Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Tesina: la bellezza
Ho sempre voluto fare una tesina che rappresentasse me stesso, una parte di me da condividere con chi ancora non mi conosce e avrà il piacere (almeno spero) di giudicare il mio operato. Credo che la bellezza si sviluppi nella mente di chi osserva qualcosa che racchiude un significato nascosto, o a cui viene associato qualcosa di bello e piacevole (un tramonto, un dipinto…).
La bellezza rappresenta l’aspirazione più grande per un essere umano, il quale si adatta continuamente per assomigliare il più possibile ai suoi ideali di perfezione, rappresentati ad esempio da una particolare modella, un particolare attore, ecc. Questo ideale di bello è però insito nell’essere umano, che fin dall’antichità ha concretizzato attraverso l’arte ciò che per lui immortalava il concetto di bellezza; col passare del tempo sono cambiati i parametri del Bello, passando dall’arte greca e romana basata sulle proporzioni alla più recente arte frattale basata su regole matematiche. Non sempre però questa ricerca effimera della bellezza conduce ai risultati sperati, anzi, talvolta porta ad assumere comportamenti o compiere azioni estreme solo per voler apparire, come ad esempio ricorrere ripetutamente alla chirurgia plastica per contrastare gli inesorabili effetti del tempo.
Ci fu anche chi, come D’Annunzio, ha basato tutta la sua vita sulla ricerca della bellezza, la quale si incarnava nell’opera d’arte, e che lo ha quindi spinto a “fare della propria vita come si fa un’opera d’arte”, al di là dei rigidi canoni e dei ruoli sociali imposti dalla borghesia a cavallo tra ‘800 e ‘900.
Oggi come allora la società e i mass media impongono un ben definito canone di bellezza, ma cosa si nasconde dietro a un bel viso o ad una persona bella?
Molto spesso la realtà è quella di un individuo con scarsa autostima e personalità, che si rifugia nella continua ricerca della propria bellezza fisica piuttosto che sul consolidamento dell’autostima e della considerazione di sé rispetto agli altri. Questo è ciò che sono e voglio mostrare: anche io come uomo aspiro alla bellezza e al piacere dei sensi, ma ogni tanto occorre soffermarsi con occhio critico sull’evidenza, perché la bellezza dà un piacere effimero e sfuggente, che varia a seconda dell’occhio di chi lo osserva. E dopotutto non è tutto oro ciò che luccica…ma addentriamoci senza ulteriori indugi in quello che è proprio una bellezza d'argomento per la tesina di maturità.

Collegamenti
Tesina: la bellezza
Italiano: Gabriele D'Annunzio e l'estetismo.
Storia: Accenni di Prima Guerra Mondiale e Fascismo.
Igiene: L'invecchiamento e la chirurgia plastica.
Matematica: Il numero aureo e i frattali.
Francese: "à rebours" di J.K. Huysmans.
Inglese: "The picture of Doryan Gray" di O. Wilde.
per approfondimenti vedi anche:
Tesina sulla Bellezza
Diversi volti della bellezza, tesina
Bellezza, tesina
Bellezza, percorso
Sfumature della bellezza, tesina
A C
applicare il teorema di Pitagora, in modo da avere:
( )
2
1 1 5
' 2 ' 2 ' 2 2 2
= = + = +1 = +1=
A C A E A F F E 2 4 4 9
Da cui √ √
5 5
' =
A C= 4 2
E pertanto
√ √
1 5 1+ 5
+ = =φ
DC= 2 2 2 φ
Quindi i lati che abbiamo costruito del rettangolo sono 1 e .
Inizialmente esso può sembrarci un rettangolo qualsiasi, ma facciamo un veloce
esperimento con due carte di credito; se ne disponiamo una in orizzontale e una in
verticale allineandole lungo le basi, otterremo lo La diagonale del rettangolo
schema seguente: aureo
Prolungando la diagonale della carta orizzontale, noteremo con stupore che essa
coincide esattamente con il vertice superiore della
carta verticale.
Casualità? No. Forse perché questo particolare
tipo di rettangolo risulta più gradevole alla vista?
È quello che pensavano i nomi più illustri tra i Il partenone, Fidia, V secolo
pittori e gli scultori di tutte le epoche, come non è
un caso che il numero aureo venga denominato
φ
con la lettera (phi), che è l’iniziale
dell’architetto classico più conosciuto: Fidia.
Il rettangolo aureo possiede delle particolari
proprietà:
se sottraiamo o sommiamo ad esso un quadrato di lato uguale a quello del suo lato
maggiore, otterremo un altro rettangolo aureo (il quadrato è infatti lo gnomone del
rettangolo aureo; per gnomone si intende una
qualsiasi figura che, sommata o sottratta all’originale,
produca una figura simile all’originale).
