
Ha il merito di aver aperto al grande pubblico una materia complessa come la neurologia, grazie soprattutto alla scrittura di alcuni dei suoi libri più celebri: tra i tanti ricordiamo Musicofilia, attraverso il quale analizza il rapporto che esiste tra il cervello e gli organi uditivi, tra questi e le emozioni. Scopriamo di più sull'autore e sulle sue opere più celebri
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Oliver Sacks, cosa sapere sull'autore scelto per la Tipologia B
Oliver Sacks nacque il 9 luglio 1933 a Londra in Inghilterra, da una famiglia di medici: il padre Samuel Sacks era un dottore in medicina interna; sua madre Muriel Elsie Landau fu una tra i primi chirurghi donna in Gran Bretagna. Non visse una vita semplice: già a sei anni dovette scappare da Londra a causa degli attacchi aerei tedeschi, e a rifugiarsi in un collegio, all'interno del quale subì numerose angherie da parte del preside.Terminati gli studi scolastici, iniziò ad appassionarsi alla chimica, un amore che durò tutta la vita, ma per volontà dei genitori, si laureò in Medicina e Chirurgia. Successivamente si specializzò in neurologia e, trasferitosi negli Stati Uniti iniziò a lavorare dal 1965 nel Beth Abraham Hospital, nel Bronx dove Sacks lavorò con un gruppo dei sopravvissuti all'encefalite letargica del 1920. Questi pazienti e i trattamenti a cui il nostro li sottoponeva sono alla base del suo libro "Risvegli", uno dei suoi primissimi lavori, divenuto un best seller.
Uno delle caratteristiche principali del Sacks autore è stata quella si saper trasformare i casi clinici in casi letterari. Riusciva a trasformare la divulgazione scientifica in poesia, fruibile anche dal grande pubblico. Per questo motivo, però, questo suo nuovo modo espressivo, gli riservò anche qualche critica da parte dei colleghi che lo giudicavano per aver "strumentalizzato" i sintomi e le diagnosi dei pazienti.
Neurologo, soffriva egli stesso di prosopagnosi: una condizione che impedisce di riconoscere i volti delle persone, anche dopo anni di frequentazione. Come rivelato da lui stesso nella sua autobiografia a volte poteva addirittura capitare che non riuscisse a riconoscersi allo specchio.