Concetti Chiave
- Cicerone si distingue per le sue orazioni giudiziarie, come la Pro Roscio e le Verrine, che lo rendono famoso grazie alla sua abilità nel raccogliere prove e difendere efficacemente i suoi clienti.
- Le opere retoriche di Cicerone, come il De Oratore e l'Orator, esplorano la teoria dell'eloquenza, sottolineando l'importanza di una formazione completa per diventare un oratore perfetto.
- Tra le opere politiche, il De re publica e il De Legibus affrontano il tema delle forme di governo, promuovendo l'idea di una costituzione mista come la migliore.
- Nelle sue opere filosofiche, Cicerone cerca di adattare il pensiero greco alla mentalità pratica romana, introducendo nuovi termini e concetti per arricchire il lessico latino.
- Le opere di filosofia religiosa di Cicerone, come De natura deorum e De fato, analizzano la religione e il concetto di destino, dimostrando una critica verso la superstizione romana.
Cicerone, Opere
Orazioni giudiziarie
Compose con l’intento di difendere qualcuno, nell’ 80 scrive la Pro Roscio, che lo fece conoscere. Vi sono poi le Verrine , orazioni contro Verre, divise in due momenti: la prima costituita da due orazioni, “Actio prima in Verrem”, e il secondo momento costituita da sette, “Actio secunda in Verrem”. La prime due orazioni riguardano la raccolta delle prove, e questo costituisce una delle novità portate dalle orazioni di Cicerone e per cui divenne famoso.
Nelle altre cinque vennero elencate le misfatte dell’accusato, sia prima che fosse questore in Sicilia sia dopo. Cicerone venne definito “l’avvocato di grido” di quel tempo.Un‘altra opera che gli diede molta fama è la Pro Archia, dove difese un poeta accusato di aver usurpato la cittadinanza romana. Cicerone sottolinea l’importanza della cultura e della poesia, viste come elementi che rendono un popolo veramente civile.
Pro Caelio: in questa difese Caelio, accusato da una sua ex amante di averle rubato i gioielli, e di aver in seguito tentato di avvelenarla. Cicerone tratteggia il carattere della donna in malo modo, smonta le accuse dicendo che questa fosse una depravata, senza senso del pudore e fra le righe disse che questa avesse una relazione col fratello Clodio.
Pro Milone: è considerata come la più bella, ma l’unico insuccesso di Cicerone.
Orazioni deliberative
Le più importanti sono Le Catilinarie, di cui la prima e la terza tenute davanti al senato, mentre la seconda e la quarta in assemblea popolare.
Pro lege Manilia o De imperio Gnei Pompei, a favore di questa lex Manilia, proposta da un senatore che diceva di affidare le forze a Pompeo nella guerra contro Mitridate.
De lege Agraria: contro la legge della redistribuzione delle terre proposta in precedenza dai Gracchi che avrebbe concesso la terra ai ceti più poveri.
Filippiche : si rifà a Demostene, volendo smascherare Marco Antonio che si pensava volesse prendere il posto di Cesare. Cicerone fu poi fatto uccidere proprio da Antonio.
Opere retoriche e politiche
Oltre che essere un avvocato, fu anche un teorico della retorica.
Il De Oratore, fu composto nel 55, con una struttura di cornice drammatica e dialoghi che prendono spunto da Platone. Tra i personaggi vi sono Crasso, che si fa portavoce delle opinioni dello scrittore, e Marco Antonio. Si immagina che il dialogo si sia tenuto nel 90. L’opera è in tre libri: nel primo viene descritta la figura del “perfetto oratore”, e Antonio afferma che questo debba avere “l’ingenium”, ovvero abilità, mentre Crasso esprime la teoria di Cicerone, ovvero che l’ingenium non è abbastanza, ma anche l’”ars”, sia necessaria, e questa si possa acquisire attraverso lo studio e una formazione completa in tutte le discipline; il secondo e il terzo libro si soffermano invece sulle parti di un’opera retorica, si parla dell’”inventio”- come il primo momento di ricerca dei concetti validi per sostenere una tesi- della memoria e della “dispositio”- la disposizione di questi concetti, gli accorgimenti che servono per la memorizzazione del testo- , così come della “elocutio”-quindi lo stile e le figure retoriche usate_ e dell’”actio”- il modo di pronunciare il discorso, descritto come una tecnica.
Il Brutus : scritto nel 46, in questa orazione gli interlocutori sono Cicerone, l’amico Attico e Bruto. Considerata importante anche perché Cicerone fa una rassegna di tutti gli oratori, partendo da quelli greci fino a lui, commentando ciascuno . L’idea è quella che oratoria latina non sia inferiore a quella greca, ma viene considerata come il suo compimento, e lui ne sia il culmine.
L’Orator, scritto anche questo nel 46, data in cui Cesare diventò dittatore a vita, è rivolta a Bruto ma sotto forma di lettera. Cicerone riprende qui argomenti del De Oratore, in particolare riferendosi agli stili e al fine della retorica. Questa deve: probare, movere o flectere e declectare (trad: insegnare, spingerti dalla mia parte, rallegrare), e per ognuno di questi obiettivi vi è uno stile: humile, medium, actum.
Opere politiche
Vi sono due opere in frammenti, il De re publica (53-54), e il De Legibus (51-50), che si rifà alle opere di Platone e vi si ritrova la struttura dialogica, sul diritto privato e in cui vi sono descritte e commentate tutte le leggi della costituzione romana.
