Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 18
Utopia della Bellezza, tesina Pag. 1 Utopia della Bellezza, tesina Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 18.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Utopia della Bellezza, tesina Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 18.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Utopia della Bellezza, tesina Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 18.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Utopia della Bellezza, tesina Pag. 16
1 su 18
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Sintesi

Introduzione Utopia della Bellezza



La seguente tesina di maturità tratta della chirurgia plastica. La tesina abbraccia anche i seguenti argomenti nella varie discipline scolastiche: Che cos'è la chirurgia plastica in Biologia e Scienze; La prima guerra mondiale e l'avvento dei mass media in Storia; L'arte carnale e ORLAN in Storia dell'Arte; Adorno e l'industria culturale in Filosofia; La chirurgia plastica superata da Photoshop in Materie di indirizzo (grafica).

Collegamenti


Utopia della Bellezza, tesina



Biologia e scienze: Che cos'è la chirurgia plastica
Storia: La prima guerra mondiale e l'avvento dei mass media
Storia dell'arte: L'arte carnale e ORLAN
Filosofia: Adorno e l'industria culturale
Materie di indirizzo (grafica): La chirurgia plastica superata da Photoshop
Estratto del documento

Ho cercato di unire la mia passione

per l'arte con l'interesse che ho svi-

luppato nell'ultimo anno verso la

medicina. Lavorando nel corso di

questi cinque anni sull'immagine e

sulla sua importanza pubblicitaria

(con l'utilizzo di photoshop e anali-

si mediatiche) ho trovato particolar-

mente interessante analizzare come

anche il nostro corpo sia oggetto di

comunicazione. Questa non si ferma

semplicemente al linguaggio dei ge-

sti ma entra, sempre più, a far par-

te di un circuito di omologazione

indotto dai mass media. L'idea che

il nostro corpo possa essere muta-

to, ibridato e smaterializzato mi ha

dato lo stimolo per approfondire e

ampliare questo discorso attraverso

la chirurgia plastica ed estetica. L'o-

biettivo principale che mi sono po-

sta è stato quindi di comprendere

le dinamiche socio-artistico-cultu-

rali che portano le persone a sotto-

porsi a questi interventi e di scoprire

perché il nostro aspetto esteriore, fin

dall'antichità, rivesta una così gran-

de importanza, diventando non solo

il nostro biglietto da visita ma la no-

stra nuova identità. Indice

La chirurgia plastica ed estetica e le sue origini

La prima guerra mondiale

I canoni europei

L’industria culturale e i mass media

Orlan et l’art charnel

Conclusioni

La chirurgia estetica

è quella parte della

chirurgia plastica non

volta alla ricostruzione

di parti corporee

precedentemente

esistenti, ma

finalizzata al

cambiamento di

parti del corpo al fine

di apparire migliori

rispetto ai canoni

correnti di bellezza.

Essa si contrappone

alla chirurgia ricostrut-

tiva che ha come obiet-

tivo la ricostruzione di

una parte del corpo

mancante. Considerata

un fenomeno di mas-

sa, la chirurgia estetica

plastica è ormai diffu-

sa in tutto il mondo: la

globalizzazione della

bellezza non conosce

confini. La necessità di

migliorare l’aspetto fi-

sico si perde in epoche

lontanissime, anche

le culture più lontane

sembrano accomunate

da un unico desiderio:

non invecchiare.

Plastikos:

dal greco modellare

dare forma Il Sushruta Samhita, documento del chirurgo indiano (600 a.C.), è una raccolta di testi medici

sulla chirurgia plastica, il primo del suo genere nella storia antica.

La pratica chirurgica estetica si fa ri- rurgia plastica ha conosciuto i suoi pri-

salire per tradizione ai testi sacri Veda mi sviluppi grazie a civiltà come quella

dell'antica India, risalenti al V secolo greca o quella romana. Ma dopo la ca-

a.C. Era pratica usuale l'amputazione duta di Roma alla fine del terzo secolo

del naso in seguito alla trasgressione d.C., i progressi della chirurgia plastica

di alcune leggi e al tradimento da par- si bloccarono per diverse centinaia di

te della donna del proprio marito. Que- anni. Infatti, durante il Medioevo e il

sta tecnica di ricostruzione è utilizzata Rinascimento, la diffusione del cristia-

ancora oggi ed è conosciuta come: nesimo proibiva qualsiasi tipo di modi-

“metodo indiano”. In occidente, la chi- fica chirurgica al corpo.

Una categoria particolare di reduci

con ferite di guerra è costituito dalle cosiddette

gueules cassées, termine francese

che significa pressappoco “musi rotti.

Erano i militari che avevano riportato estese ferite al volto,

e che erano per così dire “impresentabili”

e dunque difficilmente reintegrabili nella società.

