
Così nel dopoguerra, il 2 giugno 1946 gli italiani e, per la prima volta, le italiane furono dunque chiamati al voto. L'affluenza al voto fu elevatissima, su circa 28 milioni di aventi diritto, si recarono alle urne 24.946.878 italiani: che invece votarono a favore della Monarchia. Ripercorriamo le tappe che spalancarono le porte alla democrazia nel nostro Paese.
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L'Italia divisa sul voto del 2 giugno
Alla vigilia del referendum l'elettorato italiano appariva spaccato. Nonostante la seconda guerra mondiale avesse messo il ginocchio il nostro Paese, dal punto di vista sociale ed economico, la propaganda del ventennio fascista aveva compiuto i risultati sperati. Che fosse il Duce o il Re, gran parte del popolo italiano riteneva ancora quella dell'uomo solo al comando, l'unica formula possibile di governo, il regime monarchico l'unico impianto di Stato.Dall'altra parte c'era tutta una dottrina che si rifaceva invece a valori più progressisti, gli stessi per cui aveva imbracciato i fucili fino a quel momento. Il CLN, organo ufficiale della Resistenza italiana, era eterogeneo al suo interno per diverse posizioni politiche, ma unito su alcuni valori indispensabili. La libertà e la democrazia, tra questi, erano concetti radicati anche in molti italiani. Quando si andò al voto, le due visioni della società si scontrarono e il risultato non lasciava spazio all'immaginazione: il 54,4% dei votanti scelse la Repubblica, contro il 45,7% che invece non voleva abbandonare la soluzione monarchica.
Proclamata la Repubblica: De Nicola primo Presidente
Non mancarono polemiche e denunce di brogli elettorali, ricorsi e reclami. Esaurita però la valutazione dei ricorsi, il 18 giugno 1946 la Corte di Cassazione proclamò la validità del referendum, sancendo la nascita ufficiale della Repubblica. Nella prima votazione a suffragio universale nel nostro Paese, i cittadini italiani elessero anche i componenti dell'Assemblea Costituente che doveva redigere la nuova carta costituzionale. Alla sua prima seduta, il 28 giugno 1946, l'Assemblea Costituente elesse a capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola, con 396 voti su 501, al primo scrutinio.Con l'entrata in vigore della nuova Costituzione della Repubblica Italiana, il 1º gennaio 1948, De Nicola divenne ufficialmente il primo Presidente della Repubblica. Si trattò di un passaggio di grande importanza per la storia dell'Italia contemporanea dopo il ventennio fascista, il coinvolgimento nella seconda guerra mondiale: nello stesso anno, nel mese di maggio, fu poi eletto Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, il primo a svolgere l'incarico per tutto l'arco del mandato.