
Le tensioni tra Russia e Ucraina, che stanno ormai andando avanti da mesi, sembrano entrate in una nuova fase. Infatti nella serata di ieri, lunedì 21 febbraio, il leader russo, Vladimir Putin, ha deciso di riconoscere ufficialmente due repubbliche autoproclamate situate nei territori dell’Ucraina. I due territori in questione sono Donetsk e Lugansk, entrambe facenti parte di una delle zone al confine con la Russia, il Donbass, che sta attirando non poco l’attenzione internazionale negli ultimi mesi. Ma come mai questo passaggio è così importante all’interno dei rapporti tra i due Paesi? Noi di Skuola.net abbiamo deciso di provare a fare il punto della situazione per capire meglio le dinamiche, le forze e i sottintesi attualmente in gioco.
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Perché il Donbass è così importante nella crisi Russia-Ucraina?
Il bacino del Donec, noto anche come Donbass è una regione storica, economica e culturale, parte del cui territorio nel 2014 si è dichiarato unilateralmente indipendente dall'Ucraina.Vi è da precisare però, che in quei territori oltre 770mila ucraini hanno il passaporto russo, su una popolazione di circa 5 milioni di abitanti, riporta RaiNews, e, secondo Mosca, negli ultimi giorni altri 950mila residenti hanno fatto la stessa richiesta. Senza contare poi, che con la "madre Russia" c'è un legame antico in quel territorio, rafforzato da una Chiesa ortodossa locale che si è staccata da quella ucraina per legarsi a Mosca.
Legame ulteriormente rinsaldato dall'insofferenza della popolazione verso lo Stato centrale, poiché le condizioni generali di vita, da quando l'Ucraina è uscita dall'Urss, nel 1991, sono peggiorate sempre di più, e dalle pulsioni secessioniste.
Il tutto è arrivato a un punto di non ritorno nel corso del 2013 e del 2014, quando iniziarono forti proteste pro-Europa contro il presidente Janukovyč, politicamente filo-russo, che esplosero in novembre quando il governo sospese un accordo di associazione tra l'Ucraina e l'Unione Europea. Iniziarono feroci rivolte, nelle quali ci furono anche diversi morti, e portarono alla fuga dal paese del presidente, che venne poi sostituito.
Nel medesimo momento, a inizio 2014, accanto a queste proteste filo-EU, in Crimea e nel Donbass scoppiarono invece rivolte filo-russe. In quest’ultimo territorio, alcuni manifestanti filo-russi armati decisero di assaltare e impadronirsi dei palazzi governativi dell'Ucraina orientale, ossia nelle regioni di Donec'k, Luhans'k e Charkiv. Nello stesso giorno quindi, il 6 aprile, sono state due le repubbliche in quella zona che si sono proclamate indipendenti: la Repubblica Popolare di Donec'k e la Repubblica Popolare di Luhans'k.
Nonostante ciò, qualche mese dopo, le manifestazioni pro Unione Europea non si fermarono e l’Ucraina firmò ufficialmente l'Accordo di associazione tra l'Ucraina e l'Unione europea. Come risposta Mosca decide l'annessione della penisola della Crimea, nel sud dell'Ucraina, invadendola con truppe russe senza insegne.
Dunque, già a metà 2014 il territorio ucraino risultava spaccato all’interno del Donbass, dove due erano e sono le repubbliche filorusse, e nella penisola di Crimea.
Ma, sia le repubbliche popolari del Donbass, sia la repubblica di Crimea, non sono riconosciute dallo Stato ucraino, che tuttora ne rivendica l'intero territorio e considera queste entità come organizzazioni terroristiche, né dalla NATO.
Il che ci porta ai giorni nostri, o meglio, a ieri, 21 febbraio 2022, quando il presidente russo Vladimir Putin firma, in diretta televisiva, il decreto di riconoscimento ufficiale delle Repubbliche Popolari di Doneck e Lugansk ed ordina l'invio di truppe della Federazione Russa con presunta funzione di forze di pace nella regione del Donbass.
La crisi tra Russia e Ucraina si è aggravata?
Ma come mai il riconoscere formalmente le due repubbliche da parte di Putin è un passaggio così importante per le tensioni che ancora coinvolgono Russia e Ucraina?Ebbene, questa mossa da parte del leader russo viola gli accordi di pace di Minsk del 2015 fra Russia e Ucraina, accordi che comunque non sono mai stati del tutto rispettati dalla Russia. Tuttavia, almeno fino a ieri, la Russia aveva accuratamente evitato di esplicitare il suo appoggio alle due repubbliche, verosimilmente proprio per evitare di essere accusata di aumentare la tensione, riporta il Post.
Inoltre, Putin ha accompagnato questo annuncio non solo con un discorso in diretta televisiva nel quale, utilizzando non poche forzature storiche, aveva spiegato che l’Ucraina non è una vera nazione, e che la sua stessa esistenza rappresenta una minaccia alla sicurezza della Russia, affermando che: “Donbass è parte integrante della storia e della cultura russa”; ma anche con la decisione di iniziare una vera e propria operazione militare nel Donbass. Anche se, ad oggi, non è chiarissimo con quali e quante truppe la Russia sia entrata nelle due repubbliche autoproclamate.
Cosa potrebbe succedere ora tra Russia e Ucraina
Dunque, la Russia sta ora militarmente entrando in Ucraina, anche se in territorio autodichiaratosi indipendente e filorusso, il che, sintetizza Politico, mette davanti a un interrogativo: “Non è ancora chiaro se l’ultima mossa di Putin è stata presa per salvare la faccia ed evitare una guerra a tutto campo, invadendo territori che sono già di fatto sotto il controllo russo, oppure rappresenta un altro passo in avanti in vista del tentativo di rovesciare il governo ucraino”.Tuttavia, gli Stati Uniti e l’Europa si stanno mostrando esitanti e incerti su come rispondere. E, riprendendo le parole sopracitate di Politico, la risposta Occidentale dipenderà anche da come i leader interpreteranno il gesto di Putin: verrà considerato un’invasione dell’Ucraina oppure sarà valutato come un’occupazione militare limitata ai soli territori separatisti che non può essere definita, almeno per ora, un’invasione vera e propria?
Nel primo caso sono state promesse alla Russia dure sanzioni e forse un intervento bellico della NATO, nel secondo caso potrebbe solo inasprire ulteriormente la crisi, ma si rimarrà in attesa di un’ulteriore mossa da parte russa.
“Se unità russe attraversano il confine dell’Ucraina, allora è un’invasione”, aveva tuonato Biden, come riporta il Post. Effettivamente truppe russe hanno valicato il confine ucraino, ma la situazione sembra più complessa del previsto, anche perché sia l’amministrazione americana sia la maggior parte dei governi europei sembrano intenzionati a minimizzare la questione.
Infatti, in ultimo, non dovrebbe essere banalizzata la posizione della Russia all’interno dell’economia mondiale: colpire e sanzionare i suoi commerci e le sue esportazioni significherebbe colpire i paesi con cui intrattiene rapporti economici, compresa la gran parte dei paesi europei. Questo senza contare il rischio di una controrisposta russa, che potrebbe comportare un’interruzione delle esportazioni di gas verso l’Europa, rischio di certo da non correre in un periodo di costi altissimi per reperire l’energia.
Lucilla Tomassi