Concetti Chiave
- Il libro II dell'Eneide inizia con Enea che racconta il doloroso inganno del cavallo di Troia su richiesta di Didone, per dimostrare il valore dei Troiani.
- Enea descrive il cavallo di legno lasciato dai Greci come un'offerta agli dèi, mentre il sacerdote Laocoonte mette in guardia i Troiani dai pericoli celati.
- Sinone, un greco infiltrato, convince i Troiani dell'innocuità del cavallo raccontando una falsa storia di sacrifici e inganni.
- I Troiani, ingannati da Sinone e dai segni divini, portano il cavallo in città, festeggiando la presunta fine della guerra.
- Durante la notte, Sinone libera i Greci nascosti nel cavallo, che aprono le porte di Troia per consentire l'ingresso dell'esercito greco, portando alla distruzione della città.
In questo appunto sono riportate diverse informazioni sul libro II dell’Eneide in cui si narra dell’inganno del cavallo di Troia. Vengono analizzati alcuni aspetti generali dell’opera, successivamente viene riportato il contenuto dell’opera e nello specifico la parte iniziale con la rispettiva parafrasi, il racconto dell’inganno, l’ingresso del cavallo di legno e distruzione di Troia.
Indice
Enea inizia il suo racconto
Nel libro II dell’Eneide, il protagonista è Enea che comincia il suo racconto in seguito alla richiesta della regina Didone.
Questo libro si apre proprio con Enea che, pur ferito da questi ricordi dolorosissimi della caduta della città, si appresta ad iniziare il suo racconto. Parte dall’inganno del cavallo soprattutto per dimostrare che i Troiani non sono stati sconfitti sul campo dalle armi, ma in realtà sono stati sconfitti con l’inganno, perché se i Romani hanno legami di sangue con i Troiani, non potevano in nessun modo discendere da un popolo sconfitto in battaglia, bensì da un popolo valoroso sconfitto solamente per un inganno.
Il discorso di Enea sull'inganno
Parte del discorso di Enea riguardo l’inganno del cavallo
Tacquero tutti e tenevano attento lo sguardo.
Allora dall'alto giaciglio il padre Enea cominciò:
Mi chiedi, o regina, di rinnovare un dolore indicibile,
il modo tenuto dai Danai nel distruggere la potenza troiana
e il regno sventurato, tristissimi fatti dei quali
fui testimone e protagonista. Chi mai a raccontarli,
mirmidone o dolope o soldato del duro Ulisse,
frenerebbe le lagrime? E già l'umida notte discende
dal cielo e le stelle al tramonto conciliano il sonno.
Ma se desideri tanto di conoscere le nostre vicende
e di udire brevemente l'estremo travaglio di Troia,
sebbene l'animo inorridisca al ricordo e sempre si sia
abbandonato al pianto, comincerò.
Tutti tacquero e interessati tendevano il viso.
Dal triclinio Enea cominciò a raccontare:
Desideri che io faccia rivivere un dolore indicibile, o regina,
ossia come i Greci distrussero i troiani e il loro regno,
le cose tristi che ho visto, e di cui ne feci parte.
Chi mai a raccontare certi fatti non piangerebbe anche se fosse mirmidone o dolope
o anche un soldato del duro Ulisse?
E' già notte e le stelle invitano a dormire.
Ma se il desiderio di conoscere le nostre vicende, ascoltare l'angoscia estrema di Troia, sebbene il mio animo inorridisca a ricorso e sempre si sia lasciato andare al pianto, inizierò a raccontarti.
L'inganno del cavallo di legno
Enea comincia a raccontare l’inganno del cavallo: tutto è accaduto una mattina in cui i Troiani non trovano più i greci sul campo di battaglia, ma trovano soltanto un enorme cavallo di legno e pensano che si tratti di un dono dei Greci offerto alle divinità per partire. Così cominciano ad intuire che probabilmente dopo tantissimi anni di guerra, i Greci finalmente hanno gettato la spugna e sono tornati nella loro patria. Arriva però Laocoonte, il quale è un sacerdote che invita i Troiani a non fidarsi dei Greci soprattutto a non fidarsi di Ulisse e così scaglia una lancia sull’enorme fianco del cavallo di legno che è stato ritrovato sulla costa. A questo punto entra in scena un personaggio che dice di essere un greco, chiamato Sinone, lasciato li dai suoi compagni. Sinone spiega ai Troiani che Ulisse voleva sacrificarsi lui agli dèi per garantire una buona partenza, ma lui riuscì a fuggire. A questo punto Priamo chiede a Sinone perché il cavallo di legno si trova lì e quale fosse il suo significato. Sinone, che era d’accordo con i Greci e con Ulisse, spiega a Priamo che si tratta di una semplice offerta ad Atena perché Ulisse e Diomede si erano macchiati di una grave colpa nei confronti di questa dea rubando il palladio dal suo tempio e quindi il cavallo è un’offerta agli dèi. Questa dichiarazione di Sinone riesce a convincere tutti. In più Atena che complotta con i Greci, dà un ulteriore segno: fa uscire dal mare due serpenti che si avvolgono attorno a Laocoonte e i suoi figli, uccidendoli. Tutti i presenti, vedendo questa scena, la interpretano come se fosse una punizione divina dovuta al fatto che Laocoonte poco prima aveva lanciato un'asta contro il cavallo di legno.
In questo modo il cavallo di legno viene portato in città con l’aiuto di tutti gli abitanti di Troia che si ingegnano con ruote scorrevoli e corde per rendere meno faticoso lo spostamento di quell’enorme cavallo. Nel corso di quella notte, i Troiani bevono e festeggiano la fine della guerra. Una volta addormentati, Sinone va sotto il cavallo, sblocca una botola segreta, fa uscire tutti i Greci nascosti nel cavallo e nel frattempo va ad aprire le porte della città. Il grosso esercito dei Greci silenziosamente arriva davanti alla città di Troia ed entra per distruggere la città.
La caduta di Troia e la fuga di Enea
In tutto ciò, Enea viene avvisato in sogno da Ettore: il principe troiano lo invita ad abbandonare la città che ormai si trova in fiamme. Ma questo avviso ha anche un altro significato, ovvero la caduta tragica della città preannuncia la nascita della gloriosa della città di Roma. Enea inizialmente non accetta di voler fuggire subito perché vuole morire insieme ai suoi compagni nel difendere la sua città. Enea ci prova, ma fallisce nel suo intento: muore Priamo e anche Cassandra. Così sotto esortazione di Venere, Enea si convince e va via da Troia insieme al padre portato sulle spalle, il figlio per mano e la moglie, la quale in realtà era rimasta indietro. Così affranto Enea torna indietro per cercarla, ma ritrova solamente la sua ombra che gli spiega che lei non è morta, ma che lui ormai è destinato a sposarsi con un’altra donna e a fondare la città di Roma.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del libro II dell'Eneide?
- Come reagiscono i Troiani alla scoperta del cavallo di legno?
- Qual è il ruolo di Sinone nella storia del cavallo di Troia?
- Qual è il significato del sogno di Enea con Ettore?
- Come si conclude la fuga di Enea da Troia?
Il tema principale è l'inganno del cavallo di Troia e la conseguente caduta della città, narrato da Enea su richiesta della regina Didone.
I Troiani inizialmente pensano che il cavallo sia un dono dei Greci per le divinità, ma Laocoonte li avverte di non fidarsi. Tuttavia, vengono convinti da Sinone che si tratta di un'offerta ad Atena.
Sinone, fingendosi un greco abbandonato, convince i Troiani che il cavallo è un'offerta agli dèi, facilitando l'ingresso del cavallo in città e la successiva distruzione di Troia.
Il sogno avvisa Enea di abbandonare Troia in fiamme, preannunciando la caduta della città e la futura nascita di Roma.
Enea fugge con il padre, il figlio e la moglie, ma quest'ultima rimane indietro. Enea torna a cercarla, trovando solo la sua ombra che gli predice il suo destino di fondare Roma.