuga, Odisseo provoca il Ciclope rivelando il suo vero nome. Il Ciclope, infuriato, maledice Odisseo e chiede a suo padre Poseidone di ostacolare il suo viaggio, lanciando un altro masso che però non colpisce la nave.

Domande e risposte

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