Prima

la

Guerra Mondiale

Il primo conflitto mondiale rappre- tutto di sopravvissuti menomati.

senta una novità storica assoluta, Molti soldati riportarono ferite da

rinnovando totalmente e dramma- trauma specialmente su faccia, col-

ticamente l’idea di guerra rispetto lo, gola e braccia, spingendo dot-

a pochi decenni prima. La tipolo- tori, dentisti e chirurghi a praticare

gia di guerra cambiò radicalmen- la chirurgia plastica al fronte. Dal-

te: Comparvero le prime bombe a la Prima guerra mondiale in poi,

mano i lanciafiamme e soprattut- lo sconcertante numero di vittime

to le armi chimiche. Queste inno- con ferite al volto fu subito rico-

vazioni portarono a un numero di nosciuto come un problema tanto

vittime sempre maggiore e soprat- chirurgico quanto sociale.

“Per la prima volta la medicina aveva i mezzi per rimediare a questi traumi”

i

n

o

n

a ei

C p

o

r

u

E

i All’inizio del XX secolo

in seguito alla forte industrializzazione si passò

da un mondo rurale ad una cultura urbana ed individualistica.

La chirurgia estetica fu vista come possibilità di assimilazione sociale.

conformità fisica, proprio perché i

Il desiderio di eliminare i segni fi- pazienti volevano essere visti come

sici della razza o dell’appartenen- individui anziché come apparte-

za etnica era largamente diffuso. nenti a gruppi “estranei”; trovavano

Gli interventi motivati dall’apparte- inaccettabili i pregiudizi. Si giunse

nenza ad una determinata etnia si quindi a definire i lineamenti euro-

concentravano essenzialmente sui pei e nordamericani come i canoni

tratti più identificabili: per gli ebrei

si trattava del naso, per gli asiatici di bellezza a cui riferirsi, giungendo

degli occhi e per gli afroamericani pertanto ad un’omogeneizzazione

del naso e delle labbra. Il desiderio delle culture mondiali, radicandolo

di “non essere stigmatizzato come fino a giochi per bambini come ad

diverso” contribuì al desiderio di esempio la Barbie.

La Barbie nasce come rielaborazione statunitense di un modello

di bambola di nome Lilli commercializzato in Germania nel 1955,

l’ideale dal tedesco medio di allora per la teoria della superiorità

della razza ariana: bionda, occhi azzurri, alta, atletica,

carnagione chiara.

industria

culturale

il termine “Industria Culturale” viene utilizzato per l’accettazione passiva, acritica e consuetudinaria

la prima volta da Max Horkheimer e Theodor W. delle idee e delle norme di comportamento della

Adorno, due filosofi appartenenti alla Scuola di maggioranza. L’individuo adotta così il tipo di per-

Francoforte. Il suo scopo è quello di fornire la più sonalità che gli viene offerto dai modelli culturali.

ampia informazione sui più svariati argomenti, ca- L’industria culturale, attraverso i mezzi di comuni-

paci di suscitare l’interesse di ognuno. Caratteri- cazione di massa, gli impone delle standardizza-

stiche della cultura di massa sono l’eclettismo, la zioni, dei cliché, che determinano nel soggetto un

semplicità del linguaggio, la semplificazione de- senso di insoddisfazione dato dal fatto che non

gli argomenti proposti, l’universalizzazione dei vi appartiene. L’industria culturale, dunque, crea

temi. Il pubblico delle cultura di massa è per lo dei bisogni fittizi (prima truffa) e fa credere al con-

più passivo e non brilla per spirito critico. Da ciò sumatore di poterli soddisfare, cosa che non farà

consegue il conformismo che non è altro se non mai (seconda truffa).

Ai giorni nostri la società, sopratutto dopo l’enor-

me sviluppo del web e dei social network , propo-

ne stereotipi in continua trasformazione. Anche

la fotografia perde lo status di rappresentazione

oggettiva della realtà che possedeva all’inizio, a

causa di programmi come Adobe Photoho

p.

Molti artisti contemporanei

sono affascinati dalla

“plasticità” del nostro corpo .

.

Nasce così l’arte carnale

L’Art Charnel n’est pas contre la chirurgie es-

thétique, mais contre les standards qu’elle

véhicule. Elle s’intéresse à la chirurgie es-

thétique, mais aussi aux techniques de

pointe de la médecine et de la biolo-

gie qui mettent en question le sta-

tut du corps et posent des problèmes

éthiques. C'est un travail d’autopor-

trait au sens classique, mais avec

des moyens technologiques qui

sont ceux de son temps.

Contrairement au “Bo-

dy Art” dont il se dis-

tingue, l’Art Charnel

ne désire pas la

douleur, ne la

recherche

pas comme

source de pu-

rification. Elle

s’intéresse au

résultat plas-

tique finale. Cette

art s’inscrit dans

le social, dans

les médias (où

il fait beau-

coup de

scandale).

Une des artistes françaises de l'art corporel les plus

connues du grand public en France et à l'étranger est

ORLAN, la première a utiliser la chirurgie comme mé-

dium artistique. ORLAN explore différentes tech-

niques avec l'utilisation des nouvelles technologies

dans le domaine des arts: la photographie, la vi-

déo, la sculpture, les biotechnologies Orlan

interroge le statut du corps et les pres-

sions politiques et sociales qui s'y

inscrivent. Son travail dénonce

la violence faite aux corps et

en particulier aux corps des

femmes, et s'engage ainsi

dans un combat féministe.

Elle fait de son corps l'ins-

trument privilégié pour

son message.

Dettagli
Publisher
18 pagine
12 download