Se tracciamo le diagonali del quadrato e del
rettangolo, noteremo che esse si intersecano sempre La spirale aurea
con un angolo retto.
Ma se al rettangolo aureo più piccolo sottraiamo un
altro quadrato il cui lato è pari al lato minore del
rettangolo, allora non
solo noteremo che le diagonali sono ancora le stesse,
ma troveremo anche un nuovo rettangolo aureo più
piccolo. 10
Proseguendo questa operazione all’infinito, e congiungendo i
vertici dei quadrati, si ottiene quella che viene chiamata spirale
aurea.
La spirale è una particolare curva la cui forma non cambia
quando se ne modificano le dimensioni, sia aumentandole che
diminuendole.
Il triangolo aureo Questa proprietà viene chiamata autosomiglianza (tipica dei
nel pentagono frattali come vedremo successivamente).
Un’altra proprietà delle spirali è che si tratta di una figura
equiangolare, ovvero se tracciamo una linea retta che parte dal suo polo (cioè dal suo
inizio) fino a un qualsiasi altro punto, l’angolo di intersezione sarà sempre lo stesso.
Esistono anche altre due figure geometriche legate strettamente al numero aureo: il
triangolo aureo e il pentagono regolare.
Dato un pentagono regolare e tracciate le sue diagonali, si ottengono una serie di
triangoli come quello giallo in figura, che come rapporto tra i loro lati hanno proprio
φ .
I triangoli aurei sono quelli che hanno per angoli 36°-36°-108° oppure 26°-72°-72° e
volendo essere più precisi, il primo è detto gnomone aureo, mentre il
secondo triangolo aureo.
Dal triangolo aureo si può ricavare una spirale aurea:
se bisechiamo l’angolo alla base (72° in 36° e 36°), noteremo che
il triangolo di partenza si è diviso in altri due triangoli altrettanto
aurei.
Procedendo come per il rettangolo, si tracciano continue bisettrici
ottenendo sempre nuovi triangoli aurei, e creando la spirale vista in
precedenza. La serie di triangoli aurei
Pure il pentagono segue il principio dell’autosomiglianza, con esplicitazione della
continuando a tracciare le diagonali dei pentagoni formatisi spirale di Fibonacci
dall’intersezione delle stesse. (aurea)
Il pentacolo o stella pentagonale, ha una storia molto antica,
infatti sono state rinvenute rappresentazioni di queste figure
anche presso Egizi e popoli mesopotamici.
É stato anche il segno distintivo dei pitagorici, e rappresentava l’armonia nella
salute e nella bellezza, dato che presupponeva un’equilibrata combinazione tra il
primo numero pari, il 2 o diade, e il primo numero dispari, il 3 o triade.
Come sostenette lo scrittore e professore di estetica rumeno Matila Ghyka (1881-
1965): “il pentacolo, o pentagramma, è stato quindi, di volta in volta, il simbolo
dell’Amore e della Bellezza vivente, come pure dell’equilibrio nella salute dell’essere
umano” oltre che dell’essere umano stesso.
BELLEZZA E PERFEZIONE NELL’ARTE (MATEMATICA!)
Nel 1876 il tedesco Gustav Theodor Fechner (1801-1887), l’inventore della
psicometria (che studia la teoria e la tecnica di ricerca in psicologia), eseguì uno studio
statistico su persone prive di ogni preparazione artistica, chiedendo loro di scegliere,
fra vari rettangoli, quello preferito, in cui vi era anche un quadrato e il rettangolo
aureo.
Naturalmente la maggior parte dei soggetti analizzati scelse il rettangolo aureo.
Sovrapposizione di più spirali
auree 11
Fechner realizzò anche molti studi statistici sulle proporzioni nel corpo umano, e
concluse che “perché un oggetto sia considerato bello dal
punto di vista della sua forma, deve avere fra la parte
maggiore e quella minore lo stesso rapporto che passa
tra la maggiore e il tutto.” È la stessa definizione del
rapporto aureo.
Molti altri artisti ed intellettuali erano già arrivati a
convalidare questa idea: vediamone alcuni.
“Ritratto di Luca Pacioli”, Luca Pacioli visse in Italia tra la fine del XV e l’inizio del
Jacopo de’ Barbari, 1495 XVI secolo (1445-1517). Fu il maggiore responsabile
dell’ingresso del numero aureo nell’orbita della bellezza e
dell’arte con il suo libro “De divina proportione”, in cui si
ispirò anche all’architetto romano Vitruvio. Leonardo da Vinci (1452-1519) teorizzò le
proprie convinzioni riguardo all’arte della pittura, sostenendo le necessarie
connessioni tra la pittura e la matematica.
