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simulazione prima prova

Inizia oggi la terza delle quattro simulazioni che il Miur ha annunciato per far esercitare tutti i ragazzi che frequentano l’ultima classe della scuola secondaria di secondo grado e che quindi il prossimo 19 giugno inizieranno gli esami di Maturità con la prima prova scritta 2019.

Moltissimi sono i cambiamenti annunciati nella struttura dell’esame di Stato 2019, ecco perché il Miur ha ritenuto necessario indire queste simulazioni, per far prendere confidenza a studenti e professori con le nuove prove messe in campo da questo giugno. Andiamo a vedere insieme di cosa si tratterà.
Oggi noi di Skuola.net seguiremo passo passo la simulazione di prima prova maturità 2019 del 26 marzo.

Soluzione testo argomentativo sulla vita domotica: simulazione Maturità 2019

Noi di Skuola.net seguiremo tutte le esercitazioni insieme a voi studenti riportando sempre sul nostro sito sia le tracce che sono state proposte dal Miur, sia le soluzioni svolte dai nostri tutor. In questo modo voi maturandi potrete avere un confronto diretto e immediato con le simulazioni a 360°, partendo dalle tracce per arrivare alle soluzioni. Qui trovi la soluzione.
Clicca a questo link per la traccia del testo argomentativo della seconda simulazione maturità 2019.

ESEMPIO TIPOLOGIA B - ANALISI E PRODUZIONE DI UN TESTO ARGOMENTATIVO, Da un articolo di Guido Castellano e Marco Morello, Vita domotica. Basta la parola, «Panorama», 14 novembre 2018.
Soluzione a cura di
Sara De Leonardis
Insegnante di Italiano su Skuola.net Ripetizioni

Sin dai suoi albori, la tecnologia è stata simile a una lingua straniera: per padroneggiarla almeno un minimo, bisognava studiarla. Imparare a conoscere come maneggiare una tastiera e un mouse, come districarsi tra le cartelline di un computer, le sezioni di un sito, le troppe icone di uno smartphone.
Oggi qualcosa è cambiato: la tecnologia sa parlare, letteralmente, la nostra lingua. Ha imparato a capire cosa le diciamo, può rispondere in modo coerente alle nostre domande, ubbidire ai comandi che le impartiamo. È la rivoluzione copernicana portata dall’ingresso della voce nelle interazioni con le macchine: un nuovo touch, anzi una sua forma ancora più semplificata e immediata perché funziona senza l’intermediazione di uno schermo. È impalpabile, invisibile. Si sposta nell’aria su frequenze sonore.
Stiamo vivendo un passaggio epocale dalla fantascienza alla scienza: dal capitano Kirk in Star trek che conversava con i robot [...], ai dispositivi in apparenza onniscienti in grado di dirci, chiedendoglielo, se pioverà domani, di ricordarci un appuntamento o la lista della spesa [...]. Nulla di troppo inedito, in realtà: Siri è stata lanciata da Apple negli iPhone del 2011, Cortana di Micorsoft è arrivata poco dopo. Gli assistenti vocali nei pc e nei telefonini non sono più neonati in fasce, sono migliorati perché si muovono oltre il lustro di vita. La grande novità è la colonizzazione delle case, più in generale la loro perdita di virtualità, il loro legame reale con le cose. [...]
Sono giusto le avanguardie di un contagio di massa: gli zelanti parlatori di chip stanno sbarcando nei televisori, nelle lavatrici, nei condizionatori, pensionando manopole e telecomandi, rotelline da girare e pulsanti da schiacciare. Sono saliti a bordo delle automobili, diventeranno la maniera più sensata per interagire con le vetture del futuro quando il volante verrà pensionato e la macchina ci porterà a destinazione da sola. Basterà, è evidente, dirle dove vogliamo andare. [...]
Non è un vezzo, ma un passaggio imprescindibile in uno scenario dove l’intelligenza artificiale sarà ovunque. A casa come in ufficio, sui mezzi di trasporto e in fabbrica. [...]
Ma c’è il rovescio della medaglia e s’aggancia al funzionamento di questi dispositivi, alla loro necessità di essere sempre vigili per captare quando li interpelliamo pronunciando «Ok Google», «Alexa», «Hey Siri» e così via. «Si dà alle società l’opportunità di ascoltare i loro clienti» ha fatto notare di recente un articolo di Forbes. Potenzialmente, le nostre conversazioni potrebbero essere usate per venderci prodotti di cui abbiamo parlato con i nostri familiari, un po’ come succede con i banner sui siti che puntualmente riflettono le ricerche effettuate su internet. «Sarebbe l’ennesimo annebbiamento del concetto di privacy» sottolinea la rivista americana. Ancora è prematuro, ci sono solo smentite da parte dei diretti interessati che negano questa eventualità, eppure pare una frontiera verosimile, la naturale evoluzione del concetto di pubblicità personalizzata. [...]
Inedite vulnerabilità il cui antidoto è il buon senso: va bene usarli per comandare le luci o la musica, se qualcosa va storto verremo svegliati da un pezzo rock a tutto volume o da una tapparella che si solleva nel cuore della notte. «Ma non riesco a convincermi che sia una buona idea utilizzarli per bloccare e sbloccare una porta» spiega Pam Dixon, direttore esecutivo di World privacy forum, società di analisi americana specializzata nella protezione dei dati. «Non si può affidare la propria vita a un assistente domestico»
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Comprensione e analisi

1. Riassumi il contenuto del testo, mettendone in evidenza gli snodi argomentativi.
Il brano, tratto da un articolo di Guido Castellano e Marco Morello: La vita domotica. Basta la parola, mette in luce alcune delle ambiguità che si celano dietro lo sfavillante mondo della tecnologia e dell’intelligenza artificiale.
I due autori mostrano come la tecnologia si sia pian piano conquistata spazi sempre maggiori nelle nostre vite; dall’essere rappresentata da una semplice icona sul nostro desktop è passata con l’essere padrona delle nostre abitazioni. Si pensi, per esempio, ai robot di nuova tecnologia (lavatrici, televisioni, condizionatori) che abitano le nostre case. Essi parlano la nostra lingua ed è possibile avere con loro delle vere e proprie interazioni.
Questa questione pone il problema della perdita della privacy. Come viene giustamente notato nell’articolo, la necessità da parte di questi strumenti artificiali di essere continuamente vigili (pronti a captare qualsiasi nostra richiesta), li rende al contempo più invadenti. La rivista americana Forbes, a questo proposito, pone l’accento sul pericolo di un “annebbiamento del concetto di privacy”. Occorre, pertanto, far attenzione al ruolo da attribuire a questi nuovi strumenti sempre presenti nelle nostre vite quotidiane.

2. La grande novità è la colonizzazione delle case, più in generale la loro perdita di virtualità, il loro legame reale con le cose: qual è il senso di tale asserzione, riferita agli assistenti vocali?
Con questa asserzione, i due autori vogliono sottolineare i rischi che la rapida invasione da parte delle tecnologie intelligenti provocano nelle nostre vite quotidiane.
Gli studiosi parlano di una vera e propria “colonizzazione” delle nostre abitazioni da parte di nuovi strumenti “parlanti” che dovrebbero assisterci nei nostri gesti quotidiani, che vanno dal cambiare canale alla TV all’aumentare la temperatura all’interno del nostro appartamento.
Questo continuo “rimandare ad altri” alcuni dei gesti quotidiani più semplici potrebbe, secondo l’analisi degli studiosi, farci perdere il contatto con le cose. Presto, addirittura, il volante potrebbe essere sostituito da un autista virtuale. Insomma, azioni semplici come spegnere le luci, attivare una presa elettrica, far partire una canzone o cambiare la temperatura di una stanza, in futuro, saranno delegate a strumenti che possiedono un’intelligenza artificiale; ciò, secondo gli autori, avrà come effetto quello di acuire la nostro già galoppante perdita del contatto con la realtà.

3. Che cosa si intende con il concetto di pubblicità personalizzata?
Con “pubblicità personalizzata” gli autori dell’articolo intendono riferirsi ad una pubblicità basata sugli interessi del consumatore. Le creature di Google e Apple, come Cortana e Siri, sotto il gentile e rassicurante aspetto di assistenti vocali potrebbero potenzialmente ascoltare le nostre conversazioni private e proporci pubblicità personalizzate, quindi farci visualizzare annunci pertinenti ai nostri interessi, ma assolutamente non richiesti.

4. Nell’ultima parte del testo, l’autore fa riferimento ad nuova accezione di “vulnerabilità”: commenta tale affermazione.
Nell’ultima parte del testo, gli autori fanno riferimento ad un’originale accezione di “vulnerabilità”, la quale è legata alla dilagante invasione dell’intelligenza artificiale nelle nostre vite.
Saremmo vulnerabili, per esempio, di fronte ad un hacker che riuscisse a spiarci e vedere cosa facciamo se abbiamo installato una telecamera di sicurezza; oppure di fronte ad un hacker che riuscisse a spegnere l’allarme e aprire la serratura domestica se stiamo utilizzando sistemi di antifurto di ultima generazione connessi ad una rete e controllabili a distanza. Insomma, i rischi messi in gioco dalla nuova tecnologia sono numeri ed è necessario tutelarsi.

Produzione
Sulla base delle conoscenze acquisite nel tuo percorso di studi, delle tue letture ed esperienze personali, elabora un testo in cui sviluppi il tuo ragionamento sul tema della diffusione dell’intelligenza artificiale nella gestione della vita quotidiana. Argomenta in modo tale da organizzare il tuo elaborato in un testo coerente e coeso che potrai, se lo ritieni utile, suddividere in paragrafi.

Vantaggi e svantaggi delle tecnologie
Se si parla di tecnologia e intelligenza artificiale difficilmente si pensa ai rischi e ai pericoli che queste dimensioni portano con sé.
Numerosi intellettuali si sono interrogati sui vantaggi e gli svantaggi legati alla dilagante presenza della tecnologia, e più nello specifico, dell’intelligenza artificiale nelle nostre vite.
Sicuramente, uno dei vantaggi arrecati alla nostra quotidianità dall’intelligenza artificiale è la velocità. Oggigiorno, non dobbiamo più spendere ore a curare le nostre case come facevamo un tempo, elettrodomestici intelligentissimi si curano di tenerla in ordine più di quanto potremmo fare noi.
Parlando di elettrodomestici intelligenti, le lavatrici rappresentano quello di più largo uso e consumo. Grazie all’installazione di sensori elettronici al loro interno, le lavatrici intelligenti dispongono della capacità di dosare la giusta quantità di detersivo in rapporto al carico di bucato desiderato. In questo modo, il sistema sensoriale è in grado di interpretare i segnali che provengono dal movimento della macchina permettendo di minimizzare l’uso delle risorse e massimizzare le prestazioni, portando beneficio anche all’ambiente.
All’apparenza, quindi, l’utilizzo di elettrodomestici intelligenti aiuterebbe a migliorare la qualità delle nostre vite, oltre che offrire benefici per l’ambiente. In generale, secondo gli scienziati, i vantaggi legati all’utilizzo di una “lavatrice intelligente” sarebbero: riduzione dei costi e dei consumi energetici, minore impatto ambientale e maggiori comfort.
Fin qui, certamente, nulla da dire. Ma come valutare la sempre più massiccia presenza dei cosiddetti “assistenti vocali” nella nostra vita quotidiana?

L’esempio di Amazon Echo e il ruolo delle tecnologie artificiali
Circa due anni fa è iniziata la distribuzione di Amazon Echo, che ha inaugurato l’ingresso degli assistenti virtuali domestici nel mercato. Ciò che caratterizza questi assistenti virtuali è l’assenza di terminali mobili. L’unico modo per interagire con questi strumenti – sempre meno macchine e più “persone” – è attraverso la voce e le parole. Le attività di questi strumenti sono ancora semplici: possono abbassare o alzare il volume della musica, aumentare la temperatura del riscaldamento in casa, accendere o spegnere il forno o il microonde, eccetera.
Tuttavia, non è difficile presagire una futura invasione da parte di questi strumenti nelle nostre vite. Il problema che ci si pone davanti è ancora una volta quello della privacy.
Se pensiamo, per esempio alle potenzialità di Google Home – potente altoparlante e assistente vocale, capace di “controllare” la nostra casa – riusciamo ad intravedere quale potrebbe essere il grado di penetrazione dell’assistente vocale nella vita quotidiana del proprietario di casa.
Di fronte a strumenti come Google Home o semplicemente allo Smartphone è possibile porre il problema della privacy? Ha senso parlare di privacy davanti a strumenti di questo genere? È difficile fornire una risposta netta e soddisfacente a questa domanda.
Dovremmo domandarci, a mio parere, in che modo vengono gestite le informazioni dagli strumenti che ho davanti. Se le informazioni ottenute dal mio Smartphone vengono utilizzate per fini di cui io sono ignara, oppure che disapprovo, in quel caso si pone una grave problema di invasione della mia privacy.
D’altra parte, non è sicuramente tranquillizzante pensare che qualcosa – o qualcuno – sia praticamente all’ascolto di tutto ciò che dico in casa o al di fuori, grazie allo Smartphone che ho nella mia tasca.
Un’ulteriore preoccupazione che sorge dal progressivo dominio della tecnologia artificiale è, infine, legata alle aziende che producono questi strumenti, le quali potrebbero comunicare le informazioni ottenute dall’ascolto delle nostre conversazioni o mediante il controllo delle nostre ricerche online, i nostri gusti e inclinazioni a terzi, e in questo modo, fornirci una pubblicità personalizzata.
In conclusione, come è stato spiegato da Guido Castellano e Marco Morello, oggi dovremmo pensare a tutelarci da questo enorme impianto tecnologico che abbiamo costruito, e del quale stiamo diventato progressivamente succubi.
Sebbene, quindi, la tecnologia possa essere ritenuta un grande vantaggio nella vita di tutti i giorni, perché ci ha offerto servizi una volta immaginabili solo dalle classi più abbienti, non dovremmo dimenticare che ciò non dovrebbe valere il costo della perdita della nostra privacy e della nostra libertà.

Testo argomentativo: Maturità 2019

Il testo argomentativo è una new entry della tipologia B della prima prova scritta di Maturità 2019, che ha soppiantato il caro vecchio saggio breve. Questo elaborato prevede il lavoro su un solo documento di testo, dal quale bisogna mettere il punto di partenza per avanzare sviluppando le proprie idee secondo l’argomento proposto. Quindi è una tipologia di traccia molto più libera e dedicata alle esperienze e al bagaglio di ogni singolo studente, slegata da opinioni altrui come era per il saggio breve, ma volendo essere un tipo di elaborato più soggettivo, nel quale la valutazione andrà assegnata sulla base delle capacità di analisi del testo proposto e sulla successiva elaborazione del pensiero dello studente sull’argomento proposto.

Simulazioni Maturità 2019

Il Miur ha deciso di fissare quattro simulazioni per aiutare i maturandi e i loro professori a entrare in confidenza con le due prove scritte della Maturità 2019. Le simulazioni di prima prova scritta sono fissate per il 19 febbraio e il 26 marzo 2019, mentre le simulazioni di seconda prova scritta sono state fissate per il 28 febbraio e 2 aprile 2019. Quindi siamo giunti quasi alla fine di queste prove in vista dell'esame di Maturità.

Come svolgere un testo argomentativo: Maturità 2019

Ecco una pratica guida divisa in punti su come superare la tipologia B della prima prova scritta di Maturità: il testo argomentativo.
Leggere attentamente e più volte la consegna e il brano allegato: non tralasciate nulla, leggete tutto con attenzione, la massima attenzione possibile, sottolineando tutto ciò che vi sembra importante.
Stilare una scaletta: come secondo passo vi consigliamo di buttar giù la scaletta che intendete seguire per costruire la vostra argomentazione. Mettete su carta l’ordine in cui decidete di esporre le vostre tesi, inserendo tutti i passaggi che vi vengono in mente e cercando comunque di trovare un inizio e una fine del vostro discorso.
Svolgere l’elaborato: solo ora potrete iniziare a scrivere. Fate attenzione a non impostare frasi eccessivamente lunghe: sono difficili da gestire. Inoltre sempre attenti alle doppie e alla punteggiatura, se avete dubbi controllate sempre sul vostro dizionario. Evitate ripetizioni, cercate invece di usare sinonimi.
Costruite tesi e antitesi: per rendere più interessante il vostro discorso potete inserire anche delle tesi opposte alle vostre opinioni per mostrare i punti forti del vostro ragionamento.
Conclusione: cercate di riassumere le vostre opinioni in modo efficace sul finale, così da lanciare un messaggio chiaro di ciò che è stato esposto nel vostro elaborato.
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