Giulia.Onofri
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Esame orale maturità 2019, analisi del testo al colloquio: come funziona articolo

Secondo la riforma della maturità, è prevista la presenza dell’analisi del testo anche nell’orale, oltre che nello scritto. Non solo, in prima prova le tracce della tipologia A saranno due e non più una, proprio per permettere un’alternativa valida fra autori che riflettono epoche e generi letterari diversi.
Insomma, la competenza di saper leggere e capire un testo diventa centrale, tanto da doverlo fare anche durante al colloquio di fronte alla commissione di maturità 2019. Ma in che modo questo avverrà? Cerchiamo di sintetizzare le notizie che abbiamo finora.

Riforma Maturità: analisi del testo anche nella prova orale

Nel decreto legge del 13 aprile 2017, al comma 9, si legge che la prova orale è finalizzata ad "analizzare testi, documenti, esperienze, progetti, problemi per verificare l'acquisizione dei contenuti e dei metodi propri delle singole discipline, la capacità di utilizzare le conoscenze acquisite e di collegarle per argomentare in maniera critica e personale anche utilizzando la lingua straniera".
Per valutare la preparazione di tutti gli studenti sarà così necessario valutare il livello da loro raggiunto nell’acquisizione dei contenuti generali della materia e nella capacità di contestualizzazione anche interdisciplinare. Ricordate sempre che ogni prova sarà esaminata secondo griglie di valutazione imposte a livello nazionale che risponderanno a determinati requisiti e parametri di cui la commissione dovrà tenere conto, perciò scrivete (o raccontate se vi verrà richiesto all’orale) tutto quello che sapete in merito al testo richiesto.
Ma come si fa a fare una buona e corretta analisi del testo? Vediamo quali sono le basi per farne di efficaci, indifferentemente dalla natura scritta o orale.

Analisi del testo maturità: quali brani?

Per prima cosa bisogna conoscere la differenza fra un testo poetico e un brano in prosa, e saper riconoscere anche le modalità proprie ai due generi. Inoltre, se ad esempio mi accingo ad analizzare un testo poetico, dovrò tenere conto della poetica contemporanea all'autore per cogliere differenze o affinità sia nella scelta stilistica e metrica sia nei contenuti trattati. Tutto questo deve essere condotto sempre all’interno della conoscenza del quadro storico che fa da sfondo all’opera e al suo scrittore.
Non dimenticate poi i parallelismi tra le opere dello stesso scrittore, tenendo presente che molti fra questi sono autori sia di testi poetici che di prosa, ed anche degli altri a lui contemporanei o legati in un discorso di genere poetico (predecessori o continuatori).
I brani più probabili da trovare in prima prova sono quelli che rimandano ad autori studiati nell’ultimo anno, in un lasso temporale che varia tra la letteratura del secondo ‘800 e quella del ‘900.
Se per quanto riguarda lo scritto è facile pensare che le due tracce possano consistere rispettivamente in una poesia e in una prosa (anche se nulla è certo), sull’orale non si può fare nessuna previsione perché sarà la volontà del commissario che ne determinerà la scelta.

Come si fa l’analisi del testo di una poesia?

Ciò che differenzia la prosa dalla poesia è proprio l’uso del metro come forma di scrittura. Appare allora fondamentale saper distinguere le diverse forme di versificazione in cui si organizza e si struttura la nostra letteratura in modo da avere lo strumento per poter riconoscere quale tra queste abbiamo davanti.
Analizzare un testo poetico non significa banalmente saper fare la parafrasi, quanto piuttosto saper sviscerane il senso partendo proprio dalla considerazione per il linguaggio, la cui struttura, nella poesia più che nella prosa, è sempre studiata e ricercata per restituire al lettore effetti inattesi e densi di significato.
Proprio perché la lunghezza di un testo poetico è per lo più ridotta e concisa rispetto a quelli narrativi, accanto al senso letterale, dobbiamo sempre considerare quello allegorico a cui rimandano le parole, ognuna delle quali è sempre inserita in una disposizione precisa e puntuale in base al senso che vuole trasmettere.
È meglio iniziare ad analizzare il testo partendo dal riconoscimento delle figure di suono (allitterazioni, assonanze, consonanze, onomatopee, paronomasie, figure etimologiche ecc) che sono quelle più facili da rintracciare perché relative alla fonetica della parola e agli effetti sonori che producono all’interno dei versi.
Il contenuto rispecchia anche la scelta dei suoni usati per renderne l’effetto anche a livello di ascolto o di lettura, che sarà più duro o più dolce a seconda degli accostamenti delle vocali e delle consonanti impiegate.
Dopo aver valutato la veste sonora, si può passare a sciogliere i ‘sensi nascosti’ dalle figure retoriche, prima fra tutti per importanza e frequenza, la metafora. Tra le altre che bisogna ricordare e che ricorrono spesso nei testi ci sono anche il chiasmo, l’anafora, la similitudine, la metonimia, la sinestesia, l’ossimoro, l’anastrofe, l’enjambement, la sineddoche ecc.
A questo punto, l’analisi della poesia deve aprirsi alla contestualizzazione che può essere meta-disciplinare (se svolta all’interno della stessa materia) o inter-disciplinare (se possono essere fatti collegamenti anche con le altre materie). Ricordiamo che la conoscenza delle influenze che la storia produce sugli uomini non può sottrarsi al discorso letterario poiché la letteratura nasce e si sviluppa sempre, in ogni luogo e in ogni epoca, all’interno de quadro storico in cui è immersa.

Come si fa l’analisi di un testo in prosa?

A grandi linee i parametri appena citati come base per analizzare un testo poetico, si possono riprendere ed applicare anche per la narrativa in prosa.
La comprensione di un brano narrativo è generalmente più diretta e lineare ma sarebbe sbagliato considerare un romanzo come privo di elementi poetici poiché invece anch’esso si sostanzia, anche se con un’insistenza minore e con una frequenza più distesa nell’uso delle stesse figure retoriche e di suono che costituiscono l’ossatura sopra cui si costruisce la disposizione dei versi.
Nonostante questo non sottovalutate l’importanza che rivestono certe opere in prosa ed autori nel panorama della nostra letteratura, poiché la narrativa non è assolutamente subordinata alla poesia quanto a grandezza. Ricordate ad esempio che autori come Manzoni rivestono un ruolo di prim’ordine proprio grazie alle opere in prosa e non viceversa!
Ancora una volta è raccomandata l’integrazione dello studio letterario con gli sconvolgimenti storici delle varie e poche, senza tralasciare autori trattati nell’ambito filosofico (pensiamo nel ‘900 all’influenza della psicanalisi e degli studi freudiani sulla letteratura, in particolare su quella in prosa).
Data pubblicazione 23 Novembre 2018, Ore 12:34
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