Concetti Chiave
- Decimo Giunio Giovenale, nato ad Aquino nel Lazio tra il 50 e 60 d.C., è noto per la sua carriera di poeta e retore, con un'educazione basata sulla retorica.
- Iniziò a scrivere satire dopo aver fallito come avvocato, trovando infine successo nella scrittura in età matura.
- Le sue opere, 16 satire divise in 5 libri, affrontano temi di corruzione, ipocrisia, e la vita a Roma, con uno stile caratterizzato da indignazione e pessimismo.
- Giovenale critica aspramente l'atteggiamento libertino delle donne romane e gli omosessuali, riflettendo il suo disappunto verso i costumi della società.
- La sua produzione letteraria continua fino all'epoca dell'imperatore Adriano, con una morte stimata intorno all'anno 127 d.C.

Il genere in cui lo scrittore si è distinto è quello della satira, in cui però pervade sempre un'aura di pessimismo e di rimpianto. Egli ha continuato la sua produzione letteraria fino all'epoca dell'imperatore Adriano. Per quanto riguarda la sua morte, non si sa una data così certa, si sa soltanto che sarebbe morto intorno all'anno 127.
Biografia ed opere di Giovenale
Contemporaneo di Marziale. Nasce ad Aquino. Fu avvocato, cominciò a scrivere dopo la morte di Domiziano, la sua attività è soprattutto sotto Traiano. Le sue satire ebbero anche successo di pubblico, ci danno poche notizie sulla sua vita. Abbiamo un suo ritratto in un epigramma di Marziale che lo vede affannato in giro per Roma in cerca della protezione di un personaggio ricco. Abbiamo 16 satire, che lui stesso ha diviso in 5 libri. Nella 1° spiega perché ha deciso di scrivere satire e descrive molti esempi di corruzione. Nella 2° critica l'ipocrisia di falsi moralisti. Nella 3° parla della vita nella capitale. Scritta in occasione della partenza di un vecchio amico. Nella 4° parla di Domiziano che riunisce il suo consiglio perché deve prendere una decisione molto grave: hanno pescato un rombo e devono decidere come cucinarlo . La 6° è un'invettiva contro le donne. C'è una satira sull'educazione dei figli (14), la 7 sulla misera condizione dei letterati, c'è anche un'invettiva sulla corruzione dei costumi. Giovenale dice di raccontare "quidquid agunt homines"(tutto ciò che fanno gli uomini). Arte caratterizzata dal tono sdegnoso, ben lontano dal gusto della narrazione in Orazio. Prevale il pessimismo, per questo è avvicinato a Tacito. In lui c'è un tono di indignazione perenne. Il limite della sua arte è proprio nell'indignazione per qualsiasi cosa, mette sulla stesso piano qualsiasi cosa. Lui stesso dice che era impossibile non scrivere satire senza usare l'ira a causa della corruzione dilagante. Ci sono anche parti artisticamente felici, anche se prive di prospettiva.
Temi ed aspetti delle sue opere
Uno degli aspetti più importanti delle Satire di Giovenale è senz'altro il suo disappunto verso l'atteggiamento libertino delle donne emancipate romane e libere tra le matrone. Questa tipologia di donne sono un vero e proprio bersaglio del poeta, in quanto vivono in maniera troppo libertina, andando contro ogni regola dettata dal pudore. Contro le donne ha anche scritto la sesta satira che è un vero e proprio documento misogino e un vero e proprio attacco alle donne. Un esempio di donna amorale che lo stesso poeta fa è quello di Messalina che definisce "meretrix". Di Messalina critica lo stile di vita: durante la notte, mentre il marito Claudio dorme, lei trascorre il suo tempo nei lupanare in compagnia di altri uomini, concedendosi ad essi.Un altro bersaglio di Giovenale nelle sue satire sono gli omosessuali che vengano disprezzati in maniera aspra proprio per essere diversi dalle altre persone per le loro inclinazioni sessuali.
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto storico e professionale di Decimo Giunio Giovenale?
- Quali sono i temi principali delle satire di Giovenale?
- Come si articola la produzione letteraria di Giovenale?
- Qual è l'approccio di Giovenale verso le donne nelle sue opere?
- In che modo Giovenale esprime il suo disappunto verso la società?
Giovenale nacque ad Aquino tra il 50 e il 60 d.C. e morì a Roma nel 127. Fu poeta e retore, con un'educazione basata sulla retorica. Iniziò come avvocato, ma trovò successo come scrittore di satire.
Le satire di Giovenale trattano temi come la corruzione, l'ipocrisia dei moralisti, la vita a Roma, e criticano le donne emancipate e gli omosessuali. Sono caratterizzate da un tono sdegnoso e pessimistico.
Giovenale ha scritto 16 satire divise in 5 libri. Ogni satira affronta temi diversi, come la corruzione, l'ipocrisia, la vita urbana, e le critiche sociali, con un tono di indignazione perenne.
Giovenale critica aspramente le donne emancipate romane, considerandole libertine e immorali. La sesta satira è un attacco misogino contro le donne, con esempi come Messalina.
Giovenale esprime il suo disappunto attraverso satire che denunciano la corruzione e l'immoralità, utilizzando un tono indignato e sdegnoso, riflettendo un pessimismo simile a quello di Tacito.