Ettore nell'Iliade: il guerriero troiano e il suo epico funerale

All’interno di questo appunto vengono descritti i funerali di Ettore nell’Iliade. Di seguito sono riportate tutta una serie di informazioni sull’Iliade, nello specifico viene descritta la figura di Ettore, la sua morte e il suo funerale voluto dalle persone a lui più care.

Solitamente quando si parla dell’Iliade ci si riferisce al grande poema epico di origine greca scritto in esametro dattilico, attribuibile alla figura del grande poeta antico Omero.

Quest’opera epica si crede sia stata scritta intorno all'VIII secolo a.C. e rappresenta uno delle più antiche opere esistenti nella letteratura occidentale insieme all'Odissea che simboleggia un altro poema epico attribuibile ad Omero, in cui vengono raccontate le esperienze di Ulisse in seguito agli eventi descritti nell'Iliade. L’Iliade è suddivisa in 24 libri, la lingua utilizzata è il greco omerico che riesce ad unire il genere letterario tipico del greco ionico con altri dialetti. Il tutto viene ambientato dopo lo scoppio della famosa guerra di Troia, città che è stata assediata per circa dieci anni dai greci micenei, meglio conosciuti come Achei, e si racconta delle numerose battaglie e dei molti eventi che si sono susseguiti nel momento in cui ci sono stati scontri tra il re Agamennone ed il valoroso Achille. Nonostante tutte queste vicende riguardino solamente le settimane dell’ultimo anno di guerra, all’interno del poema epico ci sono molti riferimenti a varie leggende di origine greca. Pertanto, la narrazione epica riprende eventi profetizzati per il futuro, come la morte imminente di Achille e la caduta di Troia, anche se la narrazione si conclude prima che questi eventi si realizzino concretamente.

Ettore: il guerriero troiano

Ettore è uno dei personaggi che fa parte della leggenda greca, in particolare egli è il figlio maggiore del re troiano Priamo e di sua moglie, la regina Ecuba. Ettore era il marito di Andromaca ed incarnava il titolo di capo guerriero dell'esercito troiano.

Il suo personaggio viene delineato come una persona estremamente positiva: Omero lo descrive all’interno dell’Iliade come un bravo figlio, un marito e padre affettuoso e un amico fedele. Nel sesto libro dell'Iliade, è stato raccontato dal poeta in modo molto emozionante proprio il momento in cui la moglie Andromaca gli ha dato il permesso per intraprendere il viaggio con l’obiettivo di incontrare Achille per l'ultima volta.

La morte di Ettore e il suo funerale

Nel momento in cui è scoppiata la Guerra di Troia, le maggiori imprese di Ettore sono state diverse, tra cui viene ricordata il suo soccorso al ferito Sarpedonte, l'assalto dei bastioni greci e la sua lotta con Aiace, il quale era figlio di Telamone e rappresentava uno dei suoi nemici. In seguito, la sua scomparsa avviene dopo una serie di eventi che coinvolgono Achille e Patroclo. Successivamente dopo aver litigato con Agamennone, Achille lascia i Greci, ed Ettore riesce a ricacciarli verso le loro navi, ormai quasi bruciate. Poi con l'aiuto di Apollo, uccide anche Patroclo, il quale era stato travestito da Achille per aiutare i greci. Così Achille, sconvolto dell’accaduto e soprattutto per volontà di vendicare la morte del suo amico Patroclo, torna in guerra e uccide Ettore. Il momento della sua morte viene descritta così nell’iliade: Achille trascina il corpo di Ettore dietro il suo carro al campo e poi intorno alla tomba di Patroclo. Intervengono anche Afrodite e Apollo, i quali però cercano di preservare il corpo dalla corruzione e dalle mutilazioni. In seguito Priamo si dirige verso Achille e lo supplica di restituire il corpo di Ettore. In conclusione, l'Iliade termina con il funerale di Ettore, durante il quale il suo corpo viene sepolto con grande onore.

Il dolore della famiglia di Ettore

Come si è già detto, la morte e i successivi funerali del valoroso Ettore chiudono il grande racconto dell’Iliade. Dopo l’avvenuta uccisione da parte di Achille, il corpo ormai esanime viene portato e consegnato al padre di Ettore, Priamo, che decide di preparare dei funerali degni del figlio.

Dopo ciò si susseguono vari momenti e diverse emozioni dimostrate dalle persone più care ad Ettore, le quali piangono la sua morte, tra cui ricordiamo lo stesso Priamo, la moglie Andromaca, la madre Ecuba ed Elena.

La moglie Andromaca è distrutta dalla morte del suo amato sposo, avvenuta così tragicamente e in modo molto prematuro. La donna ormai vedova è rimasta da sola con un bambino all’interno di una città che ormai non aveva più qualcuno che la difendesse in modo valoroso come invece aveva fatto Ettore. Andromaca, in seguito a questa tragedia, iniziò a pensare che ormai la città sarebbe caduta in disgrazia: tutte le donne verranno fatte prigioniere e portate lontane, anche suo figlio ormai orfano di padre avrà una vita infelice, probabilmente verrà buttato giù da una torre per rivalsa da parte di un uomo greco a cui quale Ettore aveva ucciso un parente.

Poi c’è Ecuba, la quale è la madre di Ettore, che durante il solenne funerale del figlio ripensa anche agli altri suoi figli, imprigionati in isole molto lontane per volere di Achille. Inoltre, è grata agli dèi in quanto il corpo del suo amato figlio Ettore non è stato deturpato da Achille, ma è rimasto integro e apparentemente morto di una morte naturale.

C’è anche la figura di Elena che piange la morte di Ettore, soprattutto ne ricorda la bontà d’animo nei suoi confronti, a causa del disprezzo che gli altri uomini avevano verso di lei a causa della guerra di Troia.

Il funerale e l'omaggio a Ettore

Poi per il funerale di Ettore, Priamo ordina al popolo di andare a raccogliere delle legna per costruire un enorme rogo funebre, in cui poi verrà cremato solamente il corpo di Ettore, senza la presenza di altri sacrifici umani o animali. Successivamente, le ceneri sono state raccolte da amici più intimi e fratelli e poste all’interno di una cassa tutta d’oro e poi sepolte nella terra, il tutto sotto l’occhio vigile di sentinelle che avevano il compito di proteggere la tomba.

Infine, dopo il funerale, il poema si conclude con un banchetto voluto da Priamo con tutto il suo popolo per omaggiare per l’ultima volta il coraggio di Ettore morto per il suo popolo.