Concetti Chiave
- Il pensiero di Alessandro Manzoni è influenzato dall'illuminismo, giansenismo e romanticismo, con un forte focus sulla Provvidenza e la redenzione attraverso valori cristiani.
- Manzoni propone un metodo storico letterario che unisce il Vero Storico e il Vero Poetico, con l'obiettivo di educare moralmente e storicamente il lettore.
- Nel teatro manzoniano, il coro esprime le riflessioni dell'autore, integrando concetti religiosi e morali per collegare finzione e realtà.
- Le influenze letterarie di Manzoni includono Orazio, Virgilio, Dante, e contemporanei come Parini e Monti, che lo guidarono verso il pensiero giansenista.
- Il periodo più creativo di Manzoni, dal 1812 al 1827, lo porta a realizzare opere fondamentali come gli Inni Sacri e i Promessi Sposi, affermando il suo impatto sulla letteratura italiana.
In questo appunto di Italiano si tratta del pensiero, della poetica e delle influenze del grande scrittore Alessandro Manzoni, con focus sul pessimismo e la fede manzoniana.
Indice
Il pensiero di Alessandro Manzoni
Il pensiero di Manzoni fu profondamente influenzato dall’apprendimento giovanile di concetti illuministici , dai quali prende come modello di riferimento il “Philosophe”, cioè l’intellettuale, che interviene in questioni sociali e politiche osservando in modo critico e razionale la realtà, ma anche dagliIdeologues francesi, dal concetto religioso secondo il giansenismo e il pascaliano, in cui prevalgono il bene e il male e infine dai concetti romantici, dai quali apprese l’importanza della storia nazionale, del sentimento e della religione. Con la conversione al cristianesimo, spinta dal matrimonio con la calvinistaEnrichetta Blondel, dall’influenza illuminista e giansenista, egli ebbe un periodo di profonda ricerca spirituale, a cui diede lo scopo di rappresentare i valori religiosi nelle sue opere. Ha trasformato il suo pensiero anche il concetto di valore della Provvidenza , cioè il disegno di Dio per il bene di tutti gli uomini, attraverso una versione evangelica dei principi di libertà, uguaglianza e fraternità, concessi da Dio, perché è lui che crea l’uomo ed è lui che lo redime.La storia viene descritta da un punto di vista negativo, il famoso pessimismo manzoniano, perché l’autore esalta azioni malvagie come la corruzione e le ingiustizie, dando importanza alla Provvidenza, come unica speranza di eliminazione di ogni male e redenzione.
Il metodo di Alessandro Manzoni
Il vero storico, secondo Manzoni, ha due obiettivi: il primo è quello di aiutare la gente a riflettere sul presente per contribuire al bene della collettività e il secondo è quello di infondere principi civili e patriottici, che spingano la gente a considerare e operare per creare un’unità nazionale.Nelle opere Prefazione al Conte di Carmagnola, Lettera a M. Chauvet, Lettera sul Romanticismo e Saggio sul Romanzo Storico si può identificare la matrice e l’evoluzione letteraria del Manzoni.
Nella Prefazione spiega il rifiuto delle unità aristoteliche di tempo e spazio accettando l’unità dell’azione, perché un’opera teatrale che si svolge in tempi e luoghi sempre uguali non coinvolge lo spettatore e non gli fa comprendere la valenza storica di quell’opera. Mentre in tempi brevi caratterizzati da azioni che cambiano continuamente, lo spettatore o lettore riesce a comprendere la valenza storica e morale.
Manzoni, inoltre, introduce il coro, tratto dal teatro greco, che durante la rappresentazione dell’opera esprimeva delle considerazioni sui personaggi o sulle vicende per esaltare la drammaticità dell’opera. Invece nel teatro manzoniano il coro ha lo scopo di dare sfogo alle considerazioni e riflessioni dell’autore.
L’opera teatrale fa riflettere lo spettatore su concetti di natura religiosa, morale o politica, fondamentali perché permettono il collegamento tra finzione e realtà affinché venga alla luce il valore morale.
Nella Lettera a M. Chauvet motiva la sua scelta di estraniare i canoni aristotelici, ma spiega anche una parte importante della sua poetica e cioè la relazione fra Vero Storico e Vero Poetico. Il primo serve a descrivere la vicenda storica, studiata minuziosamente dai testi storiografici, e la seconda ad esaltare la vicenda storica attraverso l’introduzione di personaggi, che esprimono delle emozioni, che non modificano la storia, ma aiutano il lettore a comprendere quell’epoca, resa più profonda e familiare tramite empatia e riflesso. La storia nelle sue opere deve essere rappresentata sotto un’ottica generale, quindi in base al punto di vista dei vari ceti sociali, attraverso le varie vicende storiche introdotte da Manzoni con l’utilizzo di digressioni.
