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Concetti Chiave

  • Alessandro Manzoni è un autore fondamentale per la letteratura italiana, noto per "I Promessi Sposi", un romanzo storico che simboleggia il Risorgimento italiano e ha contribuito alla lingua italiana moderna.
  • La Provvidenza nei "Promessi Sposi" è interpretata variamente: da un lato come forza divina che guida e ricompensa, dall'altro come una visione più complessa e meno ottimista della giustizia divina.
  • Gli esempi di Provvidenza nel romanzo includono episodi come la morte di don Rodrigo e la fuga di Renzo da Milano, dove eventi apparentemente casuali sono visti come interventi divini.
  • La Provvidenza è descritta come una presenza dolce e nascosta che agisce nel cuore umano, non sempre visibile nei fatti, ma che guida i personaggi verso una crescita spirituale.
  • La fede e la Provvidenza sono presentate come strumenti di consolazione e speranza, non come garanzie di ricompensa materiale, evidenziando la dimensione spirituale del matrimonio tra Renzo e Lucia.
In questo appunto viene descritta la provvidenza dei Promessi sposi del poeta Alessandro Manzoni. Di seguito viene riportata una breve descrizione dell’autore e del romanzo, cos’è la provvidenza descritta nell’opera e alcuni esempi a riguardo.
Provvidenza: motore dell'opera "I Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni articolo

Indice

  1. Informazioni salienti sull’autore e sull’opera
  2. Varie interpretazioni della Divina Provvidenza nell’opera de “I Promessi Sposi”
  3. Esempi di Provvidenza all’interno dell’opera
  4. Provvidenza: il motore della storia

Informazioni salienti sull’autore e sull’opera

Alessandro Manzoni è nato il 7 marzo 1785 ed è ricordato per essere stato un poeta ma anche scrittore e filosofo italiano.

È conosciuto per avere scritto il romanzo de “I Promessi Sposi” nel 1827, annoverato tra definito uno dei capolavori della letteratura mondiale. L’opera rappresenta il simbolo del Risorgimento italiano, non solo per il messaggio patriottico comunicato dal poeta ma anche perché getto le basi per lo sviluppo della moderna lingua italiana unitaria. Manzoni fu un potente sostenitore del cattolicesimo liberale in Italia. Il suo lavoro e il suo pensiero sono stati spesso contrapposti a quelli del suo più giovane contemporaneo Giacomo Leopardi dalla critica.
La sua opera “I Promessi Sposi” è un romanzo appartenente al genere storico diffuso nel 1827 in tre diversi volumi che hanno subito numeri controlli fino ad arrivare alla versione definitiva pubblicata tra il 1840 e il 1842. Il romanzo è ambientato nella Lombardia del 1628, durante gli anni della dominazione spagnola, ricordato da tutti anche per la sua straordinaria descrizione della peste che colpì Milano intorno al 1630. Vengono affrontate numerose tematiche, a partire dalla natura illusoria del potere politico fino all'ingiustizia dei più deboli. Ogni personaggio descritto da Manzoni incarna una personalità differente: il parroco don Abbondio si presenta come un uomo dal carattere vile e ipocrita tipico di un prelato, il frate Padre Cristoforo, il cardinale Federico Borromeo si presentano come degli eroi ed altri ancora.
Per ulteriori approfondimenti su Alessandro Manzoni e le opere vedi qui

Varie interpretazioni della Divina Provvidenza nell’opera de “I Promessi Sposi”

La critica del passato ha concepito il romanzo in un’ottica provvidenziale e idillica. Il male viene giustificato e riscattato da un’azione di grazia divina che porta i personaggi ad offrirsi alla provvidenza, una forza che li avrebbe ricompensati per le sofferenze patite sperimentando nella vita terrena la giustizia divina che premia i buoni e punisce i cattivi in una netta distinzione tra il bianco della fede e il nero del male. Nasce così l’idea di un’epopea provvidenziale. Dall’altra parte, la critica moderna rivisita questa tesi che vede l’influenza delle tematiche trattate nella Pentecoste vedendo in Manzoni la caduta di quella speranza che lo Spirito Santo potesse guidare l’umanità. Lo scrittore Italo Calvino sosteneva che ciò che rappresentava Manzoni, era una natura abbandonata da Dio e non si trattava di provvidenza. Anzi, secondo Calvino, Dio si manifestava per sistemare le cose attraverso la peste. Secondo il critico letterario Angelo Marchese la provvidenza non è una intelligenza nascosta che agisce nel corso della storia come una giustiziera per regolare le vicende umane. È vero che alla fine Renzo e Lucia si sposano ma come afferma Umberto Mariani: “La fine della tribolazione di Renzo e Lucia può facilmente sembrare ai personaggi del romanzo un premio divino ma le loro sofferenze sono state tanto reali quanto immotivate e la loro fine non ne cancella la realtà né le giustifica. Se alla fine del romanzo gli sposi sono felici essi d’altro canto lo sarebbero potuti essere fin dall’inizio. La fine viene vista come una punizione ma in che senso essa è diversa dalla morte di Padre Cristoforo? “Si potrebbe anche aggiungere la morte di Cecilia (episodio tratto dal de pestilentia di Federigo Borromeo) e di tutti gli innocenti.
Quindi, la visione provvidenziale dei Promessi Sposi appartiene non tanto all’autore quanto ai personaggi stessi.

