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Sintesi

Introduzione La Grande Bellezza, tesina



Questa tesina di maturità descrive la musica. Tutti noi cerchiamo di vivere la nostra vita nel miglior modo possibile. Tutti noi cerchiamo di oltrepassare gli ostacoli che la vita spesso ci pone davanti attaccandoci agli sparuti sprazzi di bellezza che abilmente riusciamo a cogliere dalla nostra quotidianità. Io, personalmente, ho trascorso questi ultimi anni della vita affi-dandomi, nei momenti più importanti, a quella che è la mia grande bellezza: la musi-ca. Quello che ho cercato di far capire, suonando il mio brano, è come la musica sia nella vita di tutti. Per alcuni la musica diventa una semplice abitudine per altri una ragione di vita; alcuni la vedono come un pretesto per sorridere, altri per piangere. Alcuni cantano davanti a centomila persone, altri soltanto sotto la doccia, ma la musica accomuna tutti, volenti o nolenti. Quello che voglio dire oggi in questi pochi minuti che mi saranno concessi è che la musica c’era nella vita dei grandi filosofi e dei grandi poeti, c’era nella storia di numerosi popoli, c’era nelle grandi opere d’arte del passato e c’è anche dove nessuno di noi mai si aspetterebbe, nell’universo. La musica c’è stata, c’è e ci sarà sempre nella vita di ogni uomo. La mia tesina permette anche vari collegamenti interdisciplinari con le varie materie scolastiche.

Collegamenti


La Grande Bellezza, tesina



Italiano : La musica e gli scapigliati.
Filosofia : Schopenhauer e la liberazione dal dolore.
Storia : La schiavitù dei neri e il canto della speranza.
Latino : Orfeo ed Euridice, il canto della disperazione.
Inglese : Joyce e le epifanie della musica.
Storia dell'arte : Kandinskij,il colore come la musica.
Geografia astronomica : Le melodie dallo spazio.
Fisica : La musica dentro di noi.
Estratto del documento

come è possibile per l’uomo spezzare le catene della volontà se

questa costituisce la sua essenza e la struttura metafisica

dell’universo? Schopenhauer sostiene che quando la voluntas

perviene alla “coscienza di sé” essa tende a farsi noluntas ossia

negazione di se medesima. Dalla presa di coscienza del dolore

nascono le tappe della liberazione, ossia l’arte, la morale e l’ascesi.

L’arte è conoscenza libera che si rivolge alle idee pure ed eterne. Il

soggetto che contempla le idee diventa così il puro occhio del

mondo. Grazie all’arte l’uomo contempla la vita elevandosi al di

sopra della volontà del dolore e del tempo. Le varie arti

corrispondono a gradi diversi di manifestazione della volontà; esse

vanno dall’architettura (che corrisponde al grado più basso) fino alla

scultura, alla pittura e alla poesia. Posto a se’ occupa invece la

musica che non riproduce le idee, ma si pone come immediata

rivelazione della volontà a se stessa; Schopenhauer sostiene che la

musica si configura come l’arte più profonda e universale e come

una vera e propria metafisica in suoni capace di metterci in contatto

con le radici stesse della vita e dell’essere. La musica è liberatrice

poiché procura la cessazione del bisogno ma ciò nonostante essa

non è una via per uscire dalla vita ma solo un conforto alla vita

stessa.

La musica, a volte, può rappresentare la via di salvezza di un

singolo uomo ma anche il gancio di speranza di intere popolazioni.

STORIA: la schiavitù dei neri e il canto della

speranza

La musica può essere una via di fuga dalla crudele realtà della vita?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo tornare indietro nel XVI

secolo quando Inglesi, Francesi e Olandesi iniziarono a deportare

uomini e donne africani per venderli nelle colonie americane.

Questo crudele commercio, conosciuto come ‘la tratta degli

schiavi’, portò in America milioni di Africani le cui condizioni di vita

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erano durissime. Durante il lavoro gli schiavi iniziarono a cantare

per alleggerire la fatica, così nacquero i worksongs cioè i canti di

lavoro. Attraverso essi cercavano di dare ritmo al lavoro come se

fosse una danza ed erano composti principalmente da incitamenti e

grida. Una caratteristica comune dei canti afroamericani è la

domanda e risposta, nella quale il leader cantava una strofa, o

alcune strofe, e gli altri rispondevano con il ritornello. Questa

struttura proveniva dalla tradizione africana, specialmente per quel

che riguarda i canti agricoli; essa ha trovato un buon uso negli

spirituals che si sono sviluppati nel periodo in cui molti schiavi

africani cominciarono a convertirsi al Cristianesimo, e da qui nel

gospel e nel blues. Nel 1865 fu abolita la schiavitù in seguito al XIII

emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America. Così

nacque il blues formato da canti individuali che riguardavano le

difficoltà della vita e l’amore. Blues deriva dall’espressione “to have

the blu devils”( letteralmente: avere i diavoli blu) col significato di

“essere triste” e per questo motivo nella lingua inglese il colore blu

viene associato alla sofferenza e alla tristezza.

