
Nuovo nome, nuova commissione, nuovo orale. E no, non si potrà più “skippare”. La Maturità 2026 segna un ritorno alle origini nel nome, ma introduce anche novità concrete, soprattutto per quanto riguarda la composizione della commissione e la prova orale.
Nel nuovo episodio del vodcast youtube #Sapevatelo, la creator Francesca Romana Macrì e il direttore di Skuola.net Daniele Grassucci passano in rassegna tutte le novità dell’esame di Maturità 2026 (non più Esame di Stato, attenzione!). Un’analisi su ciò che davvero cambia e ciò che invece è solo un restyling di facciata.
Indice
- Torna il nome Esame di Maturità (ma resta solo un rebranding)
- Commissione ridotta: meno commissari, meno materie
- Torna l’orale “vecchia scuola”
- Obbligo di sostenere tutte le prove (niente scena muta)
- Il curriculum dello studente sarà valutato?
- Alternanza scuola-lavoro: cambia solo il nome
- Prima e seconda prova: tutto invariato (ma con 3 punti bonus in meno)
Torna il nome Esame di Maturità (ma resta solo un rebranding)
La prima novità è simbolica ma non banale: come detto, non si chiamerà più Esame di Stato, ma torna la dicitura esame di Maturità. Una scelta di “rebranding” che punta a riportare l’esame al centro dell’identità scolastica italiana.
“Ma in fondo è sempre lo stesso esame”, chiarisce Grassucci. “È l’ennesima operazione di facciata, come quando l’alternanza scuola-lavoro ha cambiato nome per tre volte”. Insomma, dietro al cambio di nome c’è soprattutto una volontà comunicativa, più che una rivoluzione nei contenuti.
Meno commissari, meno materie
La commissione, invece, cambia davvero. Addio alla composizione sei più uno. La nuova formula prevede: due membri interni, due membri esterni e un presidente esterno. Un cambiamento tutt’altro che secondario: meno commissari = meno materie da portare all’orale.
Infati, da sei si passa a quattro materie in tutto, due affidate agli interni e due agli esterni: “È un cambiamento importante, anche perché incide direttamente sull’orale, che sarà la parte più rinnovata dell’esame”, spiega Grassucci.
Torna l’orale “vecchia scuola”
Una delle modifiche più radicali riguarda, però, la parte pratica della prova orale. Sparisce lo “spunto”, quel documento a sorpresa – una foto, un testo, un oggetto – che serviva ad avviare il discorso interdisciplinare: “Era diventata una lotteria: poteva capitarti Guernica, oppure il caricabatterie del computer”, ironizza Francesca Romana Macrì.
Con la Maturità 2026 si torna, invece, a un’impostazione più scolastica: l’orale sarà focalizzato su quattro materie specifiche, scelte dal Ministero entro gennaio. La direzione è segnata: meno interdisciplinarità forzata, più approfondimento.
Ma resterà una parte di discussione più libera? Ad esempio una tesina? Su questo, al momento, nessuna certezza.
Obbligo di sostenere tutte le prove (niente scena muta)
Un altro punto chiave è che non si potrà più evitare l’orale, nemmeno con il minimo dei voti già in cascina: “Negli anni scorsi abbiamo visto studenti dire: ‘60 e sto’, e sedersi all’orale senza aprire bocca. Questo non sarà più possibile”, chiarisce Grassucci.
La nuova normativa prevede, infatti, che l’esame sia valido solo se vengono sostenute tutte le prove, orale incluso. Quindi sì, anche con 60 punti all’attivo bisognerà parlare.
Un modo per valutare davvero lo studente nella sua totalità, non solo nelle prove scritte, ma anche nell’impegno, nel comportamento, nelle esperienze extrascolastiche. Ma, attenzione, non ci sono ancora criteri precisi su come tutto questo sarà misurato.
Il curriculum dello studente sarà valutato?
Tra le novità annunciate, anche il potenziamento della valutazione del Curriculum dello studente. In teoria, l’orale dovrebbe tener conto anche delle attività extracurricolari, dell’impegno personale e del percorso di orientamento: “Però finché non vedrò scritto ‘vale 2 punti, 3 punti, 5 punti’… mi sembra aria fritta”, taglia corto il direttore di Skuola.net.
Alternanza scuola-lavoro: cambia solo il nome
Stesso discorso per l’alternanza scuola-lavoro, che ora si chiama FSL - Formazione Scuola Lavoro. Un altro rebranding, insomma. “Prima era alternanza, poi PCTO, ora FSL… Ma alla fine è sempre quella”, ironizzano i conduttori. Il punto è che non cambiano né le ore né la modalità di svolgimento. Resta solo l’obbligo di valutare l’esperienza in sede di orale, come accadeva già con una relazione.
Prima e seconda prova: tutto invariato (ma con 3 punti bonus in meno)
Nessuna rivoluzione, invece, per le due prove scritte. La prima prova resta quella classica di Italiano, con 7 tracce (due analisi del testo, tre prove argomentative, due temi di attualità). La seconda prova sarà su una o due materie caratterizzanti, scelte dal Ministero come ogni anno.
Anche i punteggi non cambiano: 20 punti per la prima prova, 20 per la seconda, 20 per l’orale, 40 punti di credito scolastico. L’unico dettaglio nuovo? I punti bonus scendono da 5 a 3.
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