
Ritorno al passato. La Maturità 2023 si svolgerà come la Maturità 2019, l'ultimo esame di Stato prima della pandemia. Ad anticiparlo è lo stesso Ministro dell'Istruzione e del Merito in un'intervista rilasciata a Flavia Amabile sul quotidiano La Stampa.
Successivamente è arrivata la conferma attraverso una nota ministeriale inviata alle scuole attraverso la quale è stata sancita l'ufficialità della decisione.
Come sarà la Maturità 2023?
Quindi i maturandi 2023 si cimenteranno con due prove scritte nazionali. La prima prova di Maturità, il 21 giugno 2023, è riservata allo scritto di lingua italiana con la possibilità di scegliere una tra sette tracce proposte, che spaziano dall'analisi del testo alla produzione di un testo argomentativo fino al classico tema. La seconda prova scritta, quella di indirizzo, si terrà il 22 giugno 2023 e verterà sulla materia (o sulle materie) che il Ministro dell'Istruzione è chiamato a scegliere entro la fine di gennaio con un'apposita circolare. Entrambe le prove scritte torneranno ad essere nazionali, ovvero proposte dal Ministero dell'Istruzione e del Merito. A concludere le fatiche degli studenti sarà la prova orale, un colloquio multidisciplinare che inizierà a partire da uno spunto fornito dalla commissione all'inizio della prova (un testo letterario, una foto, un grafico, ecc.) dal quale il candidato dovrà iniziare ad argomentare sulla base delle conoscenze maturate nel corso dell'ultimo anno scolastico nella varie materie.
Come sarà l'orale di Maturità 2023?
Seguirà una circolare per spiegare nel dettaglio le modalità di preparazione e di presentazione di questi spunti. Al momento quindi non sappiamo se gli spunti saranno presentanti in una busta chiusa da scegliere (come nel 2019) o saranno semplicemente fatti trovare sul banco "scoperti" una volta iniziato il colloquio. Di sicuro, non essendo previsti cambiamenti alla legge attualmente in vigore, non ci sarà il ritorno alla tesina o all'elaborato. La nota ministeriale ricorda che il il colloquio si svolgerà in chiave multi e interdisciplinare al fine di valutare la capacità dello studente di cogliere i nessi tra i diversi saperi collegandoli opportunamente tra loro e sarà finalizzato ad accertare il conseguimento del profilo culturale, educativo e professionale.Infatti la legge prevede che la commissione proponga al candidato di analizzare testi, documenti, esperienze, progetti, problemi per verificare l'acquisizione dei contenuti e dei metodi propri delle singole discipline, la capacità di utilizzare le conoscenze acquisite e di collegarle per argomentare in maniera critica e personale anche utilizzando la lingua straniera. Viene confermata inoltre la valutazione delle competenze maturate in ambito PCTO attraverso una breve relazione e/o un elaborato multimediale. La nota
La nota ministeriale ricorda che l'obiettivo dell'orale è verificare la capacità del candidato di collegare le conoscenze acquisite in una prospettiva pluridisciplinare.
Come sarà il voto e la commissione della Maturità 2023?
Il ritorno alla legge in vigore, senza alcuna deroga, porta con sé anche il ritorno ad una commissione d'esame mista, ovvero composta da tre commissari interne e tre esterni, come esterno anche il presidente. Anche qui le materie affidate ai commissari esterni e interni saranno indicate dal Ministro in una circolare da emanare entro il 31 gennaio. Il voto anche tornerà alla composizione standard: fino a 20 punti per ciascuna prova scritta e fino a 40 punti per i crediti scolastici. Cadono definitivamente le semplificazioni attuate negli anni precedenti: l'eliminazione delle prove scritte (Maturità 2020-2021), il maggior peso dato ai crediti scolastici (Maturità 2020-2021 e in parte 2022), la commissione di membri interni(Maturità 2020-2021-2022).
Prove INVALSI saranno requisito d'esame per la Maturità 2023
Le Prove INVALSI sono un requisito per l'accesso all'esame, ma non influiranno sulla valutazione: la legge non lo prevede. Per quanto riguarda invece lo svolgimento dei PCTO, non costituirà un requisito d'esame: "L’eccezione è dovuta al fatto che la normativa prevede un monte ore che purtroppo per il Covid molti non hanno potuto rispettare. Sarebbero stati penalizzati gli studenti che non hanno potuto completare i percorsi". Così aveva detto il ministro Valditara e, allo stesso modo, riporta la nota ministeriale.
Cosa ne pensano gli studenti?
Vi avevamo già chiesto a oltre 1.500 maturandi di esprimersi sulla questione. La metà di loro temeva questa ritorno alla normalità e il 56% avrebbe preferito ancora un anno di Maturità "soft" in formato 2022. Solo il 25% auspicava il ritorno al format pre-pandemia mentre il 19% avrebbe preferito una legge tutta nuova.Leggi il testo completo della nota ministeriale.