Anche in Italia, nella prima metà del Novecento, si era cominciato a

conoscere il blues, tanto che una delle prime canzoni italiane, del

1919, si intitolava proprio ‘Scettico blues’. Sotto il Fascismo, però,

la musica straniera, e soprattutto “negroide”, era molto mal vista.

<<Mussolini aveva proibito la diffusione della musica americana,

ma siccome era difficile impedire tutto, i grandi classici potevano

circolare a patto di essere eseguiti da orchestre italiane e con titoli

italiani: ecco perché “Saint Louis Blues” diventò “Tristezze di San

Luigi” >>.

Pick a Bale of Cotton è una worksong cantata dagli antichi schiavi

del sud degli Stati Uniti che lavoravano nelle piantagioni.

« Jump down, turn around to pick a bale of cotton

Jump down, turn around to pick a bale a day.

Oh Lordy, pick a bale of cotton,

Oh Lordy, pick a bale a day.

That nigger from Shiloh can pick a bale of cotton

That nigger from Shiloh can pick a bale a day.

Me and my gal can pick a bale of cotton

Me and my wife can pick a bale a day

Me and my buddy can pick a bale of cotton

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Me and my poppa can pick a bale a day.»

Ma la musica che aiuta l’uomo nel trascorrere della sua vita è

qualcosa di recente o qualcosa che risale anche a tempi lontani o

addirittura a racconti mitologici?

LETTERATURA LATINA: Orfeo ed Euridice, il canto

della disperazione

Orfeo ed Euridice sono due personaggi mitologici legati da una

tormentata storia d'amore narrata da Virgilio nel libro quarto delle

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Georgiche e da Ovidio nelle Metamorfosi. Al loro mito si sono ispirati

numerosi artisti e letterati.

Orfeo era un poeta e un musicista. Le Muse gli avevano insegnato a

suonare la lira, ricevuta in dono da Apollo. La sua musica e i suoi

versi erano così dolci e affascinanti che l'acqua dei torrenti

rallentava la sua corsa, i boschi si muovevano, gli uccelli si

commuovevano così tanto che non avevano la forza di volare e

cadevano, le ninfe uscivano dalle querce e le belve dalle loro tane

per andare ad ascoltarlo. La sua sposa era la ninfa Euridice, ma

Orfeo non era il solo ad amarla: c'era anche Aristeo e un giorno

Euridice, mentre correva per sfuggire a questo innamorato sgradito,

fu morsa da un serpente nascosto nell'erba alta e morì all'istante. Il

giovane Orfeo, come impazzito, andò a nascondersi nei boschi.

Vagò senza meta per giorni e giorni. Pregò inutilmente le fiere

affinché lo uccidessero. Cantò la sua angoscia agli alberi, agli

uccelli, ma niente riuscì a placare il suo dolore. Fu allora che Orfeo

decise di tentare un'impresa disperata: «Scenderò nell'Averno e

pregherò le potenze infernali di restituirmi la mia dolce sposa». La

notte stessa il giovane iniziò il suo viaggio verso gli oscuri regni

della morte. Con la sua musica riuscì a commuovere tutti: Caronte

lo traghettò sull'altra riva dello Stige, il fiume infernale; Cerbero,

l'orribile cane con tre teste, non abbaiò; le Erinni, terribili dee

infernali, si misero a piangere. I tormenti dei dannati erano cessati e

ogni creatura, compresi il dio Ade e sua moglie Persefone, aveva

provato pietà per la triste storia dei due innamorati e per il

commovente canto di Orfeo. Così Ade concesse a Orfeo di riportare

Euridice con sé, ma ad un patto: Euridice avrebbe dovuto seguirlo

lungo la strada buia degli inferi e lui non avrebbe dovuto mai

voltarsi a guardarla prima di arrivare nel mondo dei vivi. Avevano

iniziato la salita: avanti Orfeo con la sua lira, poi Euridice avvolta in

un velo bianco e infine Hermes, che doveva controllare che tutto si

svolgesse come voleva Ade. "Si prendeva un sentiero in salita

attraverso il silenzio, arduo e scuro con una fitta nebbia. I due erano

ormai vicini alla superficie terrestre: Orfeo temendo di perderla e

preso dal forte desiderio di vederla si voltò ma subito la donna fu

risucchiata, malgrado tentasse di afferrargli le mani non afferrò

altro che aria sfuggente. Così morì per la seconda volta ma non si

lamentò affatto del marito (di cosa avrebbe dovuto lamentarsi se

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non di essere stata amata così tanto?) e infine gli diede l'estremo

