
Il Curriculum dello Studente, la novità di questa maturità 2021, inizia a far discutere. Proprio nelle scorse ore Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, lo ha definito "un errore". Secondo il parlamentare, è uno strumento che non fa che alimentare le dieguaglianze, "perché la logica che ispira questa scelta è quella favorire una cultura strisciante che scambia il merito degli studenti con la capacità di spesa sul mercato della formazione".
Sulla stessa scia di Fratoianni la voce di 200 docenti italiani delle scuole superiori, che in una lettera aperta al ministro Patrizio Bianchi chiedono di rinviare la compilazione al prossimo anno e pongono alcuni dubbi sull'utilità del documento. La lettera è stata postata anche su Change.org per lanciare una petizione sottoscrivibile dai colleghi e non solo. Nella lettera si richiede una sospensione dell’obbligo, previsto dalla legge da quest’anno, della compilazione del Curriculum dello Studente. Riportiamo integralmente il testo della richiesta di proroga per la scadenza della consegna del Curriculum dello Studente, così come appare su Tecnica della scuola. Alle 13 del 22 aprile le firme sono quasi un migliaio.
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La lettera integrale al ministro
Gentile Ministro,la Nota ministeriale del 2 aprile scorso ha fornito alle scuole le “Indicazioni operative di massima per la predisposizione e valorizzazione” del Curriculum dello Studente.
Sappiamo che tale strumento non è una novità assoluta, ma che era già disposta la sua attivazione per il corrente anno scolastico, come ribadito mediante il Decreto del 6 agosto 2020. Tuttavia molti di noi ipotizzavano un ulteriore slittamento della sua attivazione, vista la complessità organizzativa e professionale di una didattica scossa dalla seconda e dalla terza ondata di un evento pandemico assolutamente eccezionale. Si considerino inoltre gli ulteriori oneri che sono derivati dall’organizzazione dell’Educazione civica come insegnamento trasversale, e da alcune novità introdotte in vista del prossimo Esame di Stato.
In questo quadro, apparirebbe quanto mai auspicabile un rinvio dell’applicazione del Curriculum dello Studente; si possono portare a supporto di tale richiesta una lunga serie di argomentazioni. In primo luogo, negli ultimi 14 mesi una gran parte delle attività extra-curriculari proposte dalle scuole non sono state attivate per ragioni legate alla pandemia e – fatta eccezione per chi ha potuto privatamente accedere a progetti extra-scolastici, anche nel periodo estivo – per molti studenti potrebbe apparire quanto meno frustrante trovarsi privi della possibilità di compilare quanto richiesto dalla piattaforma. Inoltre, sul sito istituzionale si dichiara che “in prima applicazione, nell’a.s. 2020/21, il Curriculum è valorizzato esclusivamente nell’ambito dell’esame di Stato del secondo ciclo”. Si dispone, infatti – norma alla mano – che il colloquio d’esame possa essere articolato tenendo conto dei percorsi personali degli studenti. Tuttavia, come Lei sa, per quest’anno la Commissione sarà composta solo da membri interni, che ben conoscono i propri allievi, e non si ravvisa dunque l’urgenza di sovrapporre la supervisione del macchinoso processo di compilazione del Curriculum ai già numerosi oneri che coinvolgono i docenti delle classi quinte, a soli due mesi dall’Esame di Stato. Ci sono poi delle difficoltà tecniche. Se il personale scolastico e gli studenti avessero avuto più tempo per familiarizzare con l’applicazione, sarebbe stato possibile predisporre adeguatamente la documentazione richiesta. Ma il rischio di errori – in questa fase dell’anno – non è da sottovalutare.
Ci permettiamo inoltre di suggerirle un rinvio dell’applicazione di tale strumento, anche in ragione di un possibile ripensamento.
Signor Ministro, noi crediamo che qualche considerazione di maggiore respiro sul Curriculum dello studente andrebbe sviluppata in un dibattito pubblico più consapevole. Ad esempio, si evince dalla stessa piattaforma ministeriale che lo strumento non è predisposto solo in vista dell’Esame di Stato, ma che è stato pensato “per presentare al meglio chi sei – si scrive rivolgendosi allo studente – un documento che racconta te stesso e la tua storia”. Su queste parole si potrebbe scrivere un trattato di sociologia. Ma davvero vogliamo far passare l’idea che la persona e la sua identità siano costituite dalla somma dei suoi certificati linguistici e informatici? Riteniamo sul serio che un curriculum possa costituire un “racconto” biografico?
In fondo non importa granché cosa pensiamo noi, ma ciò che trasmettiamo ai nostri studenti. È davvero questo che ci si chiede di insegnare loro? E dunque coloro i quali, privi di mezzi, saranno riusciti a costruire un curriculum meno ricco di titoli o esperienze, dovranno forse stimare di possedere un’identità personale scarna o una biografia misera? Credo che su questo aspetto una riflessione andrebbe aperta. Perché se qualcuno quelle parole le ha scritte, evidentemente ci sono dei nodi culturali profondi da chiarire.
Crediamo che spesso si faccia confusione tra l’attenzione positiva al vissuto personale, che deve caratterizzare la sensibilità didattica di ogni docente (e che giustamente il Suo ministero tende a valorizzare proprio in occasione degli esami in un anno così complesso, invitando i docenti a valutare solo ciò che è stato realmente possibile apprendere per ciascun singolo studente), con quella che rischia invece di diventare una forma narcisistica di accumulazione di titoli, che prelude al superamento del valore legale del titolo di studio, e non rende giustizia allo spirito più autentico della scuola repubblicana, che aspira – come ammoniva Guido Calogero – a neutralizzare gli effetti delle diseguaglianze economiche, e non a legittimarli, esaltarli e ratificarli.
Grazie per l’attenzione