
Accanto allo studio delle materie d’esame, i ragazzi dovranno anche fare attenzione alle notizie di attualità per poter essere pronti per ogni tipologia di tracce proposte dal Ministero dell’Istruzione. Questi ultimi anni sono stati ricchi di avvenimenti, tra tutti ha spiccato il ruolo dell’Unione Europa, soprattutto in merito al conflitto in Ucraina, e tra le figure nominate più frequentemente da giornali e tv vi è senza dubbio Viktor Orbán, l’attuale Primo Ministro Ungherese. Scopriamone quindi di più sulla sua figura e su come potrebbe essere tirato in ballo durante l’esame di Maturità 2022.
Viktor Orbán, premier Ungherese: tutto quello che c’è da sapere su di lui in vista della Maturità 2022
Non è una novità che all’interno delle tracce presentate dal Ministero dell’Istruzione ai giovani maturandi possa esserci un collegamento con la stretta attualità, sia nazionale, sia internazionale. Recentemente, dunque, molto si è parlato di Orbán, che oltre ad essere il Primo Ministro, è anche il leader di Fidesz - Unione Civica Ungherese, partito politico ungherese di destra e ultraconservatore, che in seguito alle elezioni parlamentari del 2018 detiene la maggioranza assoluta all'Assemblea nazionale.Si è parlato del Primo Ministro ungherese soprattutto in merito al ruolo da lui giocato durante le trattative per implementare le sanzioni dell’Unione Europea rivolte alla Russia, per cercare di dissuadere il Paese dal continuare l'invasione dell’Ucraina. L’Ungheria però più volte si è messa di traverso, cercando di bloccare i pacchetti di sanzioni, che per essere approvati hanno bisogno dell’unanimità da parte degli Stati membri.
L’attualità per la Maturità 2022: le sanzioni contro la Russia e il ruolo di Orbán
È assai probabile che all’interno delle tracce proposte per la Maturità 2022, almeno una possa essere riferita al conflitto in Ucraina. Ma la situazione attuale è assai complessa, e oltre a Russia e Ucraina, sono moltissime le potenze coinvolte, tra le quali vi è senza dubbio l’Unione Europea, che sta provando, tramite sanzioni imposte al Cremlino, di far cessare l’offensiva. Tuttavia non tutta l’UE è d’accordo sulla strategia da seguire in tal senso.Infatti, dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, Orbán e il suo governo hanno mostrato più volte di preferire un approccio cauto nei confronti della Russia. E dunque, se da un lato hanno finora sempre sostenuto le sanzioni decise dall’Unione Europea, dall’altro lato si è rifiutato di inviare armi all’esercito ucraino, come invece hanno fatto e stanno continuando a fare parecchi stati.
E, quando l’UE ha iniziato a discutere sulla messa al bando del petrolio russo, l’Ungheria ha puntato i piedi, sottolineando come questa decisione potesse risultare come una “bomba atomica” per l’economia locale, chiedendo proroghe per l’interruzione delle esportazioni rispetto ai tempi annunciati dall’Unione. Così, durante le prime trattative su quello che dovrebbe essere il sesto pacchetto di sanzioni imposto dall'Unione Europea, Ungheria e Slovacchia - altro Paese che si è detto in difficoltà riguardo l’abbandono del petrolio russo - hanno strappato la possibilità di rinviare alla fine del 2024 lo stop definitivo, mentre la Repubblica Ceca - terzo Paese che aveva manifestato rimostranze in merito - potrebbe avere tempo fino alla metà del 2024.
La mediazione non è però stata ritenuta sufficiente da Orbán, che ha richiesto almeno cinque anni per rinunciare al petrolio russo e nuovi fondi da parte dell’Unione Europea per finanziare il passaggio ad altre fonti energetiche. Successivamente quindi, a fronte di un nuovo incontro, per convincere definitivamente l'Ungheria, l'Unione europea ha deciso di limitare il divieto al solo petrolio russo che arriva per mezzo delle navi cisterna, esentando temporaneamente il carburante che arriva attraverso gli oleodotti via terra, favorendo quindi l'Ungheria, Paese senza sbocco al mare.
Maturità 2022: cosa c’entra Kirill, il Patriarca di Mosca con Orbán e la crisi in Ucraina?
Interessante poi, in ottica di raccolta di informazioni per prepararsi all'esame di Stato 20222, anche la figura di Kirill, il leader della Chiesa ortodossa russa considerato uno dei più stretti alleati del governo russo. Proprio per questo suo forte legame con il Cremlino, il suo nome figurava nell’elenco degli individui sanzionati dall’Unione Europea. Figurava, in quanto ora, grazie all’intervento ungherese, il nome del Patriarca è stato rimosso dalla lista. Ma come mai?Ebbene, Orbán, dopo aver ottenuto proroghe e rinvii per attuare lo stop all’importazione di petrolio russo, prima di firmare il nuovo pacchetto di sanzioni verso Mosca, aveva posto un’ultima condizione riguardante proprio Kirill. Il Primo Ministro ungherese aveva proposto il suo assenso alle sanzioni in cambio del ritiro del patriarca della Chiesa ortodossa russa Kirill dalla nuova lista di personalità sotto misure restrittive. E quindi nelle ultime ore, i 26 governi degli Stati dell'Unione hanno deciso di cancellare il nome di Kirill dalla lista per garantire l'approvazione definitiva del sesto pacchetto di sanzioni, che avverrà attraverso una procedura scritta con scadenza il 4 giugno alle ore 9.