Dammacco
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Concetti Chiave

  • La colonna infame è un episodio tratto dai Promessi Sposi, focalizzato sulla peste nel Lombardo-Veneto e le sue devastanti conseguenze umane.
  • La vicenda narra del processo ingiusto a Milano nel 1630 contro due presunti untori, condannati sulla base di accuse infondate e superstiziose.
  • Manzoni critica la superstizione, evidenziando come essa porti a ingiustizie, senza però condannare la tortura, dimostrando un conservatorismo prevalente.
  • L'autore riflette sulla lingua del romanzo, proponendo l'adozione del fiorentino contemporaneo colto e la diffusione tramite docenti nelle scuole italiane.
  • La colonna infame, costruita sui resti della casa di uno degli accusati, diventa un simbolo del monito contro l'ingiustizia basata sulla superstizione.

La Colonna Infame

La storia della colonna infame può essere considerata come un’appendice dei promessi sposi, poiché è un episodio estrapolato dal grande romanzo. Argomento principale è la peste che colpì tutto il Lombardo – Veneto, soprattutto sul piano delle perdite umane. Manzoni, da intellettuale lucido e razionale analizza la vicenda, rivolgendo una particolare attenzione allo sviluppo della mentalità comune presente perfino negli uomini colti, che considerava la peste non come una malattia, bensì un germe del male, provocato dagli “untori” che facilitavano l’espansione del contagio.

Trama del Processo

Trama La vicenda narra dell'intentato processo a Milano durante la terribile peste del 1630 contro due presunti untori, ritenuti responsabili del contagio pestilenziale tramite misteriose sostanze, in seguito ad un'accusa - infondata - da parte di una "donnicciola" del popolo, Caterina Rosa.

Il processo, svoltosi storicamente nell'estate del 1630, decretò sia la condanna capitale di due innocenti, Guglielmo Piazza e Gian Giacomo Mora, sia la distruzione della casa di quest'ultimo. Come monito, venne eretta sulle macerie dell'abitazione del Mora la "colonna infame", che dà il nome alla vicenda.

Critica alla Superstizione

Particolarità Manzoni vuole sottolineare che la superstizione genera dei mostri. Di conseguenza è un processo rivolto ai giudici stessi che si macchiano di delitti innocenti. All’interno della narrazione non è presente, tuttavia, una critica alla tortura considerata come strumento penale normale. E’meno moderno e cristiano rispetto a Cesare Beccaria, e dei fratelli Verri. Tutto ciò, si spiega con un fondamentale conservatorismo: è comunque esponente di una classe privilegiata in cui il conservatorismo prevale sulla fede cristiana. Idealmente afferma valori, ma dal punto di vista pratico, preserva le istituzioni antiche. Infatti, sul piano reale, Manzoni avrebbe dovuto stigmatizzare l’ignoranza e non rivelarsi un conservatore.

Riflessione sulla Lingua

Lingua Manzoni sviluppa una riflessione teorica sulla lingua per il romanzo come rivelano numerosi scritti su questo argomento: una scelta fondata sulla lingua fiorentina contemporanea usata dai parlanti colti del ceto borghese. Ipotizzava un invio di docenti fiorentini in tutte le scuole italiane con il fine di diffonderne la lingua.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale della storia della colonna infame?
  2. Il tema principale è la peste che colpì il Lombardo-Veneto, con un focus sulle perdite umane e la mentalità comune che vedeva la peste come un male provocato dagli "untori".

  3. Qual è la critica di Manzoni riguardo al processo contro i presunti untori?
  4. Manzoni critica la superstizione che porta a ingiustizie, evidenziando come i giudici abbiano condannato innocenti basandosi su accuse infondate, senza criticare l'uso della tortura.

  5. Come si riflette Manzoni sulla lingua nel contesto del romanzo?
  6. Manzoni sviluppa una riflessione sulla lingua, proponendo l'uso del fiorentino contemporaneo dei colti borghesi e suggerendo l'invio di docenti fiorentini nelle scuole italiane per diffonderla.

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