
Essa è stata un movimento di opposizione politica ma prima ancora culturale, morale, la cui attività durò circa 20 mesi: dal settembre del 1943 al maggio del 1945. E ancora oggi, quando celebriamo la Liberazione del nazifascismo, il pensiero non può che essere rivolto a tutti quegli uomini e donne che hanno dato la vita per la libertà di tutti. Ma come nacque questo movimento? E chi erano i partigiani e le partigiane della Resistenza? Cogliamo l'occasione per un ripasso in vista della Maturità 2023!
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Le origini della Resistenza in Italia
Senza dubbio la Resistenza italiana fu diversa dagli analoghi fenomeni che nacquero in Europa durante il nazifascismo. Essa affonda le sue radici nell'antifascismo, sviluppatosi progressivamente nel periodo che va dalla metà degli anni venti, quando già esistevano deboli forme di opposizione al regime fascista, fino all'inizio della seconda guerra mondiale. L'indomani l'ascesa di Mussolini, e più precisamente dopo l'ammissione di colpa nel delitto Matteotti, gli antifascisti si organizzarono in clandestinità in Italia e all'estero, creando con grande difficoltà una rudimentale rete di collegamenti, che però non produsse risultati pratici di rilievo. Fino alla guerra essi rimasero frammentati in piccoli gruppi non coordinati, incapaci di attaccare o di minacciare il regime. Alla notizia dell’armistizio di Cassibile, l’8 settembre 1943 i tedeschi occuparono l’Italia per tenere lontano il fronte di guerra dalla Germania.Il Paese, invaso a sud dagli eserciti alleati, era sull’orlo di un collasso totale. Nei territori occupati si costituì per volontà di Hitler un governo fascista, in versione repubblicana, guidato ancora da Mussolini. Si trattava della Repubblica sociale italiana (Rsi) – nota anche come Repubblica di Salò - che avrebbe governato il centro nord, anche se dipendente dai tedeschi militarmente ed economicamente. La notizia dell'armistizio offrì alle forze politiche antifasciste, uscite dalla clandestinità, la possibilità di organizzare la lotta politico-militare contro l'occupante e il governo di Salò. E questo è certo un elemento che ci aiuta a capire meglio il fenomeno della Resistenza italiana: perché la sua attività si sviluppò su più di un fronte. Contro il Reich in primo luogo, ma con un occhio rivolto sempre verso il nemico interno: la Repubblica di Salò e tutti i collaborazionisti che erano ancora fedeli a Mussolini.
Quando nasce la Resistenza partigiana?
Poche ore dopo la comunicazione radiofonica del maresciallo Badoglio sull'armistizio, il 9 settembre 1943, alle 16:30, a Roma, in via Carlo Poma, sei esponenti politici dei partiti antifascisti, usciti dalla clandestinità a seguito del crollo del regime, si riunirono e costituirono il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN). I sei componenti erano Pietro Nenni per il Partito Socialista Italiano, Giorgio Amendola per il Partito Comunista Italiano, Ugo La Malfa per il Partito d'Azione, Alcide De Gasperi per la Democrazia Cristiana, Meuccio Ruini per Democrazia del Lavoro e Alessandro Casati per i Liberali.Nei giorni seguenti si moltiplicarono i comitati di liberazione locali per organizzare la lotta armata nelle regioni occupate dai tedeschi: a Torino, a Genova, a Padova e a Firenze con Piero Calamandrei, Giorgio La Pira e Adone Zoli. Entro l'11 settembre la struttura dei CLN era costituita e i comitati passarono rapidamente alla lotta armata e alla clandestinità di fronte al rafforzarsi del potere politico militare delle forze tedesche e del nuovo Stato repubblicano fascista, mentre il 15 settembre ad Arona i primi capi delle formazioni partigiane organizzate in montagna
Da chi era formata la Resistenza?
La Resistenza italiana fu un fenomeno complesso sotto il profilo sociale, politico e militare. Ebbe come fondamento comune l’antifascismo, ma si articolò in componenti militari e politiche molto diverse tra loro che, pur con non poche difficoltà, riuscirono a collaborare. Il movimento era composto prevalentemente da due grandi 'anime': un unico organismo politico che era il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) e un unico comando militare, il Comando Volontari della Libertà (CVL). La resistenza era organizzata in brigate, controllate dal CLN, mentre nelle città agivano piccoli gruppi, come i GAP (Gruppi d’Azione Partigiana) e le SAP (Squadre d’Azione Patriottiche). Le brigate erano formate da uomini comuni, che cercavano di sfuggire alle persecuzioni tedesche, volontari che combattevano contro la dittatura, soldati preparati ed ex-combattenti. Nei movimenti di rivoluzione ebbero un ruolo importante anche le donne, spesso nei panni di milizie sul territorio. Ma non solo, ebbero un ruolo cruciale nelle attività di spionaggio e nel costituire dei veri e propri ponti di comunicazione di città in città.