Secondo lui l’opera deve avere i seguenti fini: quello di educare ai valori morali, civili e patriottici; quello di avere una valenza storica, che non venga modificata dall’invenzione; quello di interessare attraverso il contenuto ma anche con l’utilizzo di un linguaggio chiaro e semplice.
Il romanzo storico è un genere misto, perché include il collegamento del vero storico e del vero poetico. Allo stesso tempo, però, è da condannare, perché non esprime a pieno i valori morali. Manzoni, infatti, ammette di non essere riuscito a trovare un modo per unire il vero storico e il vero poetico.
Egli espresse, inoltre, le sue opinioni per quanto riguarda la questione della lingua nazionale nelle opere come quella del Sentir Messa e Lettera al Carena sulla lingua italiana. Nel Sentir Messa l'autore pone come primo principio l’utilizzo e come modello la lingua toscana, in quanto più diffusa in Italia e utilizzata nei testi classici e dall’Accademia della Crusca. Nella Lettera al Carena, Manzoni si riferisce ad un modello romantico di lingua: parlata, viva e coerente con la realtà, spesso anche influenzata dai dialetti o da alcune parole non tradizionali.

Le influenze di Alessandro Manzoni
Come si può immaginare, la formazione culturale di Alessandro Manzoni spaziò tra due autori in particolare: Orazio e Virgilio. Ci furono anche Dante e Petrarca, mentre tra i contemporanei a lui ricordiamo Isabella Teotochi Albrizzi (musa di Foscolo), Parini, Alfieri e Monti. Quest'ultimo si trovò di fronte un Manzoni ancora molto giovane e inesperto, considerato scapestrato e dedito al gioco d'azzardo. Fu proprio Monti ad allontanarlo da questa iniziale "perdizione" e farlo rinunciare al vizio.Le lezioni del Monti, e successivamente quelle di Zola e Tamburini, lo ispirarono molto, soprattutto lo portarono verso il pensiero giansenista: entrambi vedevano nella curia romana le deformazioni che la religione del cattolicesimo non aveva, prendendola a modello, così come farà l'ormai adulto Manzoni.
Una volta cresciuto, Alessandro verrà chiamato a Parigi dalla madre a causa dell'imminente morte del compagno Carlo Imbonati che lasciò la donna con un ingente patrimonio e riuscì a far riconciliare il figlio Manzoni con lei, dopo che i due erano stati a lungo distanti. In questo ambiente nuovo parigino, Manzoni ebbe altrettante influenze e conobbe altri intellettuali (come Fauriel e Cabanis) che contribuirono alla sua creazione letteraria. Qui Manzoni si appassionò del pensiero sensista, delle teorie volterriane e del romanticismo.
Nel 1810 il mondo parigino, ormai sposato e in procinto di avere ben dieci figli, non lo attirava più, dunque fu a questo punto che Manzoni ritornò in Italia. Comprarono, insieme alla Beccaria, una casa in via del Morone, dove entrambi passarono gli ultimi anni della loro vita, a Milano. Il 1812 - 1827 si considera il "quindicennio più creativo" del Manzoni, che darà vita a opere come gli Inni Sacri, le Odi civili, le Osservazioni sulla morale cattolica e porrà le basi di quello che diverrà il suo unico e più celebre romanzo dei tempi: i Promessi Sposi.
Per ulteriori approfondimenti su Alessandro Manzoni vedi anche qui
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali influenze sul pensiero di Alessandro Manzoni?
- Qual è il metodo storico secondo Alessandro Manzoni?
- Come Manzoni integra il Vero Storico e il Vero Poetico nelle sue opere?
- Qual è la posizione di Manzoni sulla lingua italiana?
- Quali autori hanno influenzato la formazione culturale di Manzoni?
Il pensiero di Manzoni è stato influenzato da concetti illuministici, giansenisti, pascaliani e romantici, oltre che dalla sua conversione al cristianesimo e dal matrimonio con Enrichetta Blondel.
Manzoni ritiene che il vero storico debba aiutare la gente a riflettere sul presente e infondere principi civili e patriottici per promuovere l'unità nazionale.
Manzoni descrive la vicenda storica con il Vero Storico e la esalta con il Vero Poetico, introducendo personaggi che esprimono emozioni senza alterare la storia.
Manzoni sostiene l'uso della lingua toscana come modello per l'italiano, considerandola più diffusa e utilizzata nei testi classici, e promuove una lingua parlata e viva.
Manzoni è stato influenzato da Orazio, Virgilio, Dante, Petrarca, e contemporanei come Parini, Alfieri, Monti, oltre a intellettuali conosciuti a Parigi come Fauriel e Cabanis.