Il De re publica fino al 1800 si conosceva pochissimo, dei 6 libri i n. 4 e 5 non ci sono pervenuti, e del sesto abbiamo solo la parte finale. Ha una cornice drammatica, il cui dialogo è prodotto dal relazionarsi, lo scambio di idee e delle proprie opinioni. Scipione Emiliano e Gaio Lelio sono i personaggi che discutono sulle figure del governante ideale e si soffermano sulle forme di governo: la monarchia, l’aristocrazia e la democrazia, che vengono paragonate rispettivamente a tirannide, oligarchia e demagogia o oclocrazia.
Gli interlocutori notano che ogni costituzione tenta a degenerare, quindi si pone il problema di quale sia la migliore forma di governo. Scipione afferma che la migliore sia quella mista, ovvero quella romana stessa: mista perché ingloba elementi della monarchia (i consoli), dell’aristocrazia (il senato) e la forma democratica (le assemblee) popolari.
Nella parte finale si parla del “Somnium Scipionis”, che rappresenta il topos del somnium. Scipione racconta di un sogno avvenuto mentre era ospite in Africa, in cui Scipione Africano, gli fece vedere la via Lattea; questo era un simbolo ricorrente che doveva servire ai regnanti per raggiungere il bene della collettività.
Opere di filosofia
Negli anni in cui Cicerone si ritira a vita privata, si dedica all’otium ma anche e principalmente alla filosofia. Egli ritiene che l’aspetto speculativo della filosofia potesse essere sintetizzato con la mentalità pratica romana. Le sue opere hanno inoltre l’obiettivo di eliminare le false interpretazioni che erano state fatte dalla filosofia greca. COme già a Lucrezio, gli si prospetta la difficoltà del lessico. Molte opere non ci sono pervenute, come “Hortentium”, un testo di invito allo studio della filosofia, che sarà poi letto da Sant’Agostino.
Tra quelle pervenute vi è invece “Academica”, in cui in due libri spiega la teoria della conoscenza di cui il problema gnoseologico che si lega al probabilismo.
Un’altra è invece “De finibus bonorum et malorum”, (riguardo ai fini dei beni e dei mali), in cui vengono divulgate la teoria del bene e del male per gli epicurei e gli stoici. Qui emerge lo stile “dossografico”, un’opera in cui diverse opinioni vengono messe a confronto. “Finis” traduce il termine greco “telos”, il bene è considerato come “l’esercizio della virtù” e il male come “piaceri”. In quest’opera Cicerone non solo inventa concetti come “qualità, quantità”, ma anche parole come “essentia”, andando oltre alla creazione di neologismi, ampliando il lessico latino.
Un ‘altra opera dossografica è “Tusculanae disputationes”, in cui parla con un interlocutore immaginario. L’opera si pone il problema del dolore fisico e mentale, la paura della morte, e si chiama così perché il dialogo viene immaginato nella sua villa di Tuscolo.
Opere di filosofia religiosa sono anche: De natura deorum: in cui spiega il concetto di religione per gli epicurei e per gli stoici; De devinatione: in cui parla e critica gli aspetti superstiziosi della religione romana, e il De fato: in cui si domanda se nella vita esista il fato o vi sia una provvidenza, e se la vita dell’uomo sia davvero libera.
In età medievale ebbero molto successo il Cato Maior: un elogio alla vecchiaia, e il Laelius: in cui si immagina Lelio parlare con i suoi amici di Scipione l’Emiliano, che fa un elogio sull’amicizia, dopo la morte di Scipione, l’amicizia intesa come bene più che prezioso.
Un’opera molto importante fu il De officiis, non sotto forma di dialogo ma di lettera indirizzata al figlio per educarlo. Il titolo lo prende da un’opera di Panezio di Rodi, dedicata alla filosofia politica, in cui spiega cosa sia l’honestum nel primo libro, nel secondo dell’utile, e nel terzo dei rapporti tra l’honestum e l’utile, che in politica possono essere uniti.
Domande da interrogazione
- Quali sono le opere giudiziarie più significative di Cicerone?
- Qual è l'importanza delle Catilinarie tra le orazioni deliberative di Cicerone?
- In che modo Cicerone ha contribuito alla teoria della retorica?
- Quali sono le opere politiche frammentarie di Cicerone e di cosa trattano?
- Quali temi affronta Cicerone nelle sue opere di filosofia?
Le opere giudiziarie più significative di Cicerone includono la Pro Roscio, le Verrine, la Pro Archia, la Pro Caelio e la Pro Milone. Queste orazioni hanno contribuito a consolidare la sua reputazione come avvocato di spicco.
Le Catilinarie sono tra le orazioni deliberative più importanti di Cicerone, tenute per smascherare la congiura di Catilina. Le prime e la terza furono pronunciate davanti al senato, mentre la seconda e la quarta in assemblea popolare.
Cicerone ha contribuito alla teoria della retorica attraverso opere come il De Oratore, il Brutus e l'Orator, dove discute l'importanza dell'ingenium e dell'ars, e descrive le parti di un'opera retorica, come l'inventio, la memoria, la dispositio, l'elocutio e l'actio.
Le opere politiche frammentarie di Cicerone includono il De re publica e il De Legibus. Queste opere trattano delle leggi della costituzione romana e delle forme di governo, con un focus sulla costituzione mista romana.
Nelle sue opere di filosofia, Cicerone affronta temi come la teoria della conoscenza, il bene e il male, il dolore fisico e mentale, la religione e il fato. Opere come l'Academica, il De finibus bonorum et malorum e il De natura deorum esplorano questi argomenti in profondità.