Concetti Chiave
- I Promessi Sposi è un romanzo storico di Alessandro Manzoni, ambientato nel Seicento, che racconta le peripezie dei giovani Renzo e Lucia, ostacolati nel loro matrimonio dal prepotente Don Rodrigo.
- Manzoni è stato un pioniere del romanzo storico in Italia, combinando eventi e personaggi reali con elementi di finzione per creare un'opera verosimile e istruttiva, ispirandosi a Walter Scott.
- Il linguaggio del romanzo è stato rivisto più volte da Manzoni per renderlo accessibile a un pubblico più ampio, culminando nell'edizione del 1840 scritta in dialetto fiorentino parlato.
- Il romanzo si distingue per la scelta di protagonisti umili e per il tema dell'ingiustizia, mettendo in luce le sofferenze dei deboli sotto il dominio dei potenti e la dominazione spagnola in Italia.
- La Provvidenza è un tema centrale, rappresentando la fiducia in un disegno divino che protegge gli ultimi, anche se il suo significato spesso rimane misterioso per gli uomini.

Indice
Trama e struttura de “I Promessi Sposi”
Siamo sulle sponde del lago di Como, nel 1628, e due giovani filatori, Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, sono in attesa di matrimonio.
La vicenda inizia con la passeggiata di Don Abbondio, che incontra due Bravi che gli intimano di non celebrare il matrimonio dei due giovani. Ad ostacolare il lieto evento (e ad aver inviato i Bravi) è stato un signorotto del paese, il prepotente Don Rodrigo, che si è infatuato di Lucia. Don Abbondio si tira indietro e il matrimonio viene rimandato con incredibili scuse. I due giovani, dopo essersi rivolti senza esito positivo all’avvocato Azzeccagarbugli, vanno da padre Cristoforo. Egli, che non ha mai amato le ingiustizie, prova ad aiutarli. Padre Cristoforo non teme Don Rodrigo e va a parlare con lui per convincerlo a lasciar stare i due innamorati, ma non ha alcun successo. Quando però si scopre che non solo il prepotente signorotto infatuatosi di Lucia vuole impedire il matrimonio, ma vorrebbe anche rapirla, Renzo e la sua amata fuggono. Lucia finisce in un convento a Monza, e Renzo a Milano, proprio durante delle sommosse popolari che lo costringono a scappare nel bergamasco.
Don Rodrigo ben presto però trova Lucia, e la fa rapire da un uomo, l’Innominato. Quest’ultimo, impietositosi dalle sventure della giovane, si pente e la libera. Solo con la morte di Don Rodrigo può concludersi la vicenda, morte che avviene dopo infinite peripezie, a causa della peste. Così, finalmente, Renzo e Lucia si ricongiungono e riescono a sposarsi.
Per ulteriori approfondimenti su Alessandro Manzoni vedi qui
Vero, utile, interessante: il romanzo storico manzoniano
Negli anni in cui Manzoni inizia a scrivere la sua opera, in Italia si sta cominciando a sperimentare questa nuova forma di narrativa: il romanzo storico. Una forma letteraria che racconta una vicenda ambientandola in un contesto storico reale ma diverso da quello in cui viene scritta (Manzoni ambienta le vicende nel Seicento, mentre egli vive nell’Ottocento). Quindi non solo l’autore percepisce questo nuovo fermento letterario, ma ne diviene uno dei primi e più grandi sperimentatori. Per rendere la sua opera più verosimile, inizia a documentarsi, e la riempie di personaggi ed eventi realmente esistiti, aggiungendo poi personaggi di fantasia. Per capire a fondo il periodo storico studia le fonti, soprattutto gli scritti del medico Alessandro Tadino (1580-1661) e del canonico e medico Giuseppe Ripamonti (1573-1643), al centro della scena italiana seicentesca a causa dell’epidemia di peste del 1630.
Grande fonte di ispirazione per il Manzoni sarà anche il padre del romanzo storico inglese, Walter Scott. Nel 1823 egli scrive infatti una famosa lettera sul romanticismo al nobile piemontese Cesare D’azeglio, nella quale dice di aderire a questa nuova corrente letteraria. In quest’occasione Manzoni spiega i tre punti fondamentali del suo romanzo: dovrà essere vero, utile, interessante.
- Il vero è il soggetto: per questo motivo sceglie una precisa ambientazione storica e inserisce in essa dei personaggi verosimili (che potrebbero essere esistititi realmente);
- L’utile è lo scopo: il romanzo deve trasmettere dei valori e far crescere il lettore;
- L’interessante è il mezzo, perché l’opera narrata deve essere piacevole. E sceglie quindi la storia d’amore e le peripezie ad essa legate.