saluto.” (Ovidio, Metamorfosi, IV, 53 sgg.) Orfeo resterà fedele al

suo amore per Euridice e morirà ucciso dalle Menadi, le

sacerdotesse di Dioniso, che lo faranno a pezzi, gettando i suoi resti

nel fiume Ebro. La sua testa, caduta sulla lira, resterà a galla

sull'acqua, cosicché Orfeo continuerà a cantare: "Euridice” diceva

“O mia misera Euridice!" / E lungo il fiume le rive ripetevano

"Euridice". (Virgilio, Georgiche, IV, 525.). Così Zeus, commosso,

decise di mettere la testa di Orfeo in mezzo al cielo, nella

costellazione della Lira. 9

Ma il potere della musica si limita solo a far nascere emozioni o a

trasformare a sua volta queste emozioni in opere magari letterarie o

artistiche?

LETTERATURA INGLESE : Joyce e le epifanie

della musica

Music plays an important role in “Eveline”, a short story from the

collection “Dubliners”. As we Know, Eveline, the central character of

the story, is in a state of dilemma. She wants to start a new life with

his lover Frank, but her family ties and duties stop her from doing

so. She is unable to make the decision to leave her family and sail

with Frank. “Down far in the avenue she could hear a street organ

playing. She knew the air Strange that it should come that very

night to remind her of the promise to her mother, her promise to

keep the home together as long as she could. She remembered the

last night of her mother’s illness; she was again in the close dark

room at the other side of the hall and outside she heard a

melancholy air of Italy”. The street organ, acts as connecting link

between Eveline’s present and her past memories. Evelin had heard

a similar air a night before her mother’s death. When Evelin hears

the sound of street organ again, she immediately recollects her

dead mother as well as a promise she made to her mother when

she was alive. Evelin had promised her mother that she would take

good care of her home and family in her absence. The musical air of

the street organ brings about an epiphany and the need for a

change. The street organ makes her remember how tragic and

painful her mother’s life had been. Eveline dreads living a life like

her mother and thinks that fleeing with Frank can save her from

such a life. But as we see in the end, this decision is not very simple

for her. She is at a crossroads. She feels bound to fulfill a daughter’s

duty. Indeed, the street organ and the Italian’s song foreshadow

symbolically the paralysis of Eveline as she so desperately grips the

iron railing and refuses to join Frank on the ship Buenos Ayres.

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Le emozioni della musica possono essere rappresentate? La musica

può assumere delle forme? Può essere attribuita a dei colori?

STORIA DELL’ARTE: Kandinskij ,il colore come

la musica

L’arte astratta è quella che non rappresenta la realtà, crea immagini

che non appartengono alla nostra esperienza visiva. Essa cioè cerca

di esprimere i propri contenuti nella libera composizione di linee,

forme e colori senza imitare la realtà concreta in cui viviamo.

L’astrattismo nasce intorno al 1910 grazie al pittore russo Wasilij

Kandinskij. Kandinskij sin da piccolo impara a suonare il pianoforte

ed il violoncello e il rapporto con la musica coltivato con trascorrere

degli anni lo porta a porre al centro della sua arte l’accostamento

dei colori con i suoni musicali; Kandinskij pensa che dipingere sia

un’arte molto simile alla musica e quindi capace di trasmettere

emozioni in maniera astratta, senza rappresentare la realtà. I

musicisti possono usare le note per comporre la musica, gli artisti

allo stesso modo possono usare i colori e le forme. Gli aspetti

maggiormente suggestivi delle teorie di questo artista sono raccolte

nello “spirituale dell’arte” dove ogni colore viene paragonato ad

uno specifico strumento musicale.

Il giallo, dotato di una follia ricca di vitalità è paragonato al suono di

una tromba.

L’azzurro è il blu che tende ai toni più chiari, è indifferente, distante

ed è paragonabile al suono di un flauto.

Il rosso è caldo, vitale, vivace, irrequieto ma diverso dal giallo,

perché non ha la sua superficialità. L’energia del rosso è

controllabile, quella del giallo più libera. Il rosso medio è profondo, il

rosso scuro è più meditativo. È paragonato al suono di una tuba.

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L’arancione esprime energia, movimento. Paragonato al suono di

una campana o di un contralto.

Il verde è mobilità in una assoluta quiete, può essere paragonato

alle note di un violino.

Il viola è instabile, paragonabile al corno inglese alla zampogna e al

fagotto.

Il blu: è il colore del cielo, è profondo; quando è intenso suggerisce

quiete, quando tende al nero è drammatico; è associato al suono

del violoncello.

“Il colore è un mezzo di esercitare sull’anima un’influenza diretta. Il

colore è un tasto, l’occhio il martelletto che lo colpisce, l’anima lo

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