Ithaca
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Concetti Chiave

  • La scena è ambientata nel libro XXII dell'Odissea, durante la prova dell'arco, con Ulisse come protagonista.
  • Il porcaro Eumeo tenta di portare l'arco a Ulisse, ma è deriso dai pretendenti arroganti presenti nella sala.
  • Telemaco prende posizione difendendo Eumeo e minacciando i pretendenti, dimostrando la sua forza e autorità.
  • Eumeo riesce infine a consegnare l'arco a Ulisse, mentre Telemaco ordina alla nutrice Euriclea di chiudere le porte della sala.
  • Filezio, un altro fedele servitore, rafforza le porte del cortile, preparando la scena per la successiva azione di Ulisse.
In questo appunto è presente la parafrasi del testo dal titolo La gara con l'arco che fa parte del libro XXII dell'Odissea, uno dei due poemi scritti dall'autore classico greco Omero. Si riportano sia il testo da cui si è tratto spunto per effettuare la parafrasi sia la parafrasi stessa dei versi qui presentati. Si tratta di uno dei testi facenti parte del celebre poema dell'Odissea che hanno come protagonista assoluto Ulisse di ritorno dalla sua spedizione militare con gli Achei a Troia, di cui si narrano gli eventi all'interno dell'Iliade, poema sulla guerra tra antichi Greci e antichi Troiani a causa del rapimento della regina Elena, moglie di Menelao.
parafrasi de La gara con l'arco dall'Odissea di Omero

Indice

  1. Testo tratto dalla fonte Odissea - Traduzione dal greco di Ippolito Pindemonte
  2. Parafrasi de La gara con l'arco che fa parte del libro XXII dell'Odissea

Testo tratto dalla fonte Odissea - Traduzione dal greco di Ippolito Pindemonte

L’arco Euméo tolse intanto; e già il portava
E i Proci tutti nel garriano, e alcuno
Così dicea de’ giovani orgogliosi:
Dove il grand’arco porti, o disennato
Porcajo sozzo? Appo le troje in breve
Te mangeran fuor d’ogni umano ajuto
Gli stessi cani di tua man nutriti,
Se Apollo è a noi propizio, e gli altri Numi.
Impaurito delle lor rampogne,
L’arco ei depose.

Ma dall’altra parte
Con minacce Telemaco gridava:
Orsù, va innanzi con quell’arco. Credi
Che l’obbedire a tutti in pro ti torni?
Pon cura, ch’io con iscagliati sassi
Dalla cittade non ti cacci al campo,
Io minor d’anni, ma di te più forte.
Oh così, qual di te, più forte io fossi
De’ Proci tutti, che qui sono! Alcuno
Tosto io ne sbalzerei fuor del palagio,
Dove il tesser malanni è lor bell’arte.
Tutti scoppiaro in un giocondo riso
Sul custode de’ verri, e della grave
Contra il garzone ira allentaro. Euméo,
Traversata la sala, innanzi a Ulisse
Fermossi, ed il grande arco in man gli mise.
Poi, chiamata Euricléa, parlò in tal forma:
Saggia Euricléa, Telemaco le stanze
Chiuder t’ingiunge, e dell’ancelle vuole,
Che per rumor nessuna, o per lamento,
Che l’orecchio a ferir le andasse a un tratto,
Mostrisi fuori, ma quell’opra siegua,
Che avrà tra mano allor, nè se ne smaghi.
Non parlò al vento. La nutrice annosa
Tutte impedì le uscite, e al tempo istesso
Filezio si gittò tacitamente
Fuor del palagio, e rinserrò le porte
Del cortil ben munito. Una gran fune
D’Egizio giunco per navigli intesta
Giacea sotto la loggia; ed ei con quella
Più ancor le porte rafforzò.
Ciò fatto, rientrava.
per ulteriori approfondimenti sull'Odissea vedi anche qua
Parafrasi de La gara con l’arco, Odissea articolo

Parafrasi de La gara con l'arco che fa parte del libro XXII dell'Odissea

L’onesto custode, preso l’arco ricurvo, glielo consegnò;
tutti i pretendenti presenti nella sala urlavano
e così qualcuno dei più altezzosi parlava:
Lontano dagli uomini, ti sbraneranno tra i porci
i feroci cani che tu stesso hai allevato, se ci saranno
benevoli Apollo e tutti gli altri dèi>>.
Detto questo, spaventato, egli lo rimise lì dove
l’aveva preso, a causa delle grida di molti nella sala.
Dall’altra parte Telemaco gridava minaccioso:
che non ti rimandi in campagna lanciandoti pietre,
anche se più giovane: io ti sovrasto in forza.
Magari potessi sopraffare, con le braccia e la forza,
allo stesso modo tutti i Proci presenti in casa.
Subito manderei via spregevolmente taluni
da questa casa, poiché congiurano mali>>.
Tutti i proci risero felicemente a queste parole;
posero così fine alla rabbia contro Telemaco.
Il porcaro attraversò la sala reggendo l’arco
e, ormai vicino, lo consegnò al prode Odisseo.
Chiamò in disparte la nutrice Euriclea dicendole:
di chiudere le porte della grande sala, ben serrandole,
e se qualcuna sentisse grida e gemiti di uomini
da dentro, non esca fuori,
ma continui il proprio lavoro, silenziosamente>>.
Detto questo, ella comprese quelle parole
e chiuse le porte delle sale più visitate.
Filezio uscì silenziosamente fuori di casa
e serrò le porte dell’atrio murato.
Sotto il portico trovò una fune di fibra papiro
di una nave: serrò le porte e poi rincasò.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il contesto della scena descritta nel testo?
  2. La scena si svolge durante una gara con l'arco nel libro XXII dell'Odissea, dove Ulisse, di ritorno dalla guerra di Troia, si trova a confrontarsi con i Proci, i pretendenti di sua moglie Penelope.

  3. Chi sono i protagonisti principali di questo passaggio dell'Odissea?
  4. I protagonisti principali sono Ulisse, Telemaco, Euméo, i Proci e la nutrice Euriclea.

  5. Qual è il ruolo di Telemaco in questo episodio?
  6. Telemaco assume un ruolo di comando e autorità, minacciando i Proci e ordinando a Euméo di consegnare l'arco a Ulisse, dimostrando forza e determinazione.

  7. Come reagiscono i Proci alle parole di Telemaco?
  8. I Proci reagiscono con un riso giocondo alle parole di Telemaco, allentando la loro ira contro di lui.

  9. Quali istruzioni dà Euméo a Euriclea?
  10. Euméo istruisce Euriclea a chiudere le porte della sala e a non uscire, anche se dovesse sentire grida o lamenti, continuando il suo lavoro in silenzio.

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