
La Maturità 2022 si avvicina, così come si avvicina la prima prova di Italiano: proviamo a passare in rassegna alcune tematiche di attualità che sicuramente potranno esserti utili per prepararti e iniziamo parlando della persona che in questo momento si trova su tutte le prime pagine dei giornali e che ha deciso di invadere l'Ucraina, portando la guerra al centro dell'Europa, Vladimir Putin.
Ne avrai sicuramente sentito parlare e ti starai chiedendo chi è. E questa sarà proprio la domanda a cui cercheremo di dare una risposta nelle prossime righe.
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"Who is Mr. Putin?"
Devi sapere che non sei l'unico a chiederti chi è Putin. Dopo la su nomina alla presidenza della Federazione Russa nell'agosto del 1999, fatta da Boris Eltsin, ultimo di una serie di capi di governi sostanzialmente "ereditari", al Forum di Davos del 2000 la domanda che tutti i giornalisti occidentali fecero ai ministri del governo russo fu proprio:"Who is Mr. Putin?".In quegli anni il nuovo capo di Stato della Russia risultava essere ancora uno sconosciuto e i membri del governo in una Russia ossessionata dalla segretezza non diedero nessuna risposta a questa domanda chiudendosi dietro un imbarazzante silenzio, destinato a passare alla storia. Dopo oltre vent'anni di dominio alla guida dello sterminato Paese, sappiamo un po' di più del Presidente russo che ha basato il suo potere su una sintonia molto singolare con il suo elettorato.
Dall'infanzia in povertà al KGB
Primo leader del Cremlino dopo Lenin a essere nato in una grande città - proviene da una famiglia povera ed è cresciuto nel quartiere operaio di Leningrado - in un suo libro biografico scritto con la prima moglie Lyudmila ha raccontato di come è iniziata la scalata delle gerarchie della borghesia sovietica. Negli anni '80 il suo trasferimento A Dresda, nell'allora Germania Est, dove Putin lavorava per conto del KGB, i servizi segreti dell'Unione Sovietica, assegnato alla divisione di Chernenko.A colpire il suo compagno di stanza a Dresda, Vladimir Ussoltsev, era stato:"Il suo disincanto, il pragmatismo, una mente precisa, anaffettiva, quasi matematica nel suo scetticismo gelido". Primi segnali della personalità che tutti oggi conoscono. Il crollo degli ideali e il capovolgimento della sua vita arrivò dopo il crollo del muro di Berlino quando, senza alcun tipo di direttive da Mosca, dovette sbrigarsi a bruciare in fretta e furia i documenti del KGB prima che la grande folla radunatasi durante quei giorni facesse irruzione negli uffici della polizia politica.
Allo stesso Ussoltsev dobbiamo molti aneddoti sul Presidente russo che, quantomeno inizialmente, era contrario ad ogni forma di regime. Quando nel 1985, racconta, a Dresda morì il loro capo Konstantin Chernenko, gli agenti del KGB rubarono dalla sua stanza una cassa di spumante della Crimea per brindare all'annunciata fine del regime comunista. A brindare c'era anche lui, soprannominato "il piccolo" per distinguerlo da un agente con il suo stesso nome, ammiratore dell’accademico Andrey Sakharov, esiliato a Gorky per dissenso.
Dal crollo del comunismo alla presidenza
Tornato in città a 39 anni, dopo la caduta del muro di Berlino, fu testimone della fine del partito di cui era membro e anche del servizio segreto in cui aveva riposto tutte le sue speranze. Si ritrovò così senza lavoro e con due figlie piccole da mantenere e, come ha raccontato lui stesso, meditò di mettersi a fare il tassista abusivo.Il suo destino però non era quello di essere un tassista e, grazie ai contatti nel KGB, fu recuperato dal sindaco liberale Anatoly Sobchak come responsabile delle relazioni con l’estero. Come sia stato possibile che quell'agente che aveva brindato alla fine del regime comunista abbia poi finito quasi per restaurarlo, come nel caso della competizione missilistica con gli Stati Uniti, resta davvero un mistero.
Quello che sappiamo è che Putin nell'agosto del 1999 venne nominato da Boris Eltsin premier e "successore" alla presidenza perché, secondo l’oligarca Sergey Pugachev, che all’epoca era uno degli intimi della famiglia Eltsin, veniva considerato privo di capacità e ambizioni tali da renderlo autonomo. La sua figura doveva servire solamente a garantire sicurezza al clan degli Eltsin, travolto da scandali e in crisi di popolarità ma, in poche settimane, i rapporti di forza si rovesciarono e, dopo aver acquisito sempre maggiore popolarità, furono gli oligarchi e il clan di Eltsin a dipendere dalla sua benevolenza e non il contrario.
I primi due mandati di Putin tra la Cecenia e il sequestro di Mosca
L'ex agente del KGB con un patrimonio di 200 miliardi di dollari che, tra una riforma costituzionale e l’altra, rimarrà al potere fino al 2036, quando avrà collezionato trentasette anni di regime autocratico, in questi vent'anni ha cambiato il volto della Russia. Il suo primo mandato in un Paese che solamente due anni prima era andata in default, si caratterizza per la guerra contro i separatisti in Cecenia e gli oligarchi dell'era Eltsin interessati a espandere la loro influenza politica.Uno dei momenti più difficili, così come ha ammesso lui stesso, è stato il sequestro nel 2002 nel teatro Dubrovka di Mosca fatto da parte di un commando di terroristi ceceni che finì dopo tre giorni con un blitz delle forze russe dove rimasero uccisi 129 dei 912 ostaggi. Il suo secondo mandato consecutivo inizia nel 2004 e il 7 ottobre 2006, giorno del suo compleanno, la reporter Anna Politkovskaya che aveva raccontato la violazione dei diritti umani fatta in Cecenia, venne uccisa nel suo condominio.
Il terzo mandato tra l'annessione della Crimea fino alla guerra in Ucraina
Nel frattempo gli effetti del "putinismo" iniziano a vedersi: durante i suoi primi due mandati il Pil russo aumenta del 70% e gli investimenti crescono del 125%. Tra accuse e brogli, nel 2012 inizia il suo terzo mandato e dopo le Olimpiadi invernali di Sochi del 2014 Putin spiazza il mondo intero invadendo e annettendo la Crimea, con un referendum popolare mai riconosciuto dalla comunità internazionale.Morto assassinato il suo principale oppositore politico, l'ex vice premier Boris Nemtsov, nel febbraio del 2015 dopo aver incontrato il presidente statunitense Obama entra in guerra in Siria a fianco del presidente Bashar al-Assad. Secondo un rapporto dell'intelligence americana, avrebbe anche favorito la vittoria di Donald Trump durante le elezioni presidenziali del 2016. Adesso, l'invasione dell'Ucraina con cui ha riportato la guerra in Europa rimane un'altra delle sue mosse imprevedibili che rischiano di far saltare l'ordine mondiale ormai consolidatosi dopo i due conflitti mondiali del Novecento.
Paolo Di Falco