Esempi di Provvidenza all’interno dell’opera

Di seguito vengono riportati alcuni pezzi tratti dall’opera dei Promessi Sposi in cui è possibile comprendere il concetto di Provvidenza descritto dal poeta. Ecco alcuni esempi:

  • Nel capitolo 38 dei Promessi Sposi, Don Abbondio dice in riferimento alla morte di don Rodrigo: “Ah! è morto dunque! è proprio andato! Vedete, figliuoli, se la Provvidenza arriva alla fine certa gente. Sapete che l’è una gran cosa! un gran respiro per questo povero paese! che non ci si poteva vivere con colui. È stata un gran flagello questa peste; ma è anche stata una scopa; ha spazzato via certi soggetti, che, figliuoli miei, non ce ne liberavamo più: verdi, freschi, prosperosi: bisognava dire che chi era destinato a far loro l’esequie, era ancora in seminario, a fare i latinucci. E in un batter d’occhio, sono spariti, a cento per volta.”
  • Nel capitolo 17 non appena Renzo fugge da Milano riconosce in un «po’ di paglia», su cui sta per sdraiarsi, un letto preparato dalla Provvidenza, e perciò s’inginocchia «a ringraziarla di quel benefizio, e di tutta l’assistenza che aveva avuta da essa, in quella terribile giornata»; dice poi «le sue solite divozioni», e chiede perdono a Dio «di non averle dette la sera avanti», anzi, precisa Manzoni, riferendo le parole del personaggio, «d’esser andato a dormire come un cane, e peggio».

Nelle ultime battute del romanzo, Manzoni parla del “sugo della storia” per riferirsi alla provvidenza dicendo che il male spesso è presente perché l’uomo ne crea le condizioni ma neppure la condotta più cauta ed innocente basta a tenerlo lontano e quando arriva o per colpa o senza colpa, la fiducia in Dio lo raddolcisce e lo rende utile per una vita migliore, non si sa se terrena o ultraterrena.
Per ulteriori approfondimenti sulla Provvidenza nell'opera vedi qui
descrizione generale del romanzo dei Promessi Sposi di Manzoni

Provvidenza: il motore della storia

In generale, la provvidenza è una dolce presenza che agisce all’interno del cuor umano per grazia e non è visibile nello svolgimento dei fatti. Per questo non può essere accettata una tesi pessimistica che vede l’estrapolazione su un limitato campo di conoscenza dei concetti chiave manzoniani secondo cui la provvidenza esiste perché i personaggi mediocri la fanno esistere a causa del loro desiderio di infinito. Chi ha la fede, quindi, soffre di meno perché ha illusione che esista un ente superiore è una visione troppo razionalistica. La provvidenza esiste pur nell’irrazionalità alla conoscenza umana dei fatti sotto forma di un “deus absconditus”, senza clamorose manifestazioni e credenze sia questo il mondo migliore. Questo viene dimostrato nel matrimonio tra Renzo e Lucia non perché sia la prova che Dio punisca i cattivi e premi i buoni ma per far capire come la fede non sia un risarcimento materiale ma una grazia di ordine spirituale. Dio, infatti, interviene nella storia con la grazia sacramentale del matrimonio, che teologicamente sta ad indicare la vicinanza stessa della divinità, per effetto delle preghiere di Lucia, la conversione di Renzo e la fiducia nella provvidenza. Ciò lo si può notare nelle conseguenze che hanno vissuto tre personaggi nell’incontro con la provvidenza portata attraverso Renzo e Lucia affinché venga data loro la possibilità di convertirsi: Gertrude sta per convertirsi ma alla fine si chiude alla grazia; l’Innominato si apre con libero arbitrio alla grazia che scioglie il suo cuore violento; Don Rodrigo la grazia arriva attraverso Renzo che lo perdona, su consiglio di Padre Cristoforo. Non si sa se si salvi o meno perché “può essere castigo o misericordia”.
Per ulteriori approfondimenti sulla Provvidenza come motore della storia vedi qui

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo della Provvidenza nel romanzo "I Promessi Sposi"?
  2. La Provvidenza è descritta come una forza divina che guida e ricompensa i personaggi per le loro sofferenze, rappresentando un motore della storia che agisce in modo invisibile ma significativo.

  3. Come viene interpretata la Provvidenza dai critici moderni rispetto a quelli del passato?
  4. I critici del passato vedevano la Provvidenza come un'azione di grazia divina che giustifica il male, mentre i critici moderni, come Italo Calvino, la interpretano come una natura abbandonata da Dio, con la peste come strumento di sistemazione.

  5. Quali sono alcuni esempi di Provvidenza nel romanzo?
  6. Esempi di Provvidenza includono la morte di don Rodrigo vista come un atto di giustizia divina e Renzo che riconosce un letto di paglia come un dono della Provvidenza durante la sua fuga.

  7. In che modo la Provvidenza influisce sui personaggi principali, Renzo e Lucia?
  8. La Provvidenza si manifesta nel matrimonio di Renzo e Lucia, non come una punizione o ricompensa materiale, ma come una grazia spirituale che dimostra la vicinanza divina e la fede.

  9. Come viene descritta la Provvidenza nel contesto della fede e della sofferenza umana?
  10. La Provvidenza è vista come una presenza dolce che agisce nel cuore umano, alleviando la sofferenza attraverso la fede, senza manifestazioni clamorose, ma come un "deus absconditus" che guida verso una vita migliore.

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