
Si trattò del primo passo verso la liberazione del continente dal nazifascismo: una tappa ancora oggi iconica ma che purtroppo nasconde un lato oscuro troppo spesso ignorato dai libri di storia. Ricostruiamo insieme quei giorni dei primi anni '40, quando la guerra imperversava in Europa e nel mondo, mettendo in evidenza tutte le fasi salienti di questo momento storico.
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Sbarco in Normandia: la più vasta operazione militare della storia
All’alba del 6 giugno 1944, le fanterie di britannici e statunitensi - precedute da un imponente bombardamento aeronavale - sbarcarono su cinque spiagge francesi, situate nella regione della Normandia. Tre divisioni di fanteria sbarcarono alle ore 06:30 sulle spiagge di Utah e Omaha, mentre nel settore anglo-canadese, un’ora più tardi, altre tre divisioni invasero le spiagge denominate Sword, Juno e Gold. Prendeva così piede un'operazione iniziata nella notte, quando i primi a toccare il suolo francese furono i paracadutisti, lanciati dopo una serie di bombardamenti preparatori.Ma dopo il lancio, per molti iniziò un vero viaggio verso l'orrore. Decine di paracadutisti furono uccisi in aria dal fuoco nemico e la maggior parte di chi toccò terra incolume si trovò il più delle volte nel luogo sbagliato: dei primi 600 lanci, solo 160 raggiunsero gli obiettivi prefissati, per via del forte vento e di manovre errate dei piloti. I soldati avrebbero dovuto raggiungere alcuni punti chiave all'interno dello scacchiere normanno, diviso per l'occasione in cinque zone comprese in una fascia costiera di circa 80 chilometri: da ovest a est vi erano le spiagge Utah, Omaha, Gold, Juno e Sword, con le prime due – come abbiamo visto - assegnate agli Usa e le restanti agli inglesi supportati dai canadesi.
D-day: spiagge di sangue
Lo sbarco vero e proprio cominciò all'alba, condotto dalla più grande armata marittima della Storia e con il supporto di una flotta aerea altrettanto vasta. All'arrivo sulle spiagge, tuttavia, i soldati erano già psicologicamente ed emotivamente distrutti: a peggiorare le cose l'arrivo dell'alta marea, che rese invisibili le mine e gli ostacoli difensivi. A Omaha (che si guadagnerà presto il soprannome di bloody Omaha, ovvero insanguinata) il benvenuto alle divisioni alleate venne dato dalle batterie tedesche di cannoni piazzate a ridosso della costa.I fortunati che riuscirono ad attraversare incolumi la spiaggia si ritrovarono poi, nell'80% dei casi, con armi e munizioni inutilizzabili per via dell'acqua e della sabbia, nonostante l'ingegnoso tentativo di usare i condom (sì, proprio i preservativi) a protezione delle canne dei fucili. Alla fine i morti in Normandia ammontarono a circa 80mila, una vera carneficina che peraltro portò alla realizzazione della profezia di Churchill: il Primo Ministro da tempo temeva che l'operazione si sarebbe potuta trasformare nell' 'agnello sacrificale' della guerra. Alla base dell'operazione c'era la volontà congiunta di stringere la Germania in una morsa; infatti, la battaglia in Normandia fu durissima ma aprì le porte alla liberazione della Francia. Da Parigi poi le forze alleate continuarono ad avanzare verso Berlino, che nel frattempo doveva guardarsi le spalle dall'avanzata russa da Est.