Il suo “Trattato sulla pittura” comincia con la frase “Nessuno che non sia un
matematico legga le mie opere”. Leonardo collaborò
con Pacioli nel disegnare le illustrazioni grafiche del
“De divina proportione”, e applicò le conoscenze
scientifiche sulle proporzioni umane agli studi di
Pacioli e di Vitruvio riguardo la bellezza (homo
quadratus). “Nascita di Venere”, Sandro Botticelli,
L’uomo ideale o vitruviano segue l’idea 1482/1485
rinascimentale dell’uomo al centro dell’universo, dal
momento che risulta inscritto tanto in un cerchio
φ
quanto in un quadrato e proporzionato in base a .
Tali proporzioni erano:
altezza totale = distanza tra le punte delle dita delle due mani
con le braccia aperte = 8 palmi = 6 piedi = 6 facce = 1,618 per
altezza dell’ombelico (distanza dal suolo all’ombelico).
φ
Essa è una buona approssimazione di , ma le effettive
proporzioni del nostro corpo non sono quelle ideali; il matematico
Lambert Adolphe Quételet (1796-1874), uno dei padri della
statistica moderna, ha confermato con i suoi studi che le
proporzioni degli uomini europei (ma non solo) si avvicinano alle
proporzioni ideali solo in media statistica.
“La Crocefissione”, Artisti come Leonardo, ma non solo, utilizzarono la proporzione
Raffaello aurea nei loro dipinti, ad esempio come nella disposizione degli
Sanzio,1502 elementi ne ”L’Ultima cena”, ne “La Gioconda”, ne “La Sacra
Famiglia” di Michelangelo in cui è presente il pentacolo, ne “La
Flagellazione” di Piero della Francesca, ne “La nascita di Venere” di
Botticelli in cui il corpo della dea rispetta le
divine proporzioni e così in molti altri.
Prosecutore delle ricerche di Leonardo fu
Albrecht Dürer (1471-1528), il quale nel 1525
pubblicò il suo primo libro di matematica
“Composizione con grigio e marrone 12
chiaro”, Pierre Mondrian,1918
intitolato “Della Misurazione”, in cui il pittore e matematico illustra la filosofia della
bellezza nell’armonia delle proporzioni.
Si dovettero aspettare alcuni secoli perché si riallacciasse la relazione tra arte e
matematica, ovvero fino all’inizio del XX secolo con l’avvento dell’arte astratta, in cui
rientra ad esempio il cubismo, in cui possiamo trovare dei rettangoli aurei come in
quest’opera del celebre pittore Mondrian.
LA PROPORZIONE AUREA NELL’ARCHITETTURA
La divina proporzione si può trovare nelle
costruzioni che l’uomo fin dall’antichità ha realizzato,
come ad esempio nella Grande Piramide di Cheope in
Egitto, in cui altezza e base hanno una stretta
φ
corrispondenza con , così come gli archi di trionfo
della Roma classica. La proporzione aurea nella
Ma anche in altre civiltà lontane dalla cultura piramide di Cheope
classica vi sono esempi di manufatti realizzati
secondo la proporzione aurea, come la Porta del Sole
di Tihuanaco in Bolivia, monumento di una cultura preincaica, proporzionato in base a
φ .
Come abbaimo detto precedentemente, anche nel
Partenone, realizzato dall’architetto Fidia, è presente
la sezione aurea ed è in suo onore che è stato
φ
attribuito il simbolo (phi) al numero aureo.
Bisogna fare comunque attenzione ai molti errori
di attribuzione, in quanto prendendo le misure
adeguate di qualsiasi monumento, si può sempre
φ
trovare come quoziente, anche se l’architetto La proporzione aurea nella “Porta
non aveva intenzione di realizzare la sua opera
secondo la sezione aurea. del sole di Tihuanaco”
Nel Medioevo è però dimostrato che la proporzione
venisse usata consapevolmente perché documentata; ne sono
un esempio i rosoni delle cattedrali gotiche.
Ma non solo nell’Italia del Rinascimento venne utilizzata la
sezione aurea nel disegno dei suoi edifici monumentali:
l’università di Salamanca in Spagna risale al 1218, e la sua
facciata presenta indubbiamente un grande rettangolo aureo. Ingresso dell’università di
Salamanca, Spagna, 1218
13
Al giorno d’oggi architetti come Frank Lloyd Wright (1867-1959) realizzarono
progetti monumentali da lasciare ai posteri, interamente basati sulla proporzione
aurea: egli in particolare realizzò la rampa del museo
“Guggenheim” di New York seguendo la forma della
spirale aurea; l’architetto polacco Zvi Hecker (1931)
realizzò il progetto per le
scuole Heinz-Galinski di
B