Il linguaggio letterario dei Promessi Sposi
Alessandro Manzoni inizia a scrivere l’opera, inizialmente intitolata “Fermo e Lucia”, tra il 1821-1823. In questa edizione la lingua che egli usa è composita e presenta una molteplicità di registri. Quando ha finito di scriverlo, l’autore non è soddisfatto: il romanzo è troppo lungo e complesso. In più, ritrova in esso quel gusto del gotico e del macabro che intendeva superare, e anche le scelte linguistiche non lo convincono.
Così, torna sull’opera e tra il 1823-1827 la riscrive completamente: elimina episodi, riduce dei capitoli, ne cambia il linguaggio. Ne risulta un testo completamente nuovo, passato alla storia come “edizione ventisettana”, scritta in toscano letterario. Nonostante questa nuova edizione riceva un successo incredibile Manzoni non è ancora soddisfatto, soprattutto a livello linguistico. Il problema che maggiormente lo tormenta è infatti questo linguaggio còlto. Scritta così l’opera non potrebbe essere letta da tutti gli abitanti della penisola. L’Italia in quegli anni ha bisogno di sentirsi un’unica nazione e Manzoni vuole dare il suo contributo a livello linguistico, fornendo una unità e una base alla lingua italiana. Nel 1827 Manzoni, spinto da questa ricerca stilistica, va a “sciacquare i panni in Arno” per immergersi nel contesto culturale e linguistico di Firenze. Il lavoro durerà tantissimo. Ma nell’edizione “Quarantana” (1840) “I promessi sposi” raggiunge la perfezione linguistica, formale e stilistica. Termina finalmente il romanzo riscrivendolo in dialetto fiorentino parlato, una lingua adatta a tutta la penisola e aggiunge in appendice un saggio storico, la storia della colonna infame.
Per ulteriori approfondimenti su “I Promessi Sposi” vedi qui
I grandi temi trattati dai Promessi Sposi
Tra gli aspetti più innovativi del romanzo manzoniano, c’è la scelta dei protagonisti. Il racconto infatti è uno dei primi in assoluto a superare le tematiche classiche. Ne “I Promessi Sposi” non si parla di cavalieri ed eroi, ma degli ultimi, degli umili. Al centro della storia ci sono uomini e donne del popolo, i deboli, quelli solitamente ignorati dalla Storia. Quella manzoniana è una scelta religiosa, che porta in risalto la moltitudine silenziosa, che anche scrive la Storia, ma che la Storia trascura. E, con gli ultimi, affronta il tema dell’ingiustizia: proprio i deboli, infatti, subiscono i soprusi e le oppressioni dei potenti. Non a caso sceglie di ambientare le vicende nel Seicento, il secolo dei soprusi e della dominazione spagnola in Italia.
La Provvidenza poi è l’altro grande tema che Manzoni affronta e che si lega ai precedenti: l’intervento divino è l’unico a proteggere gli ultimi. Ma non è così facile. La Provvidenza non è semplicemente il Dio che sistema le vicende, ma è la fiducia dell’uomo in un disegno misterioso che non riesce a conoscere fino in fondo. I dolori a cui la vita ci sottopone sono utili, anche se non li comprendiamo, ci aiutano a migliorarci.
Per ulteriori approfondimenti sul tema della Provvidenza vedi qui
Domande da interrogazione
- Qual è l'ambientazione storica de "I Promessi Sposi"?
- Quali sono i tre punti fondamentali del romanzo storico secondo Manzoni?
- Come si evolve il linguaggio ne "I Promessi Sposi"?
- Quali sono i temi principali trattati nel romanzo?
- Chi sono i protagonisti de "I Promessi Sposi" e quali ostacoli affrontano?
"I Promessi Sposi" è ambientato nel 1628, sulle sponde del lago di Como, durante il periodo della dominazione spagnola in Italia.
Manzoni ritiene che il romanzo debba essere vero, utile e interessante: vero per l'ambientazione storica precisa, utile per trasmettere valori, e interessante per la piacevolezza della narrazione.
Manzoni riscrive l'opera per migliorare il linguaggio, passando dal gotico e complesso al toscano letterario, fino a raggiungere la perfezione linguistica nell'edizione "Quarantana" del 1840.
I temi principali includono l'ingiustizia subita dagli umili, la Provvidenza divina e la rappresentazione della vita degli ultimi, in contrasto con i potenti.
I protagonisti sono Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, due giovani innamorati che affrontano ostacoli come le minacce di Don Rodrigo e le ingiustizie sociali per riuscire a sposarsi.