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Cosa sono le equazioni di secondo grado e come possono essere utilizzate in geometria
In matematica, le equazioni sono delle uguaglianze in cui compare, in almeno un membro, una o più incognite. Il massimo esponente con cui l'incognita compare prende il nome di grado dell'equazione. Equazioni di grado differente si svolgono in maniera differente.
Nelle equazioni di primo grado, infatti, per isolare l'incognita basta utilizzare il primo e il secondo principio di equivalenza delle equazioni. Il primo principio di equivalenza delle equazioni suggerisce di addizionare o sottrarre una stessa quantità ad entrambi i membri per cercare di isolare l'incognita in un solo membro. Il secondo principio ha la stessa finalità, ma suggerisce di moltiplicare o dividere entrambi i membri per uno stesso numero.
Per risolvere le equazioni di secondo grado, invece, è necessario utilizzare un approccio più complicato.
Queste equazioni, infatti, si trovano nella forma
In particolare:
- se [math]\Delta > 0[/math], le soluzioni saranno reali e distinte
- se [math]\Delta = 0[/math], le soluzioni saranno reali e congruenti
- se [math]\Delta < 0[/math], le soluzioni saranno complesse coniugate
Le equazioni sono, in generale, un'arma molto importante perché consentono di impostare in modo chiaro alcuni problemi di geometria. Ovviamente, trattandosi di lunghezze aventi un significato fisico, discriminanti negativi non conducono a soluzioni accettabili in tali applicazioni.
Esempio: come risolvere i problemi di geometria con le equazioni di secondo grado
Esaminiamo il testo del problema. In un trapezio isoscele
Svolgimento del problema
La prima cosa da fare è scegliere come incognita una delle lunghezze ed esprimere tutte le altre in funzione di questa.
Conoscendo il perimetro, uguaglieremo a 20 la somma di tutti i lati. Nota la relazione tra base maggiore
Fatto ciò possiamo scrivere subito che:
Abbiamo già due lati in funzione di
Osserviamo la figura seguente:

Per trovare la misura del lato obliquo, usiamo il teorema di Pitagora e lo applichiamo al triangolo
da cui
Ed ora possiamo applicare il teorema di Pitagora:

Ricordiamo che
Ora costruiamo la nostra equazione:
sostituendo i valori in funzione di

Raccogliendo le due radici al primo membro ed elevando poi al quadrato entrambi, si giunge a un'equazione di secondo grado completa:
che risolta porta alle seguenti soluzioni:
Delle due soluzioni va scartata la seconda. Perché? Ricordiamo che
Ecco allora tutte le misure dei lati:
Per ulteriori approfondimenti sulla risoluzione algebrica dei problemi di geometria vedi anche qua
D C DATI INCOGNITE
2p=20 cm Determinare le
lunghezze dei lati
DH=CK=4cm
AB=4*CD
A K
H B =
Poniamo come lato incognito la base minore: , si ha di conseguenza:
=4
I segmenti AH e KB sono congruenti e la loro lunghezza è pari alla semidifferenza delle due basi, cioè:
−
− → =
= 2
2
4 − 3
= =
2 2
Applichiamo ora il teorema di Pitagora al triangolo AHD per trovare il lato obliquo AD, ipotenusa a del
triangolo:
=√ + che diventa:
3 9
= +4 = + 16
2 4
=
E ricordiamo che
Ora sfruttiamo l’altro dato, il perimetro: + + + =2
+ + + = 20
Sostituiamo le espressioni in funzione di x:
9 9
4 + + 16 + + + 16 = 20
4 4
Ed ora un po’ di algebra, separiamo le due radici dagli altri termini:
9
2 + 16 = 20 − −4
4 9 + 16 = 20 − 5
2 4