Concetti Chiave
- I Troiani, guidati da Enea, si fermano a Erice in Sicilia per commemorare Anchise con giochi funebri prima di raggiungere Cuma e interrogare la Sibilla.
- Nel viaggio nell'Ade, Enea incontra l'anima di Didone nei Campi del Pianto, rappresentando il dolore e il disprezzo per l'abbandono subito.
- Virgilio utilizza il viaggio di Enea nell'oltretomba per illustrare la futura gloria di Roma e attinge a spunti presenti nell'Odissea di Omero.
- Enea appare sinceramente addolorato nell'Ade, esprimendo obbedienza al Fato e sacrificio dei sentimenti, riflettendo una dimensione umana dolente.
- Il lettore deve accettare Enea nel contesto voluto da Virgilio, riconoscendo le responsabilità e i significati assegnati dall'autore al suo eroe.
Indice
Il Viaggio di Enea nell'Ade
Partiti da Cartagine, i Troiani sostano a Erice, in Sicilia, dove l'anno precedente era morto Anchise, e in sua memoria si svolgono giochi funebri. Lasciata quella che era stata fino a quel momento l'isola della Sicilia, i Troiani giungono a Cuma, dove Enea si dirige al tempio di Apollo per interrogare la profetessa Sibilla e farsi da lei accompagnare nell'Ade, il regno dei morti, come gli ha suggerito in sogno il padre Anchise. Appena superato l'ingresso dell'Ade che sarebbe il regno dei morti, Enea si ritrova nell'Antinferno, in cui sono radunati quelli che sono morti prima del tempo o anche i 4 gruppi principale che venivano definiti come i negligenti, e giunge ai Campi del Pianto, dove si trovano le anime di coloro che si sono uccisi perché consumati da una passione d'amore: tra queste anime vi è proprio per questo motivo quella della figura di Didone.
L'Incontro con Didone
Il silenzio di Didone e le lacrime di Enea Virgilio assegna al viaggio di Enea nell'oltretomba lo scopo di illustrare la gloria futura di Roma, che appunto gli verrà predetta dall'anima di Anchise; tuttavia il poeta si appropria anche di alcuni spunti che sono già presenti nell'Odissea, quando l'eroe omerico si affaccia nel regno dei morti e incontra le anime di persone conosciute in vita. E così, come Odisseo conosce nell'Ade il destino di morte di Achille, Agamennone e della madre Anticlea, anche Enea vi incontra Didone, che aveva abbandonato e di cui non conosceva la triste fine. Il poeta, però, ha aggiunto questo episodio non solo in omaggio a una tradizione letteraria, ma come se volesse gratificare la sua eroina di una compensazione, una piccola vendetta nei riguardi di colui che aveva maledetto morendo. Sebbene dopo il termine della vita non sia più possibile modificare gli eventi, rimangono nel cuore dei sopravvissuti la memoria e il dolore, e così Didone ha l'occasione di infliggere a buon diritto l'ultima ferita a Enea, mediante il rifiuto e il disprezzo.
Il Destino di Enea
In questa vicenda Enea non appare più come colui che ha determinato lo svolgersi degli eventi: le parole che esprime nell'Ade sono profondamente sincere e nella loro breve semplicità contengono tutto il suo destino, fatto di obbedienza al Fato e di sacrificio dei propri sentimenti. Egli si scioglie in pianto, si rivolge a Didone «con dolce amore» (v. 7), la implora lui che era stato inutilmente implorato di ascoltarlo, porta le sue giustificazioni per l'abbandono e fa solenne giuramento di non aver agito liberamente.
Interpretazioni dei Lettori
Nell'arco dei secoli i lettori dell'Eneide hanno per lo più attribuito a Enea la colpa di un comportamento spietato nei riguardi di Didone, sostenendo che vi fosse la possibilità di un suo atteggiamento più morbido o anche di un diverso esito per la storia d'amore, e pertanto hanno considerato troppo tardive le lacrime da lui versate nell'oltretomba.
Non è però lecito al lettore far vivere i personaggi fuori del contesto in cui l'autore li ha posti, ignorando le necessità creative di Virgilio; accettiamo dunque l'eroe virgiliano per quello che è nel poema: caricato di tutti i significati e le responsabilità che il Fato gli ha assegnato e, entro i limiti che la sua devozione agli dèi gli consente, ricco di una sua dolente dimensione umana.
Domande da interrogazione
- Qual è lo scopo del viaggio di Enea nell'Ade secondo Virgilio?
- Come viene rappresentato l'incontro tra Enea e Didone nell'Ade?
- Qual è il destino di Enea secondo il testo?
- Come interpretano i lettori il comportamento di Enea nei confronti di Didone?
- Qual è l'invito rivolto ai lettori riguardo all'interpretazione dei personaggi?
Virgilio assegna al viaggio di Enea nell'oltretomba lo scopo di illustrare la gloria futura di Roma, predetta dall'anima di Anchise.
L'incontro è caratterizzato dal silenzio di Didone e dalle lacrime di Enea, con Didone che rifiuta e disprezza Enea, infliggendogli un'ultima ferita.
Il destino di Enea è segnato dall'obbedienza al Fato e dal sacrificio dei propri sentimenti, come dimostrato dalle sue sincere parole nell'Ade.
Molti lettori attribuiscono a Enea la colpa di un comportamento spietato verso Didone, ritenendo tardive le sue lacrime nell'oltretomba.
I lettori sono invitati ad accettare i personaggi nel contesto creato da Virgilio, riconoscendo le necessità creative dell'autore e il significato del Fato.