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Analisi del testo, maturità 2021: vita e opere fondamentali di Cesare Pavese

La Maturità è ormai iniziata e tutti i maturandi stanno pian piano tornando tra i banchi di scuola per sostenere il tanto temuto esame di Stato. Anche quest’anno, data la situazione pandemia e le disposizioni governative, il ministero dell’Istruzione ha deciso di abolire le prove scritte e reintrodurre il colloquio orale in presenza.

Durerà circa 60 minuti e sarà articolato in quattro momenti specifici. Uno di questi riguarda la discussione e l’analisi di un testo studiato in letteratura italiana in quinto anno. E se ti uscisse un passo di Cesare Pavese? Ecco tutto quello che devi sapere sull’autore e sulle opere lasciateci in eredità.

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Orale Maturità 2021: discussione di un testo di letteratura italiana

Il day 1 della Maturità 2021 è ormai arrivato. Tra elaborati multidisciplinari, relazioni sui percorsi per le competenze traversali e l’orientamento, gli studenti che sosteranno l’esame di Stato quest’anno dovranno dimostrare le loro competenze anche nell’analisi di un testo (o qualsiasi altro materiale) inserito nel programma di letteratura italiana di quinto anno. Tra gli autori da ripetere c’è anche Cesare Pavese, importante interprete del Novecento che ha avviato la ricerca di una realtà simbolica per la prosa, fondata sul mito e programmaticamente lontana da ogni naturalismo. Conosciuto dagli studenti per la sua celebre opera “La luna e i falò”, l’autore ha paragonato le vicende del destino dell’uomo al ciclo delle stagioni.

Maturità 2021, Cesare Pavese: la vita

Cesare Pavese nacque a Santo Stefano Belbo, un piccolo paese in provincia di Cuneo, nel 1908 ma trascorse tutta la sua vita a Torino. Al liceo ebbe la possibilità di avere Augusto Monti come docente e in lui trovò una guida intellettuale e morale. Il suo rapporto con la vita di città fu sempre molto problematico: l’autore ha sempre affermato che gli spazi chiusi della città lo opprimevano e che preferiva la campagna, simbolo della felicità perduta da conquistare. Dopo la laurea iniziò a collaborare con Giulio Einaudi e inaugurò la sua produzione letteraria con “Lavorare stanca”, una raccolta di poesie sulle situazioni quotidiane del mondo contadino. La caduta del regime fascista con la fine del conflitto mondiale lo animarono di nuove speranze, purtroppo brevi. Diventato uno scrittore di successo la stanchezza di vivere era sempre più pressante e alcuni problemi irrisolti e forse una delusione amorosa lo portarono al suicidio in una giornata di fine estate del 1950 a soli 42 anni.

Maturità 2021, Cesare Pavese: le tematiche

L’opera di Cesare Pavese è collocabile tra realismo e simbolismo lirico e la sua poetica ruota attorno a due concetti chiavi, la solitudine e il mito. Il tema di fondo della sua poetica è la conseguenza della solitudine, ovvero l’impossibilità di creare un dialogo con un interlocutore. Per quanto riguarda l’infanzia, invece, Pavese sostiene che sebbene il desiderio di ritornare all’ingenua infanzia, la vita stessa pare allontanarsi dallo sguardo dei più piccoli, come in un mito perduto. I suoi personaggi, dunque, sarebbero soliti tornare nei luoghi dell’infanzia per contemplare il proprio fallimento della società.

Maturità 2021, Cesare Pavese: le opere

Ecco alcune delle sue opere principali da ripetere per il giorno dell’esame:

  • Paesi tuoi (1941): scritto tra il 1939 e il 1941, il romanzo racconta la storia di Berto e Talino, due compagni di cella appena dimessi dalla prigione. Il primo era un meccanico torinese “andato in malora per aver schiacciato un ciclista”, il secondo era un contadino accusato di aver dato fuoco ad una casa. Una volta fuori, Talino decide di seguire Berto, entrando dunque in un mondo arcaico, retto da dure leggi, quelle della campagna. In questo nuovo ambiente l’ex meccanico conosce Gisella, la sorella di Talino. Dopo un periodo di frequentazione viene a conoscenza del triste passato della donna amata, contrassegnato dalle molestie di Talino. Tra i tre subentra dunque un muro di incomunicabilità che genera tensione e gelosia.
  • La casa in collina (1948 ): scritto tra il 1947 e il 1948 e pubblicato insieme a “Il carcere” nel volume “Prima che il gallo canti”, il romanzo racconta la storia di Corrado, un professore di Torino che vive ogni momento della sua quotidianità con uno spirito di indifferenza e di apatia. Scoppiata la guerra decide di rifugiarsi sulle colline torinesi in compagna della famiglia composta da una vecchia madre ed Elvira, una zitella quarantenne. Un giorno incontra per caso in un’osteria Cate, la donna che un tempo aveva amato e che aveva abbandonato per evitare ogni responsabilità e rinchiudersi nel consueto egoismo. Frequentando la donna viene a conoscenza dell’esistenza del figlio, un certo di Dino, del quale sospetta di esserne il padre. Dopo la persecuzione dei tedeschi decide di scappare dal posto per evitare di essere catturato: si rifugerà vicino al paesaggio collinare. Qui sarà raggiunto da Dino. Il loro incontro è breve e la loro strade si separano irrimediabilmente subito: Dino decide di andare a combattere con i partigiani, Corrado decide di far ritorno nelle Langhe, sperando di recuperare il tempo dell’infanzia.
  • La luna e i falò (1949): scritto tra il 18 settembre e il 9 novembre 1949, l’autore ha dedicato questo romanzo all’ultima donna della sua vita, Constance Dowling. La storia, raccontata in prima persona, non riguarda solo il protagonista trovatelllo Anguilla, ma tanti altri personaggi che entrano in relazione con lui. Tutti i personaggi, infatti, condividono il disagio della comunicazione, anzi della mancata comunicazione. Non dialogano "né con Dio né con gli altri", dando dunque spazio alla solitudine che li fa sprofondare nella morte.