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2006 referendum indipendenza montenegroIl 2006 è stato un anno storico per il Montenegro. In questa stessa data, 17 anni fa, si è svolto il referendum sull'indipendenza per decidere se il Montenegro volesse separarsi dalla Serbia: i due Paesi, infatti, erano uniti in una Confederazione.
Il 21 maggio 2006 si concludeva così quel processo di balcanizzazione dell'ormai ex Jugoslavia, iniziato con la disgregazione dell'Unione Sovietica.

Con il parere favorevole del 55,5% dei votanti, il popolo montenegrino scelse la strada dell'indipendenza che venne ufficialmente proclamata il 3 giugno dello stesso anno dal neoeletto Parlamento. Da allora sono passati poco meno di 20 anni e quello del referendum potrebbe essere un tema di riflessione alla Maturità 2023: ripercorriamo allora le tappe che portarono all'indipendenza del Montenegro.

Come si arrivò al referendum: il contributo dell'Unione Europea

Il processo indipendenza del Montenegro partì dall'articolo 60 della Carta Costituzionale della Confederazione di Serbia e Montenegro (approvata solo nel 2003) che richiedeva almeno 3 anni prima che uno dei due stati membri potesse dichiarare l'indipendenza. Per farlo, lo stesso articolo specificava che era necessaria l'approvazione di un referendum, la cui legge sarebbe stata definita dallo stato membro. Inizialmente, vi furono numerose controversie riguardanti, per esempio, la composizione dell'elettorato e la soglia di voti necessari per la validità del referendum. Fu Miroslav Lajčák, inviato dell'Unione Europea, a suggerire una soglia del 55% - perché il sì all'indipendenza fosse dichiarato valido – proponendo un quorum intorno al 50%.

Ciò provocò non poche proteste da parte del fronte pro-indipendenza ma, alla fine, sia il Consiglio dell'Unione Europea che il governo socialista approvarono la proposta di Lajčák. Anche sulla composizione dell'elettorato non mancarono polemiche. Infatti, un altro terreno di scontro fu se i montenegrini residenti in Serbia avessero o meno diritto di voto. La legge referendaria, in merito, era chiara: i montenegrini residenti in Serbia non avrebbero potuto votare. Al contrario, connazionali residenti all'estero potevano votare se erano registrati nei registri elettorali: si è parlato quindi di discriminazioni nei confronti dei montenegrini residenti in Serbia..

Il processo d'indipendenza del Montenegro

Nonostante il clima di proteste, il referendum sull'indipendenza in Montenegro si tenne il 21 maggio 2006: con il 55,5% di voti favorevoli la popolazione scelse la strada dell'indipendenza. Superata di 0,5 punti la soglia stabilita in precedenza. Il referendum diede ragione ai partiti che lo sostenevano: il Partito Democratico dei Socialisti del Montenegro (DPS) e il Partito Socialdemocratico del Montenegro (SDP). A partire dal 23 maggio 2006, i risultati preliminari del referendum sono stati riconosciuti dai cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, preludio per un largo riconoscimento internazionale dell'indipendenza. Anche Unione Europea, Stati Uniti, Repubblica Popolare Cinese, Russia e Croazia hanno infatti espresso l'intenzione di rispettare i risultati del referendum.

In Montenegro, la commissione per il referendum ha ufficializzato i risultati il 31 maggio, mentre la dichiarazione di indipendenza è stata redatta dal Parlamento sabato 3 giugno 2006. Infine, si passò al processo costituente. La legge stabiliva infatti che - con la vittoria dell'indipendenza al referendum - il Montenegro dovesse eleggere una nuova assemblea legislativa entro 90 giorni. Scopo dell'assemblea, quello di adottare, con maggioranza di due terzi, i cambiamenti costituzionali richiesti dalla nuova indipendenza e approvare una nuova carta costituzionale. In risposta all'annuncio d'indipendenza, il governo della Serbia ha dichiarato che lo stato della Serbia sarebbe stato legalmente e politicamente il successore della Confederazione di Serbia e Montenegro e che il governo e il parlamento serbi avrebbero dovuto adottare una